La prova del nove. Gli altri o il PD?

Il PD o gli altri? Proviamo a fare il contrario

Letto 8489
La prova del nove. Gli altri o il PD?

Non c’è trasmissione televisiva, giornale, dibattito che non abbia, ormai da 4 anni, ad oggetto Renzi.

Quello che ha fatto, quello che dice, quello che pensa, quello che farà, quello che potrebbe fare. Ci sono analisti politici, veggenti che passano ai raggi X il personaggio le ambizioni, le azioni, le intenzioni.

In base a ciò, bocciano lui ed il suo partito, di conseguenza promuovono altri.

Proviamo ad invertire il processo.

Di Renzi sappiamo tutto, la realtà e la verità alternativa (quella dei social e lo storytelling quotidiano).

Renzi democraticamente (in base alle regole previste dallo statuto del PD) è diventato per due volte segretario del Partito Democratico. In base alle richieste venute dall’interno del suo partito è diventato premier (Speranza ha confermato). 

I famosi 1000 giorni.

In questi mille giorni ha preso il Paese con un PIL a – 1,5%, una disoccupazione al 13,4% una disoccupazione giovanile al 43%, un deficit annuo al 3,2%, un debito al 126%.

Il 4 dicembre, avendo perso il referendum costituzionale, si è dimesso ed ha lasciato il Paese con un PIL a 1% (atteso per il 2017 al 1,4%), una disoccupazione  all’11,5%, una disoccupazione giovanile al 35%, un deficit annuo al 2,1%, un debito al 132%.

Troppo poco? Si doveva fare di più? Giusto. Si poteva fare di più. Come?

Da ricordare che in questo periodo era passata in parlamento la famosa riforma costituzionale, poi bocciata dai cittadini in sede di referendum, che prevedeva l’abolizione delle province, la riduzione del numero dei parlamentari, e la semplificazione del processo legislativo, nonché l’abolizione del CNEL. Solo per dire, che se la riforma, giusta o sbagliata nel merito, fosse andata in porto, quel governo avrebbe avuto un risultato storico.

Ammettiamo che i provvedimenti posti in essere da quel governo, come giudicato dalla stampa e dagli analisti politici, siano stati tutti sbagliati, e quelli non sbagliati sono stati insufficienti, tanto che l’opinione boccia quel governo, boccia Renzi e boccia il PD partito che egli rappresenta. E decide di votare altri.

Chi sono gli altri e cosa propongono?

Partiamo da quelli più vicino: Art1 MDP di D’Alema e Bersani.

Questi sono fuoriusciti dal PD (scissione), perché Renzi viene definito uomo solo al comando e di destra. Qualcuno più scaltro dice che sono andati via perché non avrebbero avuto la garanzia di essere ricandidati.

Per cui, dal primo giorno della sua segreteria lo hanno criticato.

Cosa propone Art. 1 MDP: una patrimoniale per abbassare il debito (fin qui nulla di strano, se non che essendo appena usciti da una depressione, sarebbe sconsigliabile), l’abolizione del Jobs Act (riforma del lavoro), ancora interventi sulle pensioni (quelle alte, dai 3000 euro lordi in su, netti sotto i 2000 euro), maggiore spesa per investimenti (naturalmente in deficit quindi debito in su), ecc. ecc.

Sarebbero credibili se la patrimoniale l’avessero fatta in passato quando hanno governato due volte con Prodi, una volta con D’Alema ed una volta con Letta; se non avessero fatto cassa, invece, sulle pensioni con la legge Fornero.

M5S di Grillo e Casaleggio

Per questi nessun governo precedente ha fatto bene, ogni provvedimento è sbagliato, i politici tutti sono ladri, insomma come diceva Bartali “l’è tutto da rifare”.

Vediamo che idea hanno loro per rifare tutto.

Intanto anche loro usano dire di Renzi che l’uomo solo al comando (questa è un po’ comune a tutti gli altri partiti, poi vedremo LORO quanta democrazia interna hanno).

Rimaniamo al M5S. Loro hanno due capi che non possono essere contestati, almeno apertamente, altrimenti si è espulsi. Grillo, garante del movimento, il quale ha il potere di annullare anche consultazioni fra gli iscritti come è successo a Genova.

Casaleggio, figlio, che è il capo di tutta l’organizzazione (Rousseau), quindi la macchina informatica, di marketing, pubblicitaria, e dagli ultimi eventi anche la strategia politica. Democrazia interna? Anche gli opinionisti a loro favorevoli ammettono che non c’è democrazia interna.

