In Italia è diventato reato parlare delle cose fatte nei 1000 giorni

Sembra che sia un reato da codice penale ricordare la miriade di riforme e provvedimenti presi durante i 1000 giorni. Nessuno più di un riformista è consapevole che c’è ancora tanto da fare. Ne siamo pienamente consapevoli. Perché siamo consapevoli che la crisi del 2008 ha acuito le sofferenze sociali e non possiamo certo dire di averle affrontate e risolte per intero (neanche Mandrake lo avrebbe fatto). Ma mai nella storia degli ultimi 30 anni c’era stato un Governo così capace di fare Riforme (non limitandosi solo alle leggi approvate in Parlamento ma approvando in Consiglio dei ministri le leggi delega previste dalle varie Riforme)

Letto 5144
In Italia è diventato reato parlare delle cose fatte nei 1000 giorni

È evidente che per vincere le elezioni bisogna saper proporre il futuro. E non dormire sulle cose fatte in passato.

Ma si può proporre il futuro, ed essere credibili, soltanto se ci si basa sulle cose che ci si era proposti di fare e che si è riusciti a fare.

 Berlusconi non è credibile proprio perché in passato non è stato capace di realizzare le cose che prometteva tanto che oggi è obbligato stancamente a riproporle. Il PD di Matteo Renzi invece ha realizzato almeno l’80% delle cose che si era ripromesso di fare. E su questo basa la sua credibilità per il futuro.

I Grillini non sono credibili invece perché non sanno di cosa parlano e sono una classe dirigente raccogliticcia e casuale (le pessime prove date a Roma, Livorno, Torino ed in tante altre piccole realtà lo stanno a dimostrare).

Se questo è l’ABC sembra invece che nel nostro paese sia un reato gravissimo ricordare la miriade di leggi approvate e provvedimenti presi durante i 1000 giorni. Anzi a volte sembra essere stato un reato l’averle fatte.

L’invito a non fare più l’elenco è continuo. Quasi ci dovessimo vergognare di quel che il PD e Matteo Renzi e la sua squadra di governo plurale hanno fatto.

Nessuno di noi nega che i problemi da risolvere sono ancora tanti. E che ciò che è accaduto negli ultimi 4 anni è solo l’inizio e che il meglio deve ancora venire. Ma non può essere una colpa ricordare cosa è stato fatto negli ultimi 4 anni.

Anche se noi riformisti siamo i primi a non accontentarci mai e siamo perennemente insoddisfatti. Non siete voi che ci dovete venire a dire che, appunto, c’è ancora moltissimo da fare. Semplicemente noi ci candidiamo a farlo.

E sappiamo, lo ripeto, che i problemi sono ancora tanti.

I problemi da risolvere sono ancora tanti ma sta vincendo in Europa la linea contro la stupida austerità e per una maggiore flessibilità nei conti pubblici (almeno fino a che non si esce definitivamente dalla crisi, perché come ci spiegano tanti economisti e premi Nobel il risanamento del deficit di Bilancio non si fa quando la crisi morde rischiando di curare il malato uccidendolo).

I problemi da risolvere sono ancora tanti, bisogna far funzionare a regime l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, bisogna intervenire sulla qualità del lavoro e favorire sempre più il lavoro a tempo indeterminato, bisogna portare a regime l’assegno di ricollocamento istituito dal Jobs act, ma dal 2014 i posti di lavoro creati sono superiori (e di tanto) a quelli persi (contrariamente a quello che avveniva con Berlusconi, Monti, Letta/Bersani) e la cassa integrazione è diminuita del 63% (le ore di cassa integrazione possiamo dire che misurano la febbre del sistema)

I problemi da risolvere sono ancora tanti ma oggi c’è una buona legge per combattere il caporalato, e il Jobs act (il tanto citato Jobs act) ha eliminato il fenomeno delle dimissioni in bianco.

I problemi da risolvere sono ancora tanti e deve essere quotidiana la battaglia per sconfiggere definitivamente la corruzione e le mafie ma nei 1000 giorni è stato reintrodotto il falso in Bilancio, smantellata la ex Cirielli e allungata la prescrizione, strutturata con uomini, mezzi e risorse l’Autorità anticorruzione ed affidata ad un magistrato integerrimo come Raffaele Cantone. È stato inoltre approvato un rigido nuovo Codice antimafia, è stato introdotto il reato di autoriciclaggio e il reato di scambio politico mafioso (la pena aumentata con la riforma del processo penale da 4/10 anni ai 6/12 anni di reclusione).

