NOI CI SIAMO!
Dagli attivisti in rete un appello a chi è stanco, a chi pensa di farsi da parte ed oggi si sente impotente ma non si rassegna di fronte al peggiore governo della Repubblica Italiana
- Scritto da manrico.social
- Pubblicato in Politica
Siamo cittadini che si riconoscono in un campo ampiamente progressista, alternativo alle forze populiste e nazionaliste oggi al governo e che non credono, come dicono in tanti, che ci dovremo tenere la destra al governo per almeno 20 anni.
Vogliamo combattere l’ondata di pessimismo che sta annichilendo tanti bravi ed onesti attivisti togliendo loro la voglia di continuare a impegnarsi, pessimismo seminato a piene mani dalle stesse centrali della disinformazione che hanno messo in moto la macchina della paura.
Vogliamo continuare a sperare in un rinnovamento radicale del centrosinistra che riprenda la strada del 2014 senza compromessi al ribasso e senza annacquamenti della radicalità riformista.
Continuiamo a ritenere che l’esperienza di governo del PD dal 2014 in poi sia stata una esperienza di governo dirompente verso vecchie abitudini, incrostazioni burocratiche, modi di pensare consolidati.
E siamo preoccupati per la deriva estremistica, rancorosa e piena di risentimento propria degli esponenti che oggi danno vita al governo del Paese.
La qualità dell’odio che la Lega ed i 5 stelle riversano ogni giorno nella vita politica e sociale rischia di fratturare definitivamente la società italiana fino ad esiti imprevedibili e che dopo il secondo dopoguerra sembravano ormai scongiurati.
Non pensiamo sia possibile fermare questa deriva estremista attraverso dialoghi inattuabili e approcci tutti politici. Il giusto obiettivo di dividere il campo di governo si raggiunge mettendo con forza le mani nelle loro contraddizioni, smascherando l’abisso che c’è tra le loro parole ed i fatti. E pensiamo che per fare questo bisogna smettere di sottovalutare l’importanza delle strutture comunicative nella consapevolezza che “comunicazione” è “potere”.
Veniamo tutti da storie molto diverse, ci incontriamo nella vita e sui social e sui social interagiamo con centinaia di migliaia di persone a viso aperto, con i nostri nomi ed i nostri cognomi, con i nostri profili e attraverso i gruppi di cui facciamo parte. Siamo un pezzo importante di quel popolo di centrosinistra a cui tutti fanno riferimento ma che nessuno conosce davvero.
Siamo fortemente europeisti anche se vediamo i limiti di una esperienza europea che rischia di tirare la volata nel 2019 ai sovranisti ed agli estremisti.
Siamo consapevoli che non bisogna tornare indietro ad una concezione della politica in stile 900 e che l’esperienza fatta dopo il 2014 segna in ogni caso uno spartiacque profondo tra un prima ed un dopo del centrosinistra e del PD.
Abbiamo la certezza che la fine di un vecchio mondo non è la fine del mondo. E sappiamo che ad un mondo completamente cambiato si risponde con una cassetta degli attrezzi completamente nuova e che soprattutto bisogna evitare di andare a caccia di farfalle con i buchi del retino troppo larghi.
Abbiamo visto attorno a noi troppo attendismo, troppe incertezze, troppe discese dal carro. E per questo ci siamo decisi a fare questo appello e a partire dalla base senza aspettare che qualcuno ci desse il via.
Ci rivolgiamo a tutte le persone che hanno creduto in questi anni ad un sogno, quel sogno che poteva tenere insieme il pensiero liberale, il solidarismo cattolico e l’umanesimo socialista, quel sogno che aspirava a tenere insieme lo sviluppo dei diritti sociali e civili con la crescita delle opportunità e delle capacità e con la spinta ad un’economia basata sul valore dell’impresa.
Alla crisi evidente delle ragioni della sinistra non si risponde rispolverando vecchie liturgie, vecchi miti e vecchi vessilli. Siamo consapevoli che, nel secondo decennio del 2000, non ci aiutano né un pensiero socialista anchilosato e poco produttivo né la ricerca di una terza via ormai demodé.
