Un po’ di ironia e anche un po’ di serietà
I governi D'Alema, Amato, Prodi e Letta non hanno fatto nemmeno la metà né nulla di meglio di quanto fatto nel governo Renzi
- Scritto da Giuliano Malinverno
- Pubblicato in Politica
Certe persone che si autodefiniscono di sinistra proprio non le capisco. Se la prendono con Renzi perché avrebbe lasciato un deserto, un'autostrada a sinistra. Ma caspita, dico io, che fantastico! Quello spazio immenso potrà finalmente essere riempito dalla vera sinistra. I partiti ci sono, i dirigenti anche, i politici navigati pure... I programmi, i contenuti...anche. Di che lamentarsi. Ora quelle masse potranno dare sfogo e voti a valanga per far rinascere quella sinistra che non c'è più da anni. Se fosse stata tutta colpa di Renzi, dovrebbero invece ringraziarlo.
Se invece vogliamo essere seri e onesti, e andassimo a vedere i fatti e la storia di questi anni, dal 1980 in poi, vedremo che con questa favoletta autoconsolatoria Renzi c'entra poco o nulla. La sinistra ha fatto tutto da sé. Ma conviene sempre dare la colpa agli altri.
Io non ho mai votato PD e nemmeno Renzi. E non me la prendo con lui per l'enorme calo di voti a sinistra. Anzi, cercando di essere giusto, lo ringrazio per tante cose che ha fatto e dato a un Paese che ha ricevuto allo sfascio, in crisi profonda, quasi in bancarotta, con una coalizione governativa stramba a dir poco, e ha lasciato con tante cose positive che solo la mediocrità e il risentimento impediscono di vedere ed apprezzare. Mi riferisco alle tante, tantissime leggi che in tanti aspettavano e da tanto tempo. Leggi che in tanti ora si affrettano a dimenticare: l'autismo e il caporalato, il dopo di noi e gli ecoreati, le coppie di fatto e tantissime altre. Qualcosa di poco conto? Di troppo poco? Di insufficiente? Persino di sbagliato? I governi D'Alema, Amato, Prodi e Letta non hanno fatto nemmeno la metà né nulla di meglio di quanto fatto nel governo Renzi.
Detto questo, aggiungo e concludo, io me la prendo con la sinistra, invece. Perché in tutti questi anni, dalla morte di Berlinguer in poi, non è riuscita, non ha saputo riempire quel vuoto da lui lasciato. Un'indecente e insopportabile incapacità di capire le trasformazioni, i cambiamenti. Una superficiale e sciatta propensione alla demagogia spicciola. Un'incoerente facilità per la banalità e un’insaziabile passione per l'autoghettizzazione. Dopo la Bolognina e lo scioglimento del PCI, avevo sperato nella capacità e volontà di unirsi e proporsi come alternativa. Il PRC mi era sembrato un modello. Ci ho sperato poi con SEL. Ora non ho una casa politica. E non avendo dogmi religiosi e nemmeno politici, non mi lego a un partito ma condivido e sostengo quelle azioni, leggi e provvedimenti che migliorano la vita e portano giustizia dove non ce n'è.
E come persona che sbaglia e sa che sbagliare è normale, cerco di capire quando l'errore si fa in buona fede, e merita la critica ma anche la comprensione, e quando si fa intenzionalmente, e la mia comprensione finisce. Per questo ringrazio per le cose fatte, capisco che i grandi cambiamenti non avvengono in poco tempo, so che alcune riforme hanno tempi lunghi per dare i loro frutti, critico ciò che non condivido e resto in attesa che a sinistra qualcosa si muova e faccia di meglio. E se Renzi e il PD non riescono a convincermi che non esista una possibile, realistica e necessaria alternativa al capitalismo, non mi faccio prendere nemmeno dall'anti-renzismo che acceca la capacità di vedere, analizzare e ragionare. E perché no, apprezzare le cose positive.
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Giuliano Malinverno
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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