Dossier sui “mantra” scagliati contro il PD. (7/13) Partito dei ricchi (banche, imprese proprietari di case).
“Mantra” numero 7. Pubblichiamo il settimo di una serie di 13 articoli in cui Enzo Puro prova, al fine di affrontare una seria analisi della sconfitta democratica, a sgomberare il campo dai falsi argomenti, dalle caricature giornalistiche, dalle prese diposizione ideologiche.
E questo non per togliere a Matteo Renzi le sue responsabilità o per provare a scaricare le responsabilità della sconfitta sugli avversari o peggio sugli elettori. Ma per potersi dedicare con serietà all’opera di ricostruzione.
Abbiamo chiaro che quando si perde non può essere colpa degli avversari o peggio degli elettori.
Ma per dedicarsi con pazienza a ricostruire o, se volete, a rigenerare è necessario sgomberare il campo dai falsi argomenti, dalle caricature giornalistiche, dalle prese di posizione ideologiche.
Il dossier che pubblichiamo su Manrico.social, composto da 13 articoli, vuole assolvere a questo compito senza voler essere una assoluzione del giovane leader fiorentino.
Link agli articoli:
1 Renzi e il voto degli operai e dei disoccupati
2 Il PD non è più un Partito di sinistra
3 Il PD non ha fatto autocritica
4 Il peggiore risultato della sinistra
5 Lontananza dalle sofferenze sociali ed aumento della povertà
6 Il Jobs act ha reso più precario il lavoro
7 Partito dei ricchi (banche, imprese proprietari di case)
8 Renzi ha ucciso la scuola pubblica
9 Promossi solo quelli del giglio magico
10 Renzi ha voluto il rosatellum
11 Il cattivo carattere e gli errori di Renzi
12 Moltissimi elettori del PD hanno votato 5 stelle
13 Renzi non è stato chiaro sull’Europa
MANTRA N° 7:
IL PD DI RENZI È STATO IL PARTITO DEI BANCHIERI E DELLE IMPRESE ED HA TOLTO L’IMU AI RICCHI?
Il “mantra” sulle banche è stato diffuso e sostenuto con una vitalità potente e si è configurato come una vera e propria character assassination nei confronti non solo della Boschi ma di tutto il PD.
Nella vicenda delle crisi bancarie Renzi ed il PD sono stati dalla parte dei risparmiatori e dei correntisti e non certo dalla parte di chi i fallimenti di quelle banche aveva provocato.
In accordo con Banca Italia (che solo dopo il 2014 ha alzato le antenne, cioè dopo che il controllo della vigilanza era passato alla BCE) Renzi e Padoan hanno fatto approvare la riforma delle popolari cambiandone la governance dove vigeva ancora il medioevale voto capitario per il quale ogni azionista aveva un voto solo e non contava per il numero di azioni che possedeva. Il vecchio sistema di governance smantellato dalla Riforma favoriva le strette complicità tra sistemi economici territoriali, politica e banchieri che sono la causa dei fallimenti (Renzi e Padoan, dopo 16 anni, hanno tirato fuori dai cassetti una Riforma, facendola approvare, a cui si erano dedicati Ciampi e Draghi con l’opposizione dell’intera classe politica ed imprenditoriale a cui quel sistema medievale faceva comodo). Altro che Etruria, Madonna Boschi e cazzate varie!!!
I banchieri responsabili dei fallimenti sono stati tutti mandati a casa, il salvataggio delle 8 banche (fatto con modalità diverse) ha salvaguardato i correntisti ed i lavoratori, ha anche previsto la restituzione delle perdite delle obbligazioni sotto una certa soglia di reddito ed ha previsto la restituzione per le soglie più alte se un giudice ha accertato la truffa da parte delle banche.
Questa è la verità. Eppure questa verità è stata stravolta facendo passare Renzi ed il PD come l’amico dei banchieri che avevano portato al fallimento le banche.
L’accusa invece di aver aiutato solo le imprese è invece una classica accusa da sinistra preistorica nella cui visione le imprese sono il nemico e non lo strumento fondamentale per creare lavoro e buona occupazione. È vero che l’azione di Draghi è stata importante per la ripresa. Ma è anche vero, come ha sottolineato più volte Padoan. che senza il sostegno alle imprese (universale o mirato) messo in campo dai Governi del PD, vista l’arretratezza strutturale del nostro paese rispetto ad altri nostri partner europei, l’efficacia delle misure della Banca centrale sarebbe stata minore e quelle misure avrebbero sortito meno effetti.
E senza una vera ripresa, spinta sia certamente da investimenti pubblici ma soprattutto dagli investimenti di chi ci mette i propri soldi, è inutile parlare di crescita e neanche di risorse per combattere disuguaglianze e povertà.
Si può essere infine legittimamente contrari alla abolizione dell’IMU e le motivazioni possono essere diverse, più o meno valide.
Quello che non si può fare è raccontare frottole.
Il governo Renzi ha tolto la tassa sulla prima casa (tranne per le prime case che sono castelli o ville) e questo è stato fatto, per capirci, in un paese in cui l’80% degli italiani è proprietario di una prima casa e dove, soprattutto nelle grandi città, i proprietari di prima casa ancora pagano il mutuo sottoscritto all’atto di acquisto.
I ricchi, se sono veramente tali, non possiedono soltanto la casa in cui abitano, i ricchi sono considerati tali anche perché hanno più patrimoni immobiliari e dalla seconda casa in su l’IMU è rimasta ed è anche abbastanza salata.
E se sei ricco da avere tante proprietà immobiliari paghi anche un sacco di IMU.
Programma di pubblicazione
Nei prossimi articoli ci domanderemo se è vero che ha ucciso la scuola pubblica, che ha promosso solo quelli del giglio magico, se è vero che Renzi ha voluto il rosatellum, se è vero che ha un pessimo carattere, chiuso verso gli altri, che moltissimi elettori PD hanno votato 5 stelle, se è vero che Renzi non ha avuto una linea chiara sulla Europa.
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Enzo Puro
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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