I cinghiali e lo scoiattolo

Il referendum Costituzionale spiegato come una favola di Esopo o Fedro

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I cinghiali e lo scoiattolo

In una foresta c’era una comunità di cinghiali. Abitavano da parecchio tempo in quel posto e, nonostante alterne fortune, avevano vissuto placidamente senza troppe difficoltà. Un giorno uno scoiattolo, il quale era solito andare di ramo in ramo sugli alti alberi di quella foresta, scese lesto da un’alta Quercia, e così parlò ai cinghiali:

“Miei cari amici, non sapete quale sciagura sta per abbattersi su di voi! Guardando dalla cima di questa quercia, ho potuto scorgere un grosso branco di lupi avvicinarsi proprio qui! Occorre che vi industriate per proteggere maggiormente la vostra comunità, prima che vi trovino e vi facciano a pezzi”

I cinghiali ascoltarono il piccolo animale, e chiesero: “Cosa proponi?”

“Intanto e per prima cosa, dovete rimodellare il vostro rifugio: adesso siete divisi in due grandi Stanze, troppo lontane l’una dall’altra; non riuscirete a comunicare all’altra che i lupi sono arrivati nei pressi di una, e divisi non avete speranza”

Gli animali grufolarono sommessamente tra di loro. Poi uno di loro parlò allo scoiattolo: “Non vogliamo cambiare la forma della nostra comunità, con cui abbiamo vissuto in pace per tanti anni. Non esiste niente di meglio”. Il roditore, spazientito, replicò che erano 70 anni che vivevano in quella foresta, e i pericoli erano certo cambiati da allora.

“Intanto sono 68”, dissero quelli. “Non accettiamo ordini da chi non conosce la nostra storia!”

“E poi sei solo uno scoiattolo”

“Una volta ti ho visto mangiare una ghianda con la zampa destra”

“Sarai mica d’accordo con i lupi?”

E, ridendo e schernendolo, cacciarono lo scoiattolo. Pochi giorni dopo, il branco di lupi piombò sulla comunità di cinghiali, e ne fece mattanza. Nascosto tra una Quercia e un Ulivo, il giovane roditore guardò triste la sorte dei suoi compagni. Quando le fiere se ne furono andate, lasciando la comunità di cinghiali ormai decimata, riscese tra i suoi vecchi amici “Ecco, non mi avete voluto ascoltare: vi avevo avvisati per tempo, ma non avete prestato orecchio alle mie parole. Ora piangete sul vostro futuro ed io con voi”

Spesso rifiutarsi di cambiare per motivi futili o per sciocche antipatie, conduce a disgrazie maggiori di quelle che si possano prevedere.

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Vito Scarimbolo

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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