Girotondo

Dopo le amministrative, gli esperti vedono un sistema che si avvita su se stesso, quasi in un inutile girotondo. Da parte sua, il Partito Democratico cerca di ripartire, aspirando a diventare un partito con respiro europeo. Altri sembrano invece preferire la versione “due camere e cucina” italiana, rivolta a una rassicurante sconfitta su tutta la linea. Su una cosa Gotor della sinistra interna è, comunque, fastidiosamente, d’accordo con Renzi: agli elettori oggi piace fare zapping. Ma per Gotor il PD ha “qualche problema di antenna”. A Renzi resta da capire se conviene vivere mille giorni da pecora o avere una mucca in corridoio. Tiene comunque spento il caminetto e apre le finestre. Senza lasciare Bersani impaziente al citofono e D’Alema chiuso da tempo in balcone.

“Ho votato secondo indicazione del mio partito”. Quando D’Alema dice qualcosa di sinistra, non se ne accorge nessuno. Quando dice qualcosa non di sinistra, se ne accorgono tutti, perfino Nanni Moretti. I maligni dicono che proprio D’Alema vorrebbe tornare alle due camere e cucina. Altri si fregano le mani, pensando di poter tornare a fare anche i girotondi. Stavolta Nanni Moretti però potrebbe non accorgersene. Chi non ci sarebbe ai girotondi sarebbe Fausto Bertinotti. Ne’ la classe dirigente degli ultimi anni e’ riuscita a produrre un suo vero erede: simulare una parziale amnesia sulle 35 ore, dopo aver messo in crisi un Governo non parlando d’altro, è qualità rara in un politico. Più diffusa tra i comici e i guru.

Non resta che adagiarsi sotto l’ombrellone per una torrida estate, parlando di democrazia dell’alternanza, accordi di desistenza, di mutua assistenza, governi della speranza, di larga maggioranza, balneari e dunque in vacanza, politiche di trasparenza. E ovviamente, reddito di cittadinanza.