I problemi da risolvere sono ancora tanti e ci vuole una sempre più efficacia politica ambientale, generativa e non bloccante, ma nei 1000 giorni è stato introdotto il reato ambientale con pene certe e severe, sono state finanziati i recuperi ambientali della terra dei fuochi, di Bagnoli e dell’ILVA. E dopo decenni di lassismo è stato varato e finanziato un poderoso piano pluriennale per il risanamento idrogeologico del nostro paese. E sono state messe le risorse finanziari e gli strumenti operativi per rendere antisismiche tutte le abitazioni a rischio, partendo da quelle dei nostri bellissimi borghi medioevali.

I problemi sono ancora tanti e la strada dei diritti è ancora lunga da percorrere ma oggi abbiamo una buona legge sulle Unioni civili e finalmente c’è anche una legislazione per le coppie di fatto. È stato approvato il divorzio breve e c’è una nuova legge che tutela i minori non accompagnati. È stato introdotto il reato di tortura, una legge che ha dovuto passare le forche caudine di tanti oppositori e che per questo non è perfetta ma finalmente l’Italia ha una legge che configura il reato di tortura come un reato comune. È stata poi completata la definitiva chiusura di quello scandalo che erano gli ospedali psichiatrici giudiziari. E al momento in cui scrivo tutti danno per sicuro l’approvazione definitiva del biotestamento (una conquista di civiltà vera insieme alle già dette Unioni civili)

I problemi sono ancora tanti ma il governo dei 1000 giorni è stato il governo che ha introdotto il reato di negazionismo ed il reato di frode processuale e depistaggio (reato quest’ultimo da decenni richiesto dalle associazioni dei familiari vittime delle stragi).

I problemi da risolvere sono ancora tanti, la crisi del 2008 ha acuito le sofferenze sociali e non possiamo certo dire di averle affrontate e risolte per intero ma nei 1000 giorni, dopo i tagli di Berlusconi, i fondi per il sociale sono aumentati, è stata fatta una legge storica per l’inclusione sociale e contro la disuguaglianza, è stata fatta la riforma del terzo settore, è stata approvata la legge sul dopo di noi in base alla quale alcune Regioni tra cui il Lazio cominciano a legiferare, è stato approvato un piano organico per il recupero edilizio e sociale delle periferie (tra cui l’abbattimento delle Vele a Scampia), è stato allargato il welfare per i dipendenti delle imprese sotto i 15 dipendenti, è stato approvato lo Statuto del lavoro autonomo dando diritti a chi non ne aveva.

I problemi sono ancora tanti e si pagano le scelte fatte in passato di privilegiare il trasporto privato tagliando selvaggiamente il trasporto pubblico ma nei 1000 giorni è stato finanziato un vero piano Marshall (come lo chiama Delrio) ventennale per il trasporto urbano, le metropolitane e le ferrovie.

I problemi sono ancora tantissimi per quel che riguarda il funzionamento della macchina dello Stato e la bocciatura della Riforma Costituzionale non ha certo aiutato. Troppi lacci e lacciuoli frutto di una sovrapposizione incoerente di normative impediscono alla pubblica amministrazione di funzionare velocemente ma gli interventi sulla giustizia civile e soprattutto la Riforma della pubblica amministrazione (i cui decreti attuativi sono ormai tutti completati) sono un tassello importante per superare questa inferiorità della P.A. italiana rispetto a quella di altri paesi.

Oggi l’antipatia per Renzi, l’odio per questo ragazzo determinato, la paura di tante vecchie classi dirigenti di essere finalmente sostituite da una nuova classe dirigente (tutta ancora da sperimentare, vivaddio) non fa cogliere la portata rivoluzionaria di questa intensa attività legislativa.

Quando però la polvere della polemica si sarà posata vedrete che nei libri di storia patria i 1000 giorni del governo Renzi (ed io mi auguro che ci siano altri mille e mille così) saranno ricordati positivamente per la massa critica di questi provvedimenti. Molto più del primo governo Prodi/Veltroni (quello fatto fuori da D’alema) che pure è stato un governo importante

Anche se, come detto in precedenza, noi riformisti non ci accontentiamo mai e siamo perennemente insoddisfatti.

La differenza con i rivoluzionari sta nel fatto che i rivoluzionari raggiungono l’apice della felicità nel momento della rivoluzione dove credono di stare cambiando tutto ed in fretta (la storia delle rivoluzioni sta lì a dimostrare i disastri combinati poi quando la scintilla rivoluzionaria si è spenta e bisognava governare le cose e farle funzionare) mentre i riformisti questo culmine di felicità non lo raggiungono mai. Perché sanno che raggiunto un obiettivo parziale ci si ferma solo un attimo per brindare ma si ricomincia per lo step successivo.

Per questo speriamo di poter continuare a cambiare e che gli elettori ci riconoscano questa tensione al cambiamento. Abbiamo appena iniziato. Sarebbe un peccato fermarsi ai 1000 giorni.

Letto 5144

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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