Cosa propone il M5S? L’unica cosa chiara, che ripetono allo sfinimento è il reddito di cittadinanza. Un po’ poco per risollevare le sorti di un Paese; anche perché, non si è capito chi dovrebbe beneficiarne e quando dovrebbe percepire, per cui gli oneri che comporterebbe variano dai 25 ai 95 miliardi annui.

La loro posizione sull’Europa è ondivaga. A volte sono contro l’Europa in se per se; a volte sono per l’Europa ma contro l’Euro; a volte parlano di moneta parallela. In verità le idee non sono chiare, e ne ci tengono tanto a chiarirle. Gli ultimi posizionamenti, sia strategici che di piazza, identificano il movimento su posizioni di destra o destra estrema, anche se loro rifiutano di identificarsi con quello che dicono essere la vecchia politica.

Il materiale politico è quello che è; il loro candidato a presidente del consiglio è Di Maio; per pietà evito di riferire le ultime gaffes di questo povero ragazzo, che solo per la sua incoscienza e diciamolo faccia tosta, va in giro a fare figuracce una dietro l’altra. In realtà, come è successo a Roma (amministrata dalla Raggi) anche Di Maio se un giorno dovesse diventare premier, godrebbe della regia della Casaleggio & associati. Insomma alle elezioni si vota per i vari candidati, ma già sappiamo che a governare sarà Casaleggio junior con il suo staff (che nessuno conosce).

Insomma per chi volesse immaginare il futuro del nostro Paese a 5Stelle, consiglio di leggere il libro di George Orwel “1984”. Un governo del “grande fratello”. Altro che democrazia diretta!

La Lega di Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Qui siamo nel populismo puro. No Europa, No Euro, NO migranti, NO banche, NO tasse, NO tutto.

Ma cosa propongono, un ritorno al nazionalismo (sarebbe una catastrofe per l’Italia, del resto gli inglesi dopo il referendum che ha determinato la Brexit, stanno prendendo coscienza di quello che li aspetta); una flat tax, che è la cosa più iniqua che c’è; fortunatamente in costituzione viene sancita la progressività che è una garanzia di equità (il problema italiano è che c’è tanta evasione, ed è questa che crea iniquità.

Per quanto riguarda i migranti, continuano a proporre le loro ricette aleatorie che non tengono conto della dimensione del fenomeno e dei trattati che ne regolano l’approccio. Certo sul quel fronte si può fare di più, ma andrebbe affrontato con più realismo, semmai in maniera univoca e non divisa dalla politica italiana. Insomma fare fronte comune, ma con realismo.

Proviamo ad immaginare un Salvini Presidente del Consiglio: saremmo fuori dall’Europa, torneremmo alla lira (aiuto), via gli studi di settore (viva l’evasione), una flat tax (dove chi guadagna 20.000 euro pagherà la stessa percentuale di chi ne guadagna un milione. Chi ci guadagnerebbe?). Per quanto riguarda poi il programma politico, inteso come sistema organico, ci sono tanti buchi, ma questo è dovuto alla improvvisazione della campagna populista, che tende comunque a seguire il malcontento e non a perseguire la soluzione dei problemi.

IL CAOS.

Per ultimo, arriviamo al redivivo Berlusconi, Forza Italia.

Sembrerà assurdo, ma è l’unico partito che, avendo già governato ed imposto una politica per il Paese, fa meno paura. Non condividiamo nulla del programma, che è chiaramente liberista, ma non si propone di portarci un una avventura di cui nessuno conosce gli esiti.

Chiaramente, per brevità, si è solo potuto accennare all’analisi degli “altri”. Però per la prima volta si comincia ad invertire, a cambiare il gioco perverso a cui si è assistito finora.

Sarebbe bello cominciare ad approfondire la proposta politica dei cosiddetti “altri”, quelli che molti andranno a votare semplicemente perché a loro, a torto o a ragione, non piace Renzi e questo PD.

A queste persone vorrei ricordare un vecchio saggio: chi lascia la via vecchia per la nuova sa quello che lascia non sa quello che trova. Consiglio di valutare bene la nuova strada che vanno ad intraprendere, sia ai giovani perché decidono il loro futuro, sia ai vecchi perché avranno la responsabilità di gettare le basi di un mondo per i loro figli e nipoti.

Letto 8489

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Francesco Coraggio

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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