Complesso del tiranno e sindrome di Weimar
La democrazia si rafforza quando è in grado di produrre decisioni
Devo dire che mi sto sforzando di trovare segni di deriva autoritaria nel combinato disposto Italicum/riforma Costituzionale.
Ma non riesco a trovare i segni di questo grave pericolo.
E continuo a ritenere che chi lo sostiene (grandi maestri del pensiero o semplici cittadini pensanti) sia affetto dal complesso del tiranno che, dopo settant’anni dalla liberazione dal fascismo paralizza molti sinceri democratici.
Io non ci trovo alcun pericolo nel fatto che un partito che vince le elezioni possa poi governare per 5 anni in tranquillità e poi lasciar giudicare agli elettori, la volta successiva, se ha governato bene o male.
Siamo pienamente in Europa e non vedo pericoli di derive autoritarie.
E semmai, se ci sono pericoli, essi dipendono da un altro tipo di preoccupazione, e mi riferisco a ciò che chiamerei sindrome di Weimar, quel regime democratico tedesco che, incapace di decidere, portò acqua al mulino nazista, consentendogli di vincere le elezioni negli anni 30.
Le Riforme non indeboliscono affatto i pesi ed i contrappesi previsti dalla Costituzione italiana, che rimangono intatti (dal ruolo di garanzia del Presidente della Repubblica, le modalità di nomina dei membri della Corte Costituzionale, l’autonomia piena della magistratura).
A meno che non si consideri un contrappeso il bicameralismo perfetto, un impalcatura istituzionale che abbiamo solo in Italia.
Chi, dentro il Partito Democratico, si oppone all’Italicum, devo però dire, lo fa in maniera confusa. Se c’è, come denunciano, un pericolo autoritario, lo si risolve forse con le preferenze, veicolo, a mio modo di vedere, di corruzione a causa dei costi assurdi delle campagne elettorali? Oppure lo si risolve riducendo i collegi per diminuire i capolista bloccati e quindi allontanandosi sempre più dal territorio a causa di collegi immensi? O ancora ripristinando la possibilità di coalizione anche al ballottaggio, immemori del circo barnum che era l’Unione e che tanto discredito ha gettato sul centro-sinistra?
No, io non vedo pericoli per la democrazia in questo meccanismo elettorale.
A meno che, ripeto, non si consideri un pericolo per la democrazia un governo che possa realizzare, avendone il tempo, quello che promette in campagna elettorale.
Semmai io vedo nell’intreccio tra Italicum e Riforma costituzionale un rafforzamento della democrazia, perché la democrazia si rafforza quando è in grado di produrre decisioni.
Se l’atteggiamento di parte della sinistra dem non fosse motivato soltanto dal desiderio di scalzare al più presto Renzi dal suo ruolo di premier e, se ci fosse più lucidità e sincerità di pensiero, io credo che la battaglia dovrebbe essere spostata verso i meccanismi attraverso cui si arriva alla decisione ed attraverso cui si attua quel metodo democratico di cui parla la Costituzione riferendosi alla vita interna dei Partiti.
La battaglia dovrebbe essere cioè spostata sul come coinvolgere i cittadini e gli elettori nelle scelte da fare, sul come rafforzare la democraticità dei Partiti e della loro vita interna, di come si costruiscono istituzioni consultive ramificate in tutto il territorio nazionale; in sostanza la battaglia dovrebbe essere spostata per ottenere la costruzione di moderni luoghi di partecipazione di massa in grado di fornire una bussola alle scelte politiche ad ogni livello.
Dati social all'8 febbraio 2016
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Enzo Puro
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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