Dossier sui “mantra” scagliati contro il PD. (1/13) Renzi e il voto degli operai e dei disoccupati.
“Mantra” numero 1. Pubblichiamo il primo di una serie di 13 articoli in cui Enzo Puro prova, al fine di affrontare una seria analisi della sconfitta democratica, a sgomberare il campo dai falsi argomenti, dalle caricature giornalistiche, dalle prese di posizione ideologiche.
E questo non per togliere a Matteo Renzi le sue responsabilità o per provare a scaricare le responsabilità della sconfitta sugli avversari o peggio sugli elettori. Ma per potersi dedicare con serietà all’opera di ricostruzione.
Abbiamo chiaro che quando si perde non può essere colpa degli avversari o peggio degli elettori.
Ma per dedicarsi con pazienza a ricostruire o, se volete, a rigenerare è necessario sgomberare il campo dai falsi argomenti, dalle caricature giornalistiche, dalle prese di posizione ideologiche.
Il dossier che pubblichiamo su Manrico.social, composto da 13 articoli, vuole assolvere a questo compito senza voler essere una assoluzione del giovane leader fiorentino.
Link agli articoli:
1 Renzi e il voto degli operai e dei disoccupati
2 Il PD non è più un Partito di sinistra
3 Il PD non ha fatto autocritica
4 Il peggiore risultato della sinistra
5 Lontananza dalle sofferenze sociali ed aumento della povertà
6 Il Jobs act ha reso più precario il lavoro
7 Partito dei ricchi (banche, imprese proprietari di case)
8 Renzi ha ucciso la scuola pubblica
9 Promossi solo quelli del giglio magico
10 Renzi ha voluto il rosatellum
11 Il cattivo carattere e gli errori di Renzi
12 Moltissimi elettori del PD hanno votato 5 stelle
13 Renzi non è stato chiaro sull’Europa
MANTRA N° 1:
CON RENZI GLI OPERAI ED I DISOCCUPATI NON CI HANNO PIU’ VOTATO?
È un “mantra” questo molto diffuso tra i critici di sinistra dentro il PD.
Dimenticano che è da oltre 25 anni che gli operai del nord ed i disoccupati del sud non votano più per la sinistra.
Da 25 anni quelle categorie sociali hanno abbandonato la sinistra e hanno votato per la Lega e per Berlusconi.
Ma ad ogni sconfitta il mantra si ripete maniacalmente, come un riflesso condizionato pavloviano.
Questa tendenza fu invertita una prima volta da Veltroni nel 2008 (con oltre 12 milioni di voti) e da Renzi nel 2014 (con oltre 11 milioni di voti).
E fu invertita perché gli italiani individuarono in quelle due esperienze che erano al loro esordio una forte carica innovativa (indipendentemente dalla divisione classica tra destra e sinistra).
Il PD ha via via perso quell’appeal. E l’errore madornale di Renzi è stato quello di fermarsi ad aspettare chi nel partito democratico era rimasto indietro e recalcitrava alle novità.
Cari compagni l’analisi della sconfitta deve andare ancora più a fondo e deve scavare sulla apocalisse antropologica che negli ultimi 30 anni ha modificato i desideri, le sensazioni, le richieste, gli obiettivi di quelle che un tempo erano chiamate le masse popolari, quella apocalisse antropologica per cui l’anelito alla libertà di tante lotte della sinistra si è trasformato nel più grande motore biopolitico e bioeconomico del capitalismo globale.
Una apocalisse antropologica che è comune a tutto il mondo occidentale (la vittoria di Trump negli USA ne è stato un esempio eclatante come fu un’anteprima assoluta, 25 ani fa, la vittoria esprimente egemonia di Berlusconi).
Programma di pubblicazione.
Nei prossimi articoli ci domanderemo se è vero che il PD ha perso perché non è più un Partito di sinistra, se è vero che non è stata fatta alcuna autocritica della sconfitta, se è vero che Renzi ci ha consegnato il peggior risultato della sinistra dal dopo guerra ad oggi, se è vero che siamo stati lontani dalle sofferenze sociali e con Renzi la povertà è aumentata, se è vero che il Jobs act ha reso più precario il lavoro, che ha peggiorato le condizioni lavorative rendendo il mercato del lavoro un far west, se è vero che il PD di Renzi è stato il Partito dei banchieri, che Renzi ha sprecato risorse per aiutare le imprese, che ha tolto l’IMU ai ricchi, che ha ucciso la scuola pubblica, che ha promosso solo quelli del giglio magico, se è vero che Renzi ha voluto il rosatellum, se è vero che ha un pessimo carattere, chiuso verso gli altri, che moltissimi elettori PD hanno votato 5 stelle, se è vero che Renzi non ha avuto una linea chiara sulla Europa.
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Enzo Puro
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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