Veri amici di Matteo

Ai tifosi, ai pasdaran, ai sostenitori a tutti i costi, nulla rimprovero se non che si debba distinguere bene fra quali sono gli amici e quali i nemici

Letto 6711
Veri amici di Matteo

Non c'è dubbio che a 5 anni dalla sua ribalta della politica nazionale, la comunicazione di Matteo Renzi debba trovare una dimensione diversa.

Non è più il guascone che viene dalla provincia, con la sua carica esplosiva ed innovatrice. In questi anni ha conquistato il PD, è stato premier per 1.000 giorni, ha tenuto la ribalta internazionale ai più alti livelli, ha avuto clamorose vittorie e una grande sconfitta.

Quello che ha fatto è sotto gli occhi di tutti: molto poco, dicono gli oppositori; tanto e bene, ed oggettivamente come mai nessuno prima, dicono i suoi sostenitori.

Mai nessuno è stato attaccato come lui. Quali sono le ragioni, anche su questo caso, il Paese si spacca nel giudizio.

Fatto sta che, nonostante gran parte della stampa e media, dei commentatori, siano molto critici se non oppositori, il suo partito mantiene consensi vicini al 30%.

Elezioni vinte, elezioni perse; anche qui l'interpretazione è controversa. Il tripolarismo, ed essendo l'uomo da battere, hanno favorito nel sistema dei ballottaggi, il coalizzarsi delle opposizioni e quindi la sua sconfitta. Il consenso però rimane inalterato.

Dice Velardi, stratega e conoscitore del marketing politico, ora devi cambiare modo di comunicare e concentrarti su contenuti efficaci ed focalizzanti.

Dice Turani: non disperdere energie a spiegare le cose fatte, concentrati sui due veri temi su cui si giocheranno le prossime politiche, il problema migranti e l'Europa.

Non c'è che dire, mi trovo d'accordo con entrambi.

Un leader ha bisogno di persone fidate attorno a se (il cerchio magico) tutti i leader ce l'hanno. Però ha anche bisogno di chi dal di fuori, sopra ogni interesse gli dica come la pensa anche in modo diretto.

Molti hanno attaccato la critica diretta di Velardi, questi sono i pasdaran, utilissimi, però lui ha detto delle cose che saranno utili a Renzi.

Sinceramente, chi di voi, ascoltando Renzi, negli ultimi interventi in TV, non ha pensato fra se: ok, gli 80 euro, ok il buono scuola, ok. ok. ok.

Insomma Matteo risulta un po’ ripetitivo; non solo, anche prolisso e aggressivo nelle risposte.

Non si mette in discussione la persona, il politico; però quello che ha da dire, va detto in una maniera più efficace, dice Velardi.

Il 27-30% è una base di partenza, per andare oltre bisogna cambiare qualcosa, di quello scatto in più.

Un signore che è stato premier, per 3 anni, forse deve essere più consapevole di se stesso e lo spettatore lo deve percepire.

Una comunicazione più moderata nei toni e nella cadenza (più formale?), più rassicurante, più rivolta alle cose da fare, troverebbe più ascolto in quella parte moderata dell'elettorato che ancora cerca casa.

Ascoltando Turani, tra i temi centrali della prossima campagna elettorale, non possono mancare quello dei migranti e dell'accoglienza, e quello dei rapporti con l'Europa. E come suggerisce Turani, non contro l'Europa.

L'esperienza di Macron, insegna che alla fine, anche i critici non vedono altra strada che non sia l'Europa. Per cui bene difendere, come fanno gli altri, gli interessi dell'Italia, ma sempre dentro un contesto europeo.

Ai tifosi, ai pasdaran, ai sostenitori a tutti i costi, nulla rimprovero se non che si debba distinguere bene fra quali sono gli amici e quali i nemici.

Letto 6711

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Francesco Coraggio

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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