I pontefici dell’informazione contro Renzi

Fiumi di parole contro una leadership superiore ad ogni altra. Al livore di Ezio Mauro, la pigrizia di Antonio Polito, la saccenza ridens di Francesco Merlo, il ghiaccio tiepido di Stefano Folli, la fantascienza di Francesco Verderami, si uniranno altri campioni, che non erano di turno ieri. Poi arriveranno le consuete tesine dei professori, i politologi del dopopranzo. La vita è bella.

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I pontefici dell’informazione contro Renzi

Nei giornali i pontefici dell’informazione dedicano pagine e pagine all’ostensione di Matteo Renzi secondo la vecchia liturgia stampereccia a l’italienne. All’osso avrebbe sovvertito l’assetto politico italiano, non solo di maggioranza, esclusivamente per tornare sotto i riflettori e dire la sua su tutti i dossier più importanti. Peccato grave per uno che doveva solo scomparire.

Al livore di Ezio Mauro, la pigrizia di Antonio Polito, la saccenza ridens di Francesco Merlo, il ghiaccio tiepido di Stefano Folli, la fantascienza di Francesco Verderami, si uniranno altri campioni, che non erano di turno ieri. Poi arriveranno le consuete tesine dei professori, i politologi del dopopranzo. La vita è bella.

Il mostro, tornato inopinatamente alla ribalta, è descritto con un profluvio di aggettivi che sovrastano sostantivi e verbi, soprattutto le idee. Sempre quelle - da anni - a riempire i paginoni.

Refrattario, non conforme, intruso. Fiumi di parole, ma nessuno che si sia mai degnato di cercare di capire cosa sia e sarà a spingere così tante persone a riconoscergli una leadership politica che qualitativamente è superiore ad ogni altra. Compresa quella di Salvini, vista la prova.

Solo furbizia, spregiudicatezza, narcisismo e brama di potere? Solo genialità negativa fatta di colpi di mano e vendette? Solo una tifoseria coi cervelli ammassati in una qualche Leopolda?

Per anni hanno lamentato la mancanza di una leadership riformista che fosse in grado di cambiare il Paese e riportarlo al passo col mondo. Ma mitragliano su chiunque non consideri i loro mattinali come la lista della spesa da fare quel giorno.

Renzi non segue un tracciato culturale più profondo? Né centro, né sinistra, ma un cocktail democristiano, radicale, futurista? Per anni hanno invocato un sano pragmatismo, si sono fatti piacere di tutto e hanno trovato comprensibili pure i trogloditi plaudenti di Salvini.

Ma se Renzi si propone di riconnettere (ricostruire? riportare ai valori costituzionali?) il ceto medio, in vasta e profonda sofferenza, con quello imprenditoriale più lungimirante, innovativo e sensibile ai valori sociali, ambientali ed europei, andando a cercare entrambi dove sono, a Torbellamonaca o a Cernobbio, per loro è democristianeria residuale, moderatismo d’accatto, centrismo e furto con scasso. Troppo facile invitare i sommi sacerdoti a fare la conta degli ex dc di quelle antiche scuderie e di dove svernino oggi.

Può darsi che i numeri non siano subito grandi, soprattutto se ci si limita a fare la conta nei vertici, ma finalmente c’è un progetto per uscire da questo troppo lungo inverno. Non si vede? Non s’è capito? Ma chi avete seguito negli ultimi sette anni, Renzi o la caricatura di carta che avete mosso nel vostro teatrino delle ombre?

E, poi, dopo trenta anni che reclamate un progetto che non c’è, abbiate la pazienza (la decenza?) di aspettare trenta giorni e non divertitevi a scrivere solo retroscena da Novella 2000 per chi si vergogna di chiederla in edicola o pezzi di colore sulla Leopolda.

Letto 4680

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