Abbiamo di fronte a noi un percorso tutto da inventare e siamo consapevoli che la sconfitta del 4 marzo è stata essenzialmente causata non dal troppo riformismo ma dalla debolezza, nell’ultima fase, dopo la sconfitta referendaria, della spinta riformista. E questo appello serve a dire che noi ci stiamo “se e solo se” quel riformismo sognatore riprende forza.
Ci appelliamo con questo spirito a chi è stanco, a chi pensa di farsi da parte, a chi lotta da una vita ed oggi si sente impotente ma non si rassegna di fronte al peggiore governo della Repubblica italiana.
Moltiplichiamo invece la nostra presenza ovunque, nei quartieri e nei paesi, sui social, profilo per profilo, account per account, diamo vita a comitati e associazioni, creiamo luoghi di incontro tentando di mettere insieme le differenze.
Noi ci siamo. I nostri gruppi sui social sono a disposizione di questo obiettivo e crediamo sia necessario ridare fiducia e speranza a tanta gente che a quel progetto ha creduto e vuole tornare a credere.
In questo contesto l’appuntamento della Leopolda è fondamentale, allargando i suoi orizzonti ed includendo ancora di più per diventare un catalizzatore delle diversità. L’energia positiva dai connotati inclusivi che storicamente si sprigiona dagli appuntamenti leopoldini va canalizzata verso l’obiettivo di generare una rete complessa dove i suoi nodi siano da un lato le concrete realtà associative territoriali che affrontano singoli temi e dall’altro le forze coagulatesi sul web di cui i gruppi firmatari di questo appello sono solo una prima e ancora limitata espressione. Tutto il contrario cioè di chi dietro le parole unione, ricostruzione e altro nasconde la cooptazione di vecchi arnesi ormai avulsi dalla contemporaneità.
Riteniamo di avere le idee giuste. Ma abbiamo imparato a nostre spese che questo non basta e che è necessario anche trovare le parole giuste per trasmetterle e le gambe su cui farle camminare.
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CHI SIAMO
netDEM nasce con l’ambizione di costruire una rete che connette i vari gruppi su Facebook ispirati alla politica riformista dei 1’000 giorni ed i cui membri hanno voglia di impegnarsi civilmente.
Sono gruppi caratterizzati dalla non esclusiva presenza on line, infatti alcuni di loro svolgono iniziative on life, incontri, dibattiti, approfondimenti.
La rete netDEM, nel rispetto assoluto delle caratteristiche e delle sensibilità di ogni gruppo vuole essere un moltiplicatore di energia, l’embrione o la scintilla di un modo più strutturato dei democratici di stare nella rete partendo dal basso.
Nella consapevolezza che il fronte democratico debba ampliare il suo impegno nella “comunicazione” on line per attrezzarsi a rispondere alla offensiva che da tempo le forze sovraniste globali hanno scatenato utilizzando il web ed i suoi algoritmi.
Bisogna dare robustezza al nostro impegno sulla rete e netDEM si pone l’obiettivo di sostenere la nascita e la crescita dei gruppi aderenti implementando sia l’attività online che quella onlife (non solo iniziative di discussione ed approfondimento ma anche veri corsi di formazione su come si deve stare sul web).
Per rendere concreto tutto questo è necessario costituirsi ufficialmente in Associazione con regole semplici ma precise, che costruiscano una rete solida lasciando piena autonomia ai singoli nodi.
E la prima regola da rispettare è quella di evitare il più possibile riferimenti, nei loghi e nei nomi dei nostri gruppi, al PD o a politici del PD, anche adeguandoci in seguito. Questo è necessario se vogliamo essere anche gli incubatori di quei comitati civici di cui Renzi ha più volte parlato.
L’Associazione deve vincolare i suoi soci al mutuo sostegno, che si estrinseca nel reciproco supporto on line, nella condivisione degli appuntamenti on life ed in tutto ciò che troveremo opportuno, ed offrire servizi, ad esempio il supporto grafico ed un minimo di supporto legale e fiscale.
Nelle attività di mutuo sostegno rientra pienamente lo studio, la definizione, l’attuazione di strategie comuni. Tra queste strategie comuni indispensabile è la costruzione di una pagina Facebook di netDEM.
Clicca sull'immagine dei gruppi sottoscrittori (150'000 iscritti in tutto) per chiederne l'iscrizione
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