A che gioco giocate, signori dei giornali?
Si dipinge un quadro politico in cui questo club di commentatori ha rinunciato del tutto a segnalare problemi, limiti, pericoli che riguardino i due grandi competitors del PD, 5 Stelle e Destra
- Scritto da Umberto Minopoli
- Pubblicato in Politica
Ormai è chiaro il copione del commento politico professionale, cioè del club dei dieci/quindici opinionisti che fanno l'opinione istituzionale e ufficiale sulla situazione politica italiana.
Non è che ci sia una regia: editorialisti, commentatori delle note politiche dei grandi giornali, talkshow men and women hanno strategie diverse. Ma prevalgono, nella rappresentazione politica, alcuni topos e luoghi comuni. Che confezionano uno scenario semplice e unilaterale.
Che è questo: si dipinge un quadro politico in cui questo club di commentatori ha rinunciato del tutto a segnalare problemi, limiti, pericoli che riguardino i due grandi competitors del Pd, 5 Stelle e Destra. A leggere i giornali non c’è criticità osservabile nello stato, nella proposta politica, nella condotta di queste due aree politiche.
E' del tutto accettabile e plausibile che i 5 Stelle non abbiano uno straccio di idea o proposta plausibile in economia che non sia delirio assistenzialistico, demenzialità antieuro e baggianate demagogiche (reddito di cittadinanza) usate come brand pubblicitario. Ma niente: nessun commentatore li incalza, pone domande, quesiti, interrogativi.
E questi potrebbero andare al governo. Ma questa tragedia sembra non preoccupare il club dei commentatori.
E così per Berlusconi. Oggi tutti ne celebrano la genialità, l'esser tornato protagonista, la capacità di aver riunificato il centrodestra ecc. Nessuno che incalzi sul buco enorme di Berlusconi: tenere dentro la sua coalizione il populismo della Lega. Che fa della destra l'analogo dei 5 Stelle: una tragedia, in caso di vittoria elettorale, per il futuro dell'Italia.
Ebbene questa realtà non esiste per i nostri giornali-partito. Va tutto bene quanto a 5 Stelle e destra.
Questa pelosa benevolenza verso le opposizioni concorrenti del Pd è estesa anche agli oppositori di sinistra (interni ed esterni) del Pd. Nessun commentatore (fa eccezione Paolo Mieli) che incalzi Pisapia, Prodi, D'Alema, Orlando e compagnia cantando su qualche straccio di proposta di merito, contenuto, riforma, obiettivo economico di quella che evocano, come una nenia da prefiche, come la "colpa" di Renzi: la coalizione a sinistra.
Nessuno che chieda: ma coalizione perché', per che cosa, per quale proposta di governo? E con chi? Con chi si è appena separato dal Pd per concorrere e sfidarlo nel voto proporzionale? Niente, nessuna domanda o interrogativo preoccupa il club dei commentatori.
E il Pd? La vulgata dei giornali-partito è imporre un cliché': Renzi è isolato e per questo perdente, si oppone alla coalizione (quale?) e per questo (dimenticandosi del congresso e delle primarie stravinte) andrebbe cambiato o ingabbiato.
Magari in un bel comitato di salute pubblica (da Pisapia a Franceschini) che gli leghi le mani e gli imponga la coalizione.
Commentatori politici seri ed oggettivi dovrebbero farsi un'altra domanda: rispetto alla prospettiva concreta che nel 2018 possa prevalere l'avventura dei 5 Stelle o l’ambiguità irrisolta del centrodestra con la Lega, ha un senso, logico e democratico, contribuire a destabilizzare il Pd?
Il governo Renzi, ma Il Corriere e La Repubblica lo rimuovono, ha portato l'Italia fuori dalla crisi e l'ha rimessa sul tracciato della normalità. Il governo Gentiloni ha usufruito dei risultati e ha continuato il programma e l'azione di Renzi.
Commentatori seri ed oggettivi, e ispirati dall'interesse nazionale, dovrebbero sapere, in cuor loro, che il pericolo italiano è che nel 2018 si rovesci questo segno positivo degli ultimi 4 anni e che il paese precipiti in un'avventura: il governo con i populisti dei 5 Stelle o della Lega e dell'estrema destra.
Torneremmo ad essere un problema per l'Europa e per gli investitori. A che gioco giocate, signori dei giornali?
E dunque: più oggettività e prudenza su Renzi: picconarlo con accanimento è non solo ingiusto ma demenziale. Se perde il Pd non vince Gentiloni. Vincono i 5 Stelle e Salvini.
Aprite gli occhi, voi penne dei giornaloni!
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Umberto Minopoli
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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