Le élite italiane, il circo mediatico-giudiziario ed i veri motivi dell’affondo contro Renzi. Riepilogo delle clamorose inchieste finite con un nulla di fatto

I motivi veri per cui in molti vogliono far fuori Matteo Renzi non stanno nelle chiacchiere sulla inclusività, le alleanze, le tende e il vinavil o l’antipatia del personaggio. Perché chi ha fatto il bello ed il cattivo tempo per decenni (a destra come a sinistra) oggi ha messo nel mirino Matteo Renzi? Due esempi concreti che hanno infastidito le vecchie classi dirigenti. Il concatenarsi di inchieste e campagne mediatiche finite in un nulla di fatto fino alla scoperta di un vero tentativo di golpe nel caso Consip. E il tutto condito dalla solita autodistruttività della sinistra che lavora per il re di Prussia

Letto 8107
Le élite italiane, il circo mediatico-giudiziario ed i veri motivi dell’affondo contro Renzi. Riepilogo delle clamorose inchieste finite con un nulla di fatto

I motivi veri per cui in molti vogliono far fuori Matteo Renzi non stanno nelle chiacchiere sulla inclusività, le alleanze, le tende e il vinavil o l’antipatia del personaggio. Queste chiacchere costituiscono soltanto il contorno ad una strategia ben più complessa, contorno a cui una sinistra autodistruttiva, per motivi diversi, nobili e meno nobili, si presta come spesso è accaduto nel corso della sua storia.

I motivi infatti sono molto più profondi e sono legati al tentativo finora solo in parte riuscito di modificare abitudini, procedure, atteggiamenti che per decenni le élite italiane finora al potere hanno impunemente praticato e che sono alla base sia del vasto sistema corruttivo sia dei freni posti ad una effettiva ripresa economica.

Faccio solo 2 esempi per capirci (tra i tanti che potrebbero essere tratti dalla attività dei 1000 giorni di governo):

  1. Il rafforzamento del ruolo dell’Anac ha infastidito molti. I maggiori poteri dati a Raffaele Cantone (il giudice inflessibile che ha portato a processo facendoli condannare i casalesi, altro che Woodcock e le sue inchieste palcoscenico!!) fanno paura a molti e sono uno spauracchio per tutti quelli che (a destra come a sinistra) hanno sempre convissuto con la corruzione, condannandola solo a parole.
  2. Il meccanismo dei nuovi Patti territoriali sugli investimenti, dove Stato, Regioni e Comuni che firmano il Patto si controllano a vicenda e dove lo Stato può attivare poteri sostitutivi per accelerare la realizzazione dell’opera o correggere eventuali distorsioni. Pensate cosa è stato l’impatto di questi meccanismi di controllo (inclusi quelli dell’ANAC) con quegli enti territoriali (soprattutto al Sud ma non solo al Sud) che erano stati abituati a ricevere i finanziamenti senza che nessuno verificasse sul serio se, come e dove li spendevano (quel pozzo profondissimo in cui sono spariti nei decenni cifre esorbitanti senza aver prodotto nessuna modernizzazione del paese).

E’ EVIDENTE CHE IN UN PAESE COME IL NOSTRO TUTTO CIO’ NON POTEVA ESSERE TOLLERATO.

Ed è questa la posta in gioco nel nostro paese, caro Prodi, caro Veltroni, caro Pisapia non l’astratto dibattito sulla inclusività del PD o sul ruolo di vinavil di Prodi.

E questo spiega il vero obiettivo degli attacchi che da tempo colpiscono Matteo Renzi e dispiace che a questo attacco mediatico giudiziario si aggiungano gli attacchi politici fatti per puro tornaconto personale da parte di personalità come D’Alema, Prodi e Franceschini o fatti per mera ingenuità politica (Veltroni e Zingaretti).

Questa azione di attacco contro quello che viene considerato un corpo estraneo partì subito con la storia degli scontrini quando il ragazzo era Sindaco di Firenze, vicenda conclusa con la piena archiviazione. E continuò cominciando a coinvolgere il padre in inchieste secondarie da cui Renzi senior uscì completamente assolto.

Poi alzarono il tiro e colpirono, con l’intento di destabilizzare l’Emilia Romagna punto di forza elettorale del PD, prima Errani, costringendolo alle dimissioni e poi Matteo Richetti, candidato alle primarie. Inutile dire che in seguito arrivarono le assoluzioni sia per Errani sia per Richetti ma arrivarono dopo che il danno politico era stato fatto (un danno dimostrato dalla alta astensione alle regionali che portarono comunque Bonaccini alla vittoria, prova provata di come il circo mediatico /giudiziario è in grado di scegliere addirittura le classi dirigenti).

Ma l’offensiva mediatico-giudiziaria si fa sempre più tambureggiante e ad ogni assoluzione segue un'altra inchiesta rilanciata dai media che a sua volta, nel silenzio dei più, si chiude con altre assoluzioni e così via.

Per mesi Renzi ed il suo governo furono messi sotto accusa per l’indagine denominata Tempa rossa, una roba che indusse il Presidente della Regione Puglia (aggregatosi alla campagna contro Renzi) a parlare di PD come partito dei petrolieri, una campagna mediatico giudiziaria che costrinse il ministro Guidi a dimettersi. Anche questa indagine si è conclusa con il pieno riconoscimento della innocenza di tutti i politici ed imprenditori coinvolti.

E vogliamo parlare della palla mediatica che Rosy Bindi (sempre per colpire Renzi) ha alzato dichiarando impresentabile in Campania Vincenzo de Luca per alcune inchieste che hanno visto il governatore completamente assolto?

E poi, l’anno dopo, l’arresto di Stefano Graziano, Presidente del PD campano con accuse che lo indicavano come un referente politico della camorra e su cui si imbastì l’ennesima campagna mediatica con l’ausilio anche di Roberto Saviano (che aveva fatto lo stesso sulla vicenda di De Luca e senza poi aver mai riconosciuto il suo errore). Alla fine Stefano Graziano è stato scagionato del tutto da questa accusa infamante e pesantissima, ma il danno politico ormai era stato fatto.

Le vicende di Banca Etruria, una minuscola banca aretina, sono poi state prese a pretesto per un altro attacco soprattutto mediatico e politico tentando di coinvolgere la ministra Boschi in quanto il padre era stato vicepresidente senza poteri di quella Banca in rappresentanza, come da Statuto, dei coltivatori diretti. Hanno provato a distruggere la carriera della Boschi che aveva la colpa di aver fatto approvare dopo anni una Riforma Costituzionale importante. Il danno sulla immagine della Boschi è rimasto tutto (e quella campagna ha sicuramente in parte anche condizionato l’esito del referendum del 4 dicembre) anche se la magistratura ha completamente scagionato il padre da ogni responsabilità nelle vicende della Banca Etruria (checché ne dica Ferruccio de Bortoli, un altro maestro del circo mediatico). Ancora oggi sul Web e sul fatto quotidiano però Maria Elena viene denominata Madonna Etruria.

E siamo ai giorni nostri, al caso Consip dove la procura di Roma (che non guarda in faccia nessuno, basti pensare a Mafia capitale!!) sta scoprendo un vero tentativo di golpe con la costruzione di prove false per incastrare il padre di Renzi e quindi Renzi stesso. Una indagine che ha coinvolto altri membri del governo e che oggi ha perso qualsiasi credibilità. L’incriminazione di Woodcok e della Sciarelli da parte della procura di Roma è un degno epilogo di questa vicenda dove sono emersi chiaramente attività illecite di corpi dello Stato contro altri corpi dello Stato (Renzi all’epoca dei fatti narrati era Presidente del Consiglio), un vero attacco alla Democrazia del nostro paese.

Da questo insieme di indagini finite tutte in un nulla di fatto emerge la certezza che c’è un pezzo di Italia (che ha trovato la sua sintesi politica distruttiva nel NO al referendum costituzionale) che si batte per la restaurazione e per impedire che vengano toccati privilegi e rendite diposizione (con la complicità di certa sinistra che, come è accaduto spesso nella sua storia, da Weimar alla teoria del socialfascismo, lavora per il Re di Prussia).

E il circo mediatico/giudiziario gira a pieno regime.

Ed è per questo che ha ragione Piero Sansonetti che su “Il Dubbio” scrive saggiamente:

I processi-spettacolo deformano la giustizia e creano un cortocircuito nella democrazia. La fragilità e la superficialità del nostro sistema di informazione sta diventando un problema molto serio, anche se nessuno ha il fegato per affrontarlo di petto. In parte, però – in parte maggiore – la colpa non è della magistratura né dei carabinieri e della polizia, ma è del sistema dell’informazione. I giornalisti sono i responsabili principali di questa deformazione della giustizia. Se si rifiutassero di prestarsi alla fuga di notizie, ovviamente, la fuga di notizie, e il processo mediatico, e la gogna, non funzionerebbero più.

Chiedere una riflessione su questi temi, e cioè sul fatto che in campo giudiziario l’informazione italiana non risponde più al criterio di “verità” ma solo ai criteri delle selvagge campagne politiche – per ragioni di appartenenza a uno schieramento, o per ragioni di mercato – è una bestemmia, e cioè equivale a mettere in discussione la sacrosanta libertà dell’informazione? La grande maggioranza dei giornalisti pensa di sì. E siccome quella dei giornalisti è la casta più potente che ci sia in Italia, la speranza di aprire questa discussione è piccola come una formica. Però le formiche son testarde”.

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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