Le riforme né di destra né di sinistra che sono necessarie per fare politiche di sinistra
Alcune riforme strutturali non hanno una connotazione politica a destra o a sinistra. Sono soltanto necessarie. La riforma della P.A., della giustizia civile e penale, la banda larga, la digitalizzazione e tante altre cose sono la precondizione per qualsiasi politica di sinistra che non voglia essere solo declamatoria
Chi dice che destra e sinistra non esistono più dice certamente una gran fesseria. Destra e sinistra esistono ed anzi oggi la loro differenza è più chiara di qualche anno fa.
Ma io sono convinto che in Italia per rilanciare la crescita e creare lavoro e occupazione sono necessarie riforme strutturali che non sono né di sinistra né di destra.
E’ necessario riformare radicalmente la Pubblica amministrazione, mettendola in condizione di accelerare le decisioni e rendere il sistema Italia uguale a quello dei migliori paesi europei. E lo si può fare rompendo antichi privilegi ed incrostazioni burocratiche accumulate negli anni. Il governo Renzi aveva cominciato a fare, Gentiloni sta continuando l’opera. E con la vittoria di Renzi alle primarie il PD continuerà ad avere questo come obiettivo. Che non è né di destra né di sinistra. E’ solo necessario.
E’ necessario riformare la Giustizia, sia quