Di distinguo si può morire
Per un PD che perde la Marzano i cittadini vincono diritti civili
- Scritto da Fabio Lazzaroni
- Pubblicato in Politica
Michela Marzano abbandona il gruppo PD della Camera perché, pur avendola votata – e ci mancava pure che non lo facesse - ritiene che la legge sulle unioni civili non corrisponde più ai suoi principi perché orfana della parte sulle adozioni. Integerrima, non c’è che dire.
Ma detto che i suoi principi, per altro identici a quelli della stragrande maggioranza del suo ex partito, sono bellissimi e meritevoli di rispetto, resta la domanda: questa legge sarebbe passata lo stesso con i numeri a disposizione della maggioranza? Pur reintroducendo le adozioni alla Camera il provvedimento sarebbe tornato di nuovo in Senato e quel che è successo la volta precedente lei dovrebbe ricordarlo bene. Se tutti, seppure a malincuore, avessero votato in nome dei suddetti principi sarebbe stato un disastro immediato e definitivo, altro che un lungo Vietnam. Tutto sarebbe rimasto come è sempre stato e hai voglia poi a mettere nastrini arcobaleno e imprecare contro il fondamentalismo cattolico o i grillini traditori.
Per vincere in Parlamento servono i numeri. Sarà brutale e scomoda ma questa è la regola. Altre non ce ne sono.
E del dover tenere sempre bene presenti i rapporti di forza lo sapevano bene gli stessi padri, da Lenin a Togliatti, da Gramsci a Berlinguer, cui pretendono di riferirsi i Vendola, i Fassina e i Civati con tutto il loro seguito di cercatori di pelo nell’uovo. Di questi padri preferiscono ostentare i ritratti senza far nulla per attuarne il messaggio. Quando la mediazione è l’unica possibilità per spuntare un risultato loro si tirano indietro, schizzinosi più che inorriditi. La scuola dei Rossi, Turigliatto e Bertinotti ci ha consegnato personaggi tanto utili per i dibattiti quanto inutili al momento di decidere.
Al Senato la legge sulle unioni civili è passata anche grazie ai voti di Verdini e questi geni assoluti hanno gridato al tradimento. Non importava una vittoria che si aspettava da sempre. No, il male assoluto aveva conquistato il potere. E se poi al coro si sono aggiunte le voci bianche di Speranza e Gotor la prova era certa, nevvero?
Per loro invece è normale, è il Bene, aver votato puntualmente da due anni assieme ai lanzichenecchi di Salvini, ai reduci del mignottificio berlusconiano, ai nipotastri del Duce e ai profeti dell’insulto a cinque stelle. E farlo anche al referendum di ottobre con l’aggiunta di quei buontemponi di Casapound che si divertono tanto a pestare negri e gay. Tutto normale per questi maestri dal ditino alzato, sempre pronto a indicare il colpevole di turno. E la strada maestra che porta al baratro.
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Fabio Lazzaroni
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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