L’opposizione preventiva nel partito

Il taxi del PD non passa più, per entrare in parlamento i cosiddetti puri di sinistra dovranno andare a prendere i voti…più del 5%

Letto 8879
L’opposizione preventiva nel partito

Il 30 aprile l'esito delle primarie del PD ha sancito la vittoria di Renzi con quasi il 70% di consensi; Orlando con quasi il 20%, ed Emiliano con il 10%.

Poi c'è stata l'Assemblea Generale del partito che ha nominato i componenti la Direzione del partito.

Ieri ad un mese dalle primarie si è riunita la direzione per nominare i componenti la Segreteria e completare il quadro dirigente del partito.

Dal 30 aprile, giorno delle primarie, non essendoci ancora il nuovo quadro dirigente, la nuova segreteria (non si era ancora insediata) non ha compiuto alcun atto.

Però, 5 giorni fa Orlando (minoranza interna al PD) dichiarava che la sua componente sarebbe diventata "movimento".

Cosa vuol dire, un movimento all'interno di un partito?

La direzione aveva due punti all’ordine del giorno:

-          Nomina dei componenti la segreteria; Orlando ed Emiliano hanno rifiutato di farne parte.

-         Approvare un modello di legge elettorale alla tedesca (proporzionale con sbarramento al 5%) che troverebbe ampio consenso in questo parlamento (PD, FI, M5S, SI, Lega Nord - circa 85% dei parlamentari)

Orlando, alla fine della discussione e dopo l’intervento conclusivo del segretario, fuori da ogni prassi chiedeva di presentare un ordine del giorno; gli è stato comunque concesso. In questo modo ha potuto marcare (avendo già precedentemente fatto il suo intervento) il suo dissenso verso la mozione del segretario.

In realtà, Orlando paventa che da parte del segretario ci sia la volontà di fare le larghe intese con Forza Italia.

Brutto vizio fare i processi all'intenzione.

Ma anche se fosse, chi ha fatto un governo di larghe intese con Forza Italia nel recente passato?

Orlando ha votato la fiducia al governo Monti ed al governo Letta, entrambi governi di larghe intese con Forza Italia.

Il governo Renzi invece ha goduto solo dell'appoggio di Area Popolare di Alfano e non di Forza Italia di Berlusconi.

Orlando dice che il PD deve guardare a sinistra (SI e MDP) e deve andare alle elezioni politiche in coalizione.

A parte il fatto che tutti i partiti a sinistra del PD non vanno oltre il 6% e sono tra di loro divisi; dimentica Orlando che la ex SEL entrata in parlamento in coalizione con il PD per 4 anni è stata sempre all'opposizione.

Per quanto riguarda MDP, nasce dalla scissione con il PD; recentemente autorevoli dirigenti hanno dichiarato che loro sono disponibili a fare accordi con il PD senza Renzi.

Al 70% degli elettori del PD che ha voluto Renzi segretario, che facciamo, gli diamo un calcio in bocca?

Cos'è la dittatura delle minoranze?

Ieri in direzione non era all’ordine del giorno il problema delle alleanze; quella che si va ad approvare è una legge elettorale proporzionale: ognuno corre per se. Il taxi del PD non passa più, per entrare in parlamento i cosiddetti puri di sinistra dovranno andare a prendere i voti…più del 5%.

Il responso elettorale determinerà un nuovo quadro politico, solo allora, come prevede la costituzione si capirà se ci sono spazi per alleanze e governabilità, diversamente si torna al voto.

Del resto, bocciata la riforma costituzionale, non era difficile immaginare che in un quadro politico tripolare, ci potessero essere difficoltà per la governabilità e la stabilità.

Nessuna legge, maggioritaria o proporzionale, può garantire la governabilità e la stabilità, lo può solo una legge con il ballottaggio (Francia).

Per cui direi ad Orlando, che sembra stia assumendo un comportamento di critica a prescindere, che c'è un solo modo per raggiungere la governabilità e la stabilità, ed è avere consenso; remare tutti nella stessa direzione.

Continuare a logorare il gruppo dirigente come è stato fatto negli ultimi 4 anni, non porta da nessuna parte se non alla sconfitta. E’ questo che vuole Orlando?

Dice Orlando, bisogna chiedere alla base, agli iscritti. Non è la prassi; però mi viene da pensare che per questioni ben più importanti non si è usato questo metodo. Ad esempio, non mi pare che la base sia stata consultata quando il PD ha appoggiato il governo Monti in coalizione con Forza Italia; non mi mare che venne fatta neanche la direzione del PD.

E’ chiaro che Orlando stia continuando in nome proprio e per conto altrui quella attività di logoramento iniziata quattro anni fa. Per quattro anni è stato sempre detto che tutto avveniva in reazione agli atteggiamenti di Renzi, autoritario, il comandante, l’uomo solo al comando.

Oggi vediamo che di fronte a nessun fatto o atto posto in essere dal segretario, invece ce ne sono ben 3 di rottura da parte della minoranza:

-         La trasformazione della minoranza interna in movimenti;

-         Il rifiuto di entrare in segreteria e partecipare alle determinazione delle strategie del partito;

-         L’opposizione in direzione alla nuova legge elettorale ipotizzando la volontà (processo alle intenzioni) di Renzi di allearsi con Forza Italia.

Mi auguro, per il PD ed il Paese, che questa volta le regole vengano applicate, esiste la disciplina di partito, e ad esse bisogna uniformarsi. Basta col fatto che si partecipa alle primarie, se si vince tutto bene, se si perde comunque si pretende di imporre la linea che il popolo del PD ha bocciato, in virtù di un pretenzioso convincimento “di essere i depositari della verità”.

Letto 8879

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Francesco Coraggio

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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