Totò Riina merita pietà oppure no?
Ho scritto un post sulla questione Riina: merita pietà oppure no? e mi hanno assalito a decine. Volevo far semplicemente notare come sia un bene che abbiamo smesso di lasciare delle corde appese agli alberi vicino a casa. Ma il messaggio non è passato...
Ho scritto un post sulla questione Riina: merita pietà oppure no? e mi hanno assalito a decine. Volevo far semplicemente notare come sia un bene che abbiamo smesso di lasciare delle corde appese agli alberi vicino a casa. Ma il messaggio non è passato...
- Scritto da Marcella Bordigoni
- Pubblicato in Attualità
Ci tengo a precisare che non si tratta di perdono, di assoluzione religiosa o niente di simile. Riina è stato, è, e rimane, un pericoloso criminale, punito con 16 ergastoli, sarà ricordato solo per questo.
Ma sta morendo e, a quanto dicono, le sue condizioni sono davvero gravi e in fase terminale, cosa che ovviamente solo i magistrati, non certo noi, possono accertare. Che lui muoia in carcere da solo in una cella con il 41 bis, o in un ospedale credo che a noi cambi poco. Perché la richiesta di essere riportato a casa, e che proviene dai suoi difensori, io credo che sia molto difficile venga accettata, soprattutto per evitare l'eventuale messaggio che potrebbe passare: il santuario del boss morente.
Quindi l'unica alternativa che rimane è che venga portato in ospedale a finire lì i suoi giorni, cosa che è accaduta a quanto pare senza che se ne sapesse nulla, anche per Provenzano, dopo settimane di polemiche. Se questo succederà non cambierà il corso della storia, non verranno dimenticate per niente le efferatezze di Riina, avremo solo dimostrato, proprio perché quelle efferatezze le conosciamo, di essere NOI, non certo lui e la sua banda, al di sopra della barbarie.
Ogni mio intervento su questo argomento ha però portato diverse persone a ritenere importante ricordarmi la morte di Falcone e Borsellino.
Io conosco la loro storia sino al più piccolo dettaglio, ho pianto lacrime amare sin dalle prime notizie pochi minuti dopo il fatto. E anzi spero che tutti la conoscano altrettanto, come quella degli altri magistrati uccisi, dei poliziotti, dei carabinieri, dei politici, dei commissari, degli uomini delle scorte e di chiunque ha dovuto necessariamente morire come un eroe, per contrastare questo cancro che attanaglia il nostro Paese, compresi cittadini normali come Don Puglisi o Peppino Impastato.
Ma tutto questo, che è storia reale, non risponde alla domanda che ho fatto sin dal principio e che non c'entra niente con tutti questi avvenimenti. E cioè se sia corretto fare una concessione, ammesso sia vera la situazione di gravità per cui a Riina manchi poco tempo da vivere, e farlo morire, non dico a casa sua che mi sembra un po' troppo, ma semplicemente in un ospedale dove avere l'assistenza necessaria nei suoi ultimi giorni.
Ma anche questa semplice proposta trova un ostinata contrarietà, leggo che se mai andrebbe sciolto nell'acido, e ciò che mi fa impressione è proprio questo non rendersi conto che frasi simili ci mostrano il pericolo di essere esattamente identici a loro, anche se per fortuna solo a parole. La legge dell'occhio per occhio, dente per dente, è una regola basilare della mafia, niente viene dimenticato, ne perdonato, tu mi crei un danno, uccidi un mio parente? Prima o poi arriva il momento della punizione terribile.
Ecco qual è il punto, uscire fuori da questo meccanismo infernale, cioè sentirci talmente forti, nel giusto, civili, per cui possiamo decidere anche se concedere qualcosa.
Ma so che sono in minoranza.
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Marcella Bordigoni
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Aggiornato al 31 marzo 2018