La dissennata rassegnazione alla vittoria del m5s

La politica tradizionale ha già forse accettato anticipatamente il trionfo del Movimento più pericoloso di sempre?

Letto 9706
La dissennata rassegnazione alla vittoria del m5s

In Italia, la Sinistra e la Destra vivono oggi un’avventura parallela. Mentre, dopo la scissione, il Pd è impegnato nella lotta per le primarie, Forza Italia si conta e, assieme a Lega e a FdI, fa prove di ricompattamento in vista delle prossime elezioni. Ma se a differenza della Sinistra (che, spesso in coincidenza delle consultazioni, insegue nuovi orizzonti relativi alla scissione dell’atomo), alle urne la Destra si è sempre dimostrata coesa, oggi anche da quelle parti c’è scarso entusiasmo.

Sinistra e Destra sembrano osservare immobili l’avanzata del M5s che – malgrado flop e autoritarismi – continua a salire nei sondaggi o, nella migliore delle ipotesi, a restare stabile.

Si assiste quasi a una “congiura cosmica” per favorire la vittoria del M5s alle amministrative, e a quelle politiche del 2018. Stampa e Tv sembrano preda di un sortilegio e paiono molto poco incisive con il Movimento quanto invece spietate con i partiti tradizionali. Portavoce grillini si susseguono nei talk show e, senza contraddittorio, attaccano questo o quell’esponente di altri partiti (in primis il Pd) e al telespettatore non grillino sembra di essere finito in un incubo senza uscita. L’intervista a Davide Casaleggio a Otto e Mezzo è stata il culmine della “genuflessione” mediatica alla forza politica più pericolosa per questo Paese.

Si respira, insomma, una certa aria di rassegnazione per il trionfo del M5s. In molti sostengono che, per sbarazzarsene, sia utile farli arrivare al Governo per costringerli a dimostrare la loro inadeguatezza, come a Roma; dimenticando che il flop Raggi non sembra averli scalfiti.

Auspicare che il M5s governi perché si estingua è come sguinzagliare in città un branco di velociraptor sperando che, una volta sazi, se ne andranno. Quanti anni di agonia occorrerebbero per liberarci di questa pericolosa forza politica se dovesse governare? In quali condizioni lascerebbe il Paese? E siamo sicuri che piazzare al Governo una Srl che opera in rete, di cui ben poco sappiamo, non prefigurerebbe un conflitto d’interessi di gran lunga superiore a quello imputato a Silvio Berlusconi, dal momento che la Casaleggio & Associati avrebbe legittimamente accesso ai dati sensibili di tutti gli italiani?

Una catastrofe di dimensioni inimmaginabili.

Che il Pd e gli altri partiti, quindi, mettano da parte faide interne, lotte di potere, calcoli per la leadership, e s’impegnino in primis a far risorgere una sana contrapposizione fra avversari storici ma vicendevolmente rispettosi, con il bene di questo Paese quale priorità assoluta, arginando forze destabilizzanti che minano il tessuto socio-culturale della società civile profittando spesso dell’ignavia o delle difficoltà dei partiti tradizionali.

Letto 9706

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Marco Zonetti

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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