Ma Bersani e Speranza stanno con la Bundesbank o con Matteo Renzi? Tertium non datur

La vera posta in gioco a livello Europeo. Dalla battaglia, rischiosa, di Renzi dipende il futuro dell’Europa. L’alternativa si chiama Le Pen, Farage, Grillo, Salvini, Orban. Non certo Mario Monti o Merkel. Spiegatelo pure ad Antonio Polito

Letto 7186
Ma Bersani e Speranza stanno con la Bundesbank o con Matteo Renzi? Tertium non datur

Lo scontro tra Mario Draghi e la Bundesbank è ormai evidentissimo.

Come ormai è evidente la battaglia che sta conducendo Matteo Renzi in Europa.

Ed è una battaglia importantissima dal cui esito dipendono le sorti della UE.

Tanti commentatori, tifosi della austerità tedesca e critici della posizione ferma del premier italiano, non hanno ancora capito che il futuro dell’Europa ha solo due prospettive, la prima democratica e liberale che punta alla crescita e alla espansione regolata, la seconda populistica e pericolosa per la democrazia.

La terza opzione, quella ordoliberista che punta al rigore, ai tagli, alla macelleria sociale per tenere i conti in ordine non ha futuro perché provocherebbe in tempi brevi il rafforzamento dell’onda populista che già si sta affermando in tanti paesi Europei (dalla Francia alla Gran Bretagna dall’Olanda al Belgio ai paesi nordici).

E quindi l’affossamento di ogni ideale Europeo.

I giornalisti come Antonio Polito ed i tecnici (politici elettoralmente falliti) come Monti lavorano (non so quanto consapevolmente) per il trionfo della vandea populista.

E per chi lavorano Bersani Cuperlo e Speranza che su questi temi, in questi giorni, sono afasici.

Forse che l’omino di Bettola, Robertino pallemosce e il biondo pensatore mitteleuropeo sperano che la Bundesbank gli tolga dai coglioni il ragazzotto fiorentino che finora li ha messi in un angolo?

Ma vediamo, aiutandoci con un articolo redazionale molto chiaro dell’Huffington post, qual è la posta in gioco da cui le forze di sinistra in Italia non dovrebbero distrarsi.

Scrive il giornale on line della Annunziata (ahimè mi tocca citarlo positivamente) che Mario Draghi vorrebbe al più presto varare nuovi e più incisivi stimoli monetari per far risvegliare l'inflazione dell'Eurozona, Berlino su questo punto da tempo cerca di frenare l'iniziativa del presidente.

E lo stesso Draghi, intervenuto al Parlamento europeo lunedì, ha esposto chiaramente tutte le sue perplessità all'iniziativa tedesca di attribuire un rischio ai titoli di Stato (costringendo le banche più esposte, come quelle italiane, a cospicui accantonamenti e quindi aumenti di capitale), eventualmente considerando anche un tetto per ciascun istituto.

Punto, questo, su cui Draghi non si è ancora espresso chiaramente ma a proposito del quale il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha invece annunciato di volere porre il veto.

Dietro a queste mosse ci sarebbe il tentativo di "disinnescare Draghi", che secondo il fronte dei paesi rigoristi con il Quantitiative Easing - attraverso l'abbassamento drastico dei rendimenti - avrebbe disincentivato molti Paesi, tra cui il nostro, a fare le riforme.

Un tetto del 25 per cento alla quota di titoli di Stato costringerebbe le banche a mettere sul mercato un enorme quantità di titoli.

Tutto questo neutralizzerebbe l'effetto Draghi, i rendimenti del debito italiani salirebbero e soprattutto tornerebbero sensibili agli umori degli investitori. Un Paese indisciplinato verrebbe subito sanzionato dal mercato attraverso il doppio canale del costo del debito e dei bilanci bancari.

E se questo che descrive l’Huffington è vero è quindi chiaro il livello a cui si colloca la battaglia intrapresa da Matteo Renzi il quale invece, seguendo una linea di politica economica più “omabiana”, si prepara a chiedere una radicale modifica del Fiscal Compact, a sostenere Draghi e a mettere il veto sul tetto alle banche alla quota di acquisto dei Titoli di Stato.

Sul punto il nostro premier in Parlamento è stato molto chiaro e sferzante:

Ci rendiamo conto che la vera questione delle banche in Europa riguarda la prima e la seconda banca tedesca. Io faccio il tifo perché quelle banche siano messe in condizioni di fare il bene dell’economia europea. Ma dobbiamo avere la forza di dire che nella pancia di molte banche europee c’è un eccesso di titoli tossici che deve portare l’Italia a prendere una posizione.

E qui l’affondo vero, il colpo di teatro: metteremo veto su ipotesi che vogliano mettere un tetto alla presenza di titoli di Stato nelle banche.

All’omino di Bettola continuiamo a chiedere se sta con Renzi o con la Bundesbank. Tertium non datur.

O meglio il terzo è dato ma si chiama Le Pen, Salvini, Grillo, Farage, Orban.

Letto 7186

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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