Learning to fly
Dalla cronaca alla storia
- Scritto da Ernesto Consolo
- Pubblicato in Politica
L’appuntamento con la storia è arrivato. Dopo i soliti lustri di italico ritardo, in cui il trenino della politica, come quello de “La Grande Bellezza”, ha girato a vuoto. La legge ha una tale potenzialità da rendere velleitari tutti gli ostacoli e rinnovare dalle fondamenta la famiglia e, di conseguenza la nostra società. Non è una normativa da accantonare tra quelle che fanno la fine delle grida manzoniane: utili solo per i potenti e inefficaci per i deboli, tra cui migliaia di bambini, vittime non occasionali di una riforma incaprettata a lungo dall’ipocrisia. L’efficacia della legge giustifica dunque il (momentaneo) congelamento della stepchild adoption e la forzatura del dibattito. Che è stato, secondo alcuni, una parentesi succulenta, secondo altri, truculenta. Dalla palude della paura del centro-destra, emergono solo la Bernini e la Brambilla, che non riescono a eludere il loro ruolo di rappresentanti dei cittadini. Mentre Giovanardi e Gasparri, in cerca di nuovi stimoli, hanno fornito un innegabile contributo di novità, rendendo indifferibile la drastica riduzione del numero dei nostri senatori.
Mirabile, tanto da diventare paradigmatico, il comportamento dei Cinque Stelle, che all’ultimo momento sbugiardano i loro tre parlamentari che avevano votato il testo originario in commissione dopo lunghissime sedute notturne. Viene così silurata non la riforma, né i diritti civili, ma semplicemente l’anima originaria del Movimento e la stessa sbandierata libertà di coscienza. I grillini stavolta, non potendo giocare di sponda con i social, finiscono nella terra di nessuno. Dove non è consentito strumentalizzare. Quelli tosti come la Cirinnà e Scalfarotto continueranno a lottare in mezzo alle spaccature tra laici e cattolici, e tra cattolici e cattolici, per avvicinarci alla Spagna di dieci anni fa e alla normativa inglese voluta addirittura da James Cameron. Dal silenzio assordante di SEL emerge invece che della legge sarebbero stati soddisfatti tanti che non ci sono più, ma che hanno consentito di arrivare fin qui: da Nilde Jotti a Pietro Ingrao, da Peppino Impastato a Mauro Rostagno.
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Ernesto Consolo
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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