Perché nella lotta alla corruzione nessuno può insegnare nulla a Matteo Renzi

Ricordiamo le tantissime misure rivoluzionarie contro la corruzione approvate nei 1.000 giorni del governo Renzi, misure che cancellavano le leggi ad personam berlusconiane e introducevano forti innovazioni a partire dal ruolo dell’ANAC nel controllo dei grandi appalti pubblici.
Questa verità è più forte di ogni character assassination condotta scientificamente in questi anni contro Renzi e la sua giovane squadra di governo.

 

Letto 6698
Perché nella lotta alla corruzione nessuno può insegnare nulla a Matteo Renzi

Il governo Renzi sarà ricordato senza alcun dubbio (e lo dimostreremo) come il governo che ha fatto di più contro la corruzione.

Le campagne mediatiche condotte grazie alle complicità di Procure compiacenti hanno oscurato ed oscurano questa verità.

Nel corso di questi anni non c’è stato periodo in cui il circo mediatico giudiziario (come lo chiama il Direttore del Riformista Piero Sansonetti) non abbia scatenato quella che con titoli strillati veniva ogni volta definita “l’ennesima bufera giudiziaria su Renzi ed il suo Partito”, bufere che oggi a distanza di anni possono essere definite pioggerelline primaverili con i loro protagonisti, dopo aver occupato la scena mediatica per mesi come veri criminali, tutti assolti.

Per andare ancora più a ritroso avevano usato in passato la stessa espressione (“bufera”) anche quando indagarono Vasco Errani, Luciano D’Alfonso, Salvatore Margiotta, Alberto Tedesco, Giorgio Nugnes, tutti amministratori e parlamentari del PD di cui Renzi era segretario, poi ASSOLTI nei processi.

E ricordiamo il can can mediatico sul “sistema Sesto” al centro del quale c’era Filippo Penati, pagine e pagine di giornale dedicato a ciò, editoriali e diffusione di intercettazioni con condanna a priori. Poi si fa il processo e, voilà, i magistrati giudicanti stabiliscono che NON ESISTE NESSUN SISTEMA SESTO.

E ricordiamo inoltre la sentenza di impresentabilità gettata come una macchia indelebile da parte della rancorosy contro Vincenzo De Luca per due processi che aveva in corso ed anche in quel caso giornalate ed inchieste giornalistiche a gogò e titoli urlati. E dopo tutto ciò i processi si fanno e De Luca è ASSOLTO DA TUTTE LE ACCUSE.

Ricordate infine le due campagne mediatico giudiziarie che portarono l’una alle dimissioni della ministra Guidi e l’altra con l’indagine a carico del Sindaco di Ischia, amico di Renzi, Giosy Ferrandino? La prima la chiamarono pomposamente Tempa Rossa, la seconda riguardava la CPL Concordia, finita la prima in un binario morto senza indagati e la seconda con archiviazioni ed assoluzioni.

E infine l’ultima, i cui effetti sono ancora in corso, parlo della indagine di Firenze sulla fondazione Open e che ha avuto l’effetto di frenare ma non bloccare la vitalità di Italia Viva, la nuova formazione politica nata alla Leopolda.

Per non parlare della character assassination scientifica contro Maria Elena Boschi riassunta in questo articolo tra i più completi mai scritti sulla questione: IL CASO ETRURIA È ora di restituire l’onore a Maria Elena Boschi.

Dobbiamo purtroppo prendere atto (ed attrezzarsi alla bisogna) che viviamo in un mondo in cui nella comunicazione politica, come diceva Casaleggio, ciò che è virale diventa vero e che è difficile combattere contro questa campagna semplificatrice, forcaiola, manettara e giustizialista.

E per provare a mettere un tassello in questo faticoso sforzo di rendere virale la verità provo a dimostrare che, contrariamente a quel che si dice, il governo Renzi in futuro sarà ricordato come il Governo dell’ANTICORRUZIONE.

E BISOGNA DIRLO ALTO E FORTE.

Perché, come disse all’epoca Davide Ermini, attuale vice del CSM, il governo di Matteo Renzi è il governo che ha fatto di più contro la corruzione e non saranno le campagne mediatiche e le virilità dei grillofasci che potranno smentire un dato di fatto.

È stato innanzitutto il governo che per combattere veramente la corruzione ha scelto a presiedere l’ANAC un giovane magistrato come Raffaele Cantone, un incorruttibile che ha il merito di aver portato a processo e fatto condannare il clan dei casalesi. E gli ha dato carta bianca dotandolo delle risorse e dei mezzi necessari che Cantone aveva chiesto per accettare l’incarico.

Ma è stato anche il governo che ha introdotto il reato di autoriciclaggio, atteso da decine di anni e che consentirà di impedire il reinvestimento delle somme provento di reato.

È stato il governo che ha reintrodotto il reato di falso in bilancio con una normativa che porta pene severe ma al tempo stesso scandisce le fattispecie in relazione alla grandezza dell’impresa.

È stato il governo che ha aumentato la pena per il reato di corruzione (minimo 6 anni - massimo 10 anni). Al tempo di mani pulite la pena massima era di anni 5. La pena massima di allora era più bassa della pena minima stabilita con questo governo.

È stato il governo che ha cancellato la ex Cirielli, la legge ad personam sulla prescrizione voluta da Berlusconi, ed è stato il governo che ha aumentato a 12 anni e mezzo gli anni previsti per far scattare  la prescrizione il reato di corruzione , trovando il giusto equilibrio tra le esigenze dell’accusa e quelle della difesa.

È stato il governo che ha introdotto forme di premialità per i collaboratori di giustizia in tema proprio di reati corruttivi.

È stato il governo che ha riscritto il codice degli appalti che impedirà, scontando però per questo una farraginosità della norma, il formarsi di percorsi che possano al loro interno creare comportamenti illeciti.

È stato il governo che ha portato alla riforma dei cosiddetti ecoreati e dell’ormai tristemente famoso disastro ambientale.

Ma, si dice, bisogna mettere i magistrati in condizione di lavorare meglio.

Certo, e questo era quanto si apprestava quel governo dopo aver affrontato l’accelerazione e la riforma dei processi civili.

La sconfitta del referendum e le conseguenti dimissioni di Renzi da premier hanno interrotto quella stagione riformista che avrebbe dovuto consentire ai magistrati di avere un carico di lavoro minore e quindi accelerare i tempi dei processi rendendo la prescrizione una eccezione e non la regola.

E da lì bisognava ripartire oggi invece di affrontare il tema dalla coda come hanno imposto i 5 stelle con la Riforma Bonafede.

Dalle cose che abbiamo detto, e soprattutto non in base alle chiacchere ma ad atti compiuti ed a leggi approvate, è lapalissiano che quel governo di cui molti nell’attuale PD sembrano vergognarsi è stato un un vero governo anticorruzione, nella consapevolezza certo che la corruzione è un male diffusissimo nel nostro paese e coinvolge le intere classi dirigenti, compreso anche pezzi consistenti di società civile (anche, e sempre più spesso, di quella società civile che urla e si agita denunciando l’immoralità dilagante e che poi, come è avvenuto più volte in Sicilia, si è scoperto essere una copertura di comodo per attività illegali, la cosiddetta mafiosità di una certa antimafia).

Letto 6698

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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