In Emilia Romagna trionfa Bonaccini col 12,3% dei voti tra la sua lista e i voti personali
L’analisi del voto in Emilia e Romagna alla luce del sistema elettorale regionale
La lettura del voto alle elezioni regionali presenta talvolta qualche elemento di complessità legato al diverso sistema elettorale specificamente adottato nelle singole regioni.
Prendiamo ad esempio l’Emilia e Romagna, dove è possibile esprimere il voto per una lista e l’indicazione del candidato presidente, oppure votare per una lista senza indicare il candidato presidente. In questo caso il voto va conteggiato automaticamente a suo favore.
Nello stesso sistema elettorale è anche possibile votare per una lista ed insieme scegliere un candidato diverso da quello della lista o della coalizione di liste votato. Il c.d. voto disgiunto per intendesi.
Vi è infine una ulteriore modalità in base alla quale si può anche votare il solo candidato presidente ed in questo caso questo voto non si estende alle liste collegate.
Per cui al momento dell’analisi del voto occorrerebbe molta accortezza nel ricavare da questo quadro l’andamento effettivo del risultato elettorale, Frazionando i risultati per ogni singola variabile presente.
Attraverso una elaborazione che ha permesso di differenziare per l’Emilia Romagna il voto alle liste, quello disgiunto e quello che indica il solo presidente.
Ne è venuta fuori una tabella che presenta questo andamento. (Fonte Ministero degli Interni e Regione Emilia e Romagna)
Quello che è interessante notare è la differenza tra voti di lista ed il totale dei votanti nelle regionali perché 163mila281 elettori pari al 7% dei votanti ha indicato il solo presidente dalla regione.
Proseguendo ora nella disamina proviamo ad individuare a favore di chi siano andati questi voti.
E la troviamo nella differenza tra voti di lista a sostegno dei candidati e quelli dei candidati stessi.
Da qui la successiva tabella.
Da questa tabella si evince che il flusso dei voti diretti ai Presidenti sono andati in direzione di Bonaccini e la Borgonzoni, che hanno realizzato infatti più 188’145 voti rispetto ai voti delle liste a sostegno mentre invece tutti gli altri candidati hanno perso un totale rispetto ai voti delle rispettive liste di 24mila 864 voti. E solo questi costituiscono il bacino finale del flusso di voto disgiunto.
Sommando così i voti diretti ai candidati e quelli disgiunti si ha un maggiore voto rispetto alle coalizioni, per i due candidati delle coalizioni più forti, di 188’125 voti.
Di questi 155mila260 sono andati a Bonaccini e sono pari al 6,5 dell’elettorato complessivo.
E solo 32’885, pari all’1,3% alla Borgonzoni.
Ed a queste vanno sommate le c.d. liste del presidente pari rispettivamente a 124 mila (5,8%) per Bonaccini e 37mila pari all’1,7% per la Borgonzoni.
Si ricava un quadro finale di questo tipo: Bonaccini ha catalizzato con la sua azione 279 mila voti in più al centro sinistra pari al 12,3 %.
Mentre invece la Borgonzoni ha contribuito ad accrescere il voto di centro destra per complessivamente 69mila voti pari al 3%. La differenza così dell’apporto individuale tra i due è stata così del 9,3% a favore di Bonaccini.
In definitiva e ad una osservazione attenta sono stati i voti trainati da Bonaccini a far vincere la coalizione e che hanno fatto la differenza col centro destra rispetto alle Europee del 2019.
Infatti il centrosinistra partiva secondo quel risultato del Maggio 2019 da un divario di sette punti indietro rispetto al centrodestra.
Per cui se non ci fosse stato l’apporto di Bonaccini che ha conseguito uno scarto a favore del centro sinistra, pari al 9,3%, l’Emilia sarebbe andata perduta. Visto che la differenza finale tra i candidati è stata del 7,8. E cioè 51,4 a 43,6.
E questo dimostra inequivocabilmente che il buon governo e la capacità di leadership di Bonaccini sono state le carte vincenti in Emilia Romagna per il centro sinistra per recuperare rispetto al recente voto Europeo.
di Vincenzo Pino e Mauro Turri
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Enzo Pino
Pensionato, commentatore politico per diletto. Collabora con diverse riviste on line. Già responsabile del Centro Studi Ricerche e Fomazione Cgil Sicilia.
www.facebook.com/pino.vincenzoArticoli correlati da tag
- L’offensiva contro Italia Viva si è rivelata un disastro
- Perché nella lotta alla corruzione nessuno può insegnare nulla a Matteo Renzi
- Maestri d'arte e giocolieri. Il cortocircuito improvvisazione/bugia tra politici e giornalisti.
- Interpretare male l’esito di uno scontro può portare a perdere le battaglie
- Riflessioni sullo schianto