Le ragioni del Sì e del No
Il referendum al Sud
- Scritto da Ernesto Consolo
- Pubblicato in Politica
Nell’esito della battaglia referendaria il Sud potrebbe giocare un ruolo importante. Si dice così. Secondo Demopolis, la percentuale di coloro che conoscono la riforma costituzionale è però più bassa proprio al Sud. In realtà gli schieramenti sono ancora fluidi e gli ultimi dieci giorni potrebbero riservare tante sorprese.
SI’ ottimista: vede progressi al Sud, guardando anche le rilevazioni sul PIL degli ultimi due anni e sull’occupazione. Dispone ancora di brandelli di memoria che gli bastano per apprezzare il lavoro svolto rispetto a precedenti governi. Crede nella riforma costituzionale e riesce a parlarne apertamente, frequentando anche alcuni convegni.
SI’ latente: sono quelli che hanno seguito negli ultimi 40 anni le altre riforme (anche quelle naufragate) e conoscono i benefici della Renzi-Boschi. Ma lo dicono sottovoce al potenziale elettore affine. Magari incontrato per caso. E dopo essersi guardati intorno per essere sicuri di non essere ascoltati. Come i carbonari. I più fortunati scrivono liberamente sui social che voteranno SI’
NO silente: è quello dei consiglieri regionali, fieri oppositori della riforma perché taglia loro una fetta consistente dell’indennità. Argomento da approfondire, specie per i tanto agognati risparmi e un maggiore decoro delle istituzioni. Infatti “la Repubblica” ne ha parlato in fondo a pagina 54.
NO costituzionalista sfumato: fanno leva su studi approfonditi e sull’ostentato acquisto del libro di Marco Travaglio. Poi però non tutti lo leggono. Anzi alcuni l’hanno barattato con due grammi di ottimo hashish
NO filo-palestinese: Nemmeno questi conoscono la costituzione, figuriamoci la riforma. Si accendono solo per le sorti della striscia di Gaza. Le vecchie lotte antimafia sono un lontano ricordo. Sono guardinghi, per evitare il contatto fisico con qualche ex-amico che vota Sì e che potrebbe ancora infettarli. Anzi, per maggiore sicurezza, lo cacciano dai gruppi facebook dopo anni di lotte condivise. Otto mesi prima del G7 si preparano per invadere Taormina. Nel frattempo puntano solo a occupare le scuole pubbliche per la solita farsa pre-natalizia. L’anno scorso è stata una figuraccia. Analogie col NO silente. I più fortunati hanno sul comodino il numero di cellulare della segretaria di De Magistris.
NO grillino: analogie col NO palestinese, specie per il disimpegno antimafia. Alcuni grillini indossano una felpa blu a bordi gialli alla Di Battista, ma curiosamente sono gli stessi colori di “Noi con Salvini”. Altri aspettano con ansia il reddito di cittadinanza per cambiarsi l’Iphone. I più fortunati sei mesi fa, nella calca, ricordano ancora di aver toccato la giacca a Di Maio
NO neoborbonico: ha venature trumpiste e auspica che Renzi lasci non il governo, né la politica, ma il pianeta Terra. D’altronde ha fatto la legge con cui si sposano i finocchi. Analogie col NO grillino. I più fortunati lavorano stabilmente e percepiscono il sussidio di disoccupazione
NO mafioso: appare come il no silente, ma è profondamente diverso. Alimenta tutti gli altri NO, offrendo loro un alibi. Perché, come diceva Giovanni Falcone, la mafia è anche un alibi.
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Ernesto Consolo
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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