Come non farsi abbindolare da Travaglio, e vivere felici!

Ovvero, la risposta puntuale e documentata ai 18 motivi che Marco Travaglio ritiene essere validi per votare contro la riforma costituzionale

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Come non farsi abbindolare da Travaglio, e vivere felici!

Cari amici, qualche giorno fa Marco Travaglio, dalle pagine del suo Fatto Quotidiano, ha scritto i suoi 18 punti (che potrete trovare qui) sul perché e per come, a suo parere la riforma costituzionale sia da avversare.

Ho inteso rispondergli punto per punto.

Se volete rendervi edotti della riforma costituzionale, non avete che da leggere!

Tra parentesi trovate i punti di Travaglio.

1.I risparmi provenienti dalla riforma del Senato saranno cospicui.

La sola mancata erogazione di stipendio più indennità per 315 senatori equivale a circa 76 milioni: 315*20.000€* 12 mesi= 75.600.000.

Inoltre è prevista la progressiva unione dei ruoli con la Camera, – art. 40 della riforma Boschi, comma 3- per cui ci saranno risparmi anche di una parte delle spese del personale.

Il complessivo di risparmio, per il solo Senato, ammonterà a più di 150 milioni.

Certo, ci sarà ancora un costo, ma l'esistenza di un Senato delle regioni, in cui vengano rappresentate l'esigenza dei territori, vale bene la spesa.

(I risparmi del nuovo Senato dimagrito e non più retribuito sono irrisori (una quarantina di milioni all’anno, senza contare i rimborsi spese per sindaci e consiglieri regionali provenienti da ogni parte d’Italia). Comunque non giustificano minimamente la riscrittura di 47 articoli su 139 della Carta. Per risparmiare la stessa cifra, sarebbe bastato decurtare del 10% lo stipendio di deputati e senatori…)

2.Cosa c'entra la legge elettorale con la Costituzione? Niente, ma serve ottimamente per fare confusione, cosa che Travaglio sa fare bene!

(Il nuovo Parlamento sarà formato da membri in gran parte non eletti dai cittadini, ma nominati dalla casta (i 2/3 dei deputati, col meccanismo dei capilista bloccati; e tutti i senatori scelti dai Consigli regionali e dal capo dello Stato).)

3.Idem come sopra.

(Alla Camera si prevede un abnorme premio di maggioranza al partito più votato. Anche se rappresenta il 25% dei votanti, si accaparra il 54% dei seggi. Premio non di maggioranza, ma di minoranza…)

4.Reidem! Travaglio è ripetitivo, quando non sa dare risposte, la butta in caciara.

(Alla Camera ogni capolista bloccato potrà candidarsi in 10 circoscrizioni come specchietto per le allodole, ben sapendo che verrà eletto automaticamente in tutte e 10 senza prendere un voto………)

5.Anche qui Travaglio parla della legge elettorale, anziché della riforma Boschi.

Non solo sbagliando oggetto, va fuori tema, ma commette un errore sostanziale.

Nessun cambiamento avviene nella forma dello Stato.

Il Presidente del Consiglio non avrà, come ora, neanche il potere di licenziare un ministro.

E la fandonia sul potere assoluto si basa su una maggioranza di 24 deputati!

La minoranza del Pd che ha votato contro la riforma aveva potenzialmente numeri superiori!

Ed era stata eletta in listini bloccati, tutti fedeli al partito ed al segretario di allora, Bersani!

(Il premier avrà uno strapotere incontrastato e incontrastabile: come “capo” del primo partito, sarà di fatto eletto dal popolo (all’insaputa del popolo). E diventerà il padrone assoluto del governo e del Parlamento. Potrà scegliersi il presidente della Repubblica, ma anche i membri della Consulta e del Csm di nomina parlamentare, i componenti delle Autorità “indipendenti”, l’amministratore delegato e il Cda della Rai. E cambiare la Costituzione a suo piacimento ogni volta che vorrà. Un premierato assoluto…)

6.Il Senato non ha mai avuto funzioni esplicite di controllo e contrappeso al potere del Governo! Attualmente funziona ed ha le stesse incombenze della Camera dei Deputati. Relativamente agli organi di garanzia - Corte Costituzionale, Presidente della Repubblica, Giustizia - non è cambiata la loro funzione ed i loro poteri. Anzi!

Inoltre la riforma Boschi, inserisce in Costituzione i diritti delle opposizioni rendendo, quindi, costituzionali le prassi di fair play istituzionale – art. 6 della riforma-.

Quindi, sbaglia di nuovo il nostro marchino!

(Nel nuovo Parlamento, il premier non si ritroverà di fronte alcun contropotere. Nessun controllo “esterno”: il Senato è ridotto a una larva e non può certo controbilanciare la Camera asservita al capo del governo. E nessun controllo “interno”: i diritti delle minoranze parlamentari non sono codificati esplicitamente…)

7.Al punto 7 della sua elencazione, Travaglio fa un errore concettuale ed uno di forma:

E’ vero, i senatori avranno l'immunità che deve essere sempre garantita a chi è tenuto a prendere decisioni di carattere politico a livello nazionale, e questo corrisponde al criterio generale di proteggere il Parlamento da attacchi volti a condizionare e restringerne la libertà di azione e voto.

Non è pensabile che un Senatore chiamato a decidere su leggi e trattati internazionali non debba essere protetto nell'esercizio delle sue funzioni, attribuendo, quindi, al Senato la capacità di decidere sul Fumus persecutionis.

L'altro sbaglio è formale ed allo stesso tempo sostanziale.

L'art. 57 della costituzione, riformato dall' art.2 della riforma, prevede l'elezione indiretta dei senatori ed è prevista una forma di indicazione popolare dei consiglieri/senatori e che è demandata ad apposita legge ordinaria.

Per cui nessuno si "propone", ma viene indicato dall'elettorato, così come i Sindaci saranno designati, non in forza del loro passato giudiziario, ma in forza di legge che sceglierà quali comuni daranno i loro sindaci come senatori.

Qui Travaglio coscientemente ignora la legge e diffama l'intelligenza del lettore!

(La “riforma” regala l’immunità parlamentare a 100 fra sindaci (21), consiglieri regionali (74) e rappresentanti del Quirinale (5) che, non essendo stati eletti per fare i senatori o non essendo proprio stati eletti tout court, non hanno diritto a un simile privilegio… Il che fa prevedere che si candideranno a Palazzo Madama i primi cittadini e i consiglieri con la coscienza sporca oppure già inquisiti che rischiano arresti, intercettazioni e perquisizioni e aspirano allo scudo per mettersi al riparo.)

8.La riforma è voluta proprio per correggere gli errori di un federalismo regionale che ha prodotto veri e propri terremoti di spesa.

E lo corregge, giustamente, in senso centralistico laddove le materie, come turismo ed infrastrutture, paiono chiaramente d'interesse nazionale.

Unica cosa sulla quale si può concordare è la mancata riforma delle regioni a statuto speciale.

Occasione mancata!

(Mentre nasce il cosiddetto “Senato delle Autonomie e dei Territori”, le autonomie territoriali scompaiono. Nel rapporto Stato-Regioni si prevede la “clausola di supremazia” dello Stato centrale, attivabile dal governo onnipotente… Si ripristina il famigerato “interesse nazionale” che, prima della riforma del 2001, veniva usato discrezionalmente da Roma per vampirizzare le autonomie. Le Regioni ordinarie conteranno molto meno, mentre le 5 a statuto speciale (spesso folli centri di spesa e spreco) saranno più forti di prima.)

9.In effetti la modifica dell'art. 57 della costituzione - art 2. della riforma- introduce un sistema demografico di ripartizione dei senatori, garantendo alle regioni più piccole ed ai territori speciali, una rappresentanza maggiore di quella che si avrebbe con una normale ripartizione. Questo, però, avviene anche nella attuale composizione senatoriale, e viene accentuato, con la riforma, solo dal fatto che ad ogni regione viene assegnata anche la presenza di un Sindaco tra i Senatori!

(Avremo Regioni piccole e poco popolose con più senatori rispetto ad altre molto più grandi. Il Trentino Alto Adige avrà due sindaci-senatori contro uno solo della Lombardia, dieci volte più popolosa. Con tanti saluti ai principi costituzionali di ragionevolezza, di eguaglianza e di proporzionalità del voto.)

10.Certo che non si abolisce il Senato!

Vogliamo una sede in cui i territori si esprimano su leggi che li riguardano!

E no, non si apriranno contenziosi, sia perché l'art. 70 della costituzione elenca dettagliatamente le competenze, sia perché, proprio l’art. 70 della Costituzione, modificato dall’articolo 10 della legge di riforma costituzionale, prevede, per comporre eventuali conflitti di competenza, l’intervento comune dei Presidenti delle due Camere.

(La “riforma” non abolisce il bicameralismo: continueremo ad avere una Camera e un Senato che si rimpalleranno le leggi col classico sistema bicamerale… Sono ben 22 le categorie di norme che restano bicamerali, con procedure di approvazione diverse a seconda della materia che trattano. E con i prevedibili ricorsi, conflitti e dubbi interpretativi, visto che moltissime leggi riguardano più materie differenti fra loro…)

11.Qui Travaglio diventa falso come una moneta da 3 €, quando parla di rallentamento dell’attività parlamentare. Al contrario, l'iter legislativo si velocizza e viene introdotto il VOTO A DATA CERTA - art 72 della costituzione riformato dall'art 12 della riforma -, grazie al quale la Camera voterà entro 70 giorni!

Ed anche il Senato, nei casi in cui vorrà esprimersi, avrà 10 giorni di tempo, per un massimo complessivo di 85 giorni.

(Non si accorciano i tempi, in media molto brevi, dell’iter legislativo, che al contrario si complica e allunga.)

12.Questa è una panzana enorme. I tipi di procedimento saranno tre: Procedimento per leggi Bicamerali; Procedimento Monocamerale; Leggi Costituzionali.

Quello che cambia sono solo le competenze, e le modalità, per il Senato, di dare una sua visione del fatto! Sempre art 70 e 72 cost.

(I possibili procedimenti legislativi, che oggi sono soltanto 2 (quello ordinario e quello costituzionale) diventerebbero addirittura 10.)

13.La riforma non prevede nessuna tipologia di modalità di lavoro per il nuovo Senato.

Nella discussione parlamentare si è ipotizzata la creazione di sessioni apposite.

Tutto è demandato a leggi ordinarie e regolamenti interni.

(I senatori part-time dividono il loro lavoro settimanale tra alcuni giorni dedicati alle funzioni legislative e altri riservati agli impegni nei rispettivi Comuni o Regioni. Così svolgeranno male entrambi i compiti.)

14.Il Senato diventa espressione dei territori, ed i senatori seguono le sorti politiche dei loro Consigli Regionali e dei Comuni, decadendo quando si rinnovano gli enti di cui sono rappresentanti.

Quindi il Senato sarà sempre al completo, e i senatori saranno espressione fedele degli indirizzi politici degli elettori.

(Il Senato diventa un albergo a ore con porte girevoli, in cui entrano ed escono sindaci e consiglieri eletti e scaduti in tempi diversi… Alla faccia della “stabilità”.)

15.Il Senato entra in tutte le questioni di competenza regionale: art. 70 e 72 riformati dagli articoli 10 e 12 della riforma Boschi.

(Il Senato, sedicente rappresentante delle autonomie regionali, è escluso da gran parte delle deliberazioni in materia regionale.)

16.Attualmente il Presidente della Repubblica viene eletto, dalla 4°votazione in poi, a semplice maggioranza assoluta, per cui molti capi dello Stato sono stati eletti direttamente dalla maggioranza di governo.

Ora non più!

Si passerà, con la riforma costituzionale, ad una maggioranza qualificata maggiore, dei 3/5, e tale da impedire che qualunque maggioranza possa, da sola, eleggere il Capo dello Stato.

La necessità di mutare il criterio del quorum, che passa dalla maggioranza assoluta dei voti, ai 3/5 dei presenti alla votazione, è data dalla necessità di evitare che l'elezione venga impedita dal semplice ostruzionismo tramite la mancanza del numero legale. Basterebbe, con il vecchio tipo di quorum, difatti, che il partito di maggioranza facesse assentare i suoi delegati, per rendere impossibile l’elezione del Presidente della Repubblica!

(Il Presidente della Repubblica sarà quasi sempre eletto dalla settima votazione in poi, quando il quorum iniziale si abbassa. E lì saranno sufficienti i 3/5 dei partecipanti al voto. Cioè: anche soltanto 220 elettori su 366 (quorum minimo). E così il rappresentante dell’unità nazionale potrà essere eletto con molto meno della maggioranza assoluta del Parlamento!)

17.La nuova costituzione -  articolo 71 modificato dall’articolo 11 della riforma - prevede che, in relazione alle leggi di iniziativa pubblica e come succede in UK, superando un certo limite di firme - 150.000- sia obbligatorio l'esame del parlamento.

Oggi, sia pure con un limite di firme inferiori, nessuna legge d'iniziativa pubblica è mai stata, in 70 anni, discussa in parlamento!

Sui referendum, tanto per cambiare, Travaglio dice menzogne.

Nell'art 75 della costituzione, modificato dall'art 15 della riforma, sono previste 2 modalità di referendum abrogativo, con due diversi quorum.

Con 500.000 firme il quorum rimane quello attuale, cioè il 50% + 1 degli aventi diritto al voto, con 800.000 firme raccolte, il quorum si abbassa al 50% + 1 degli elettori che si sono recati alle urne nelle politiche precedenti!

È una disposizione fatta per migliorare ed estendere la democrazia partecipata, rendendo meno probabile l’annullamento del referendum, laddove un cospicuo numero di cittadini abbia voluto firmare. Tanto per capirci, il referendum sulle trivelle NON sarebbe stato annullato!

(Oggi per presentare una legge di iniziativa popolare bastano 50 mila firme; in futuro ne occorreranno 150 mila (il triplo). Idem per i referendum abrogativi: in cambio di un modesto abbassamento del quorum (dal 50% più uno degli aventi diritto alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni per la Camera), le firme da raccogliere salgono da 500 mila a 800 mila.)

18.E se vince il SI, possiamo sperare che Travaglio se ne vada a casa?  

(Matteo Renzi ha annunciato: “Se vince il No, vado a casa”. E Maria Elena Boschi a ruota: “Anch’io, se vince il No, lascio la politica”. Quasi quasi…)

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Gaetano Criscenti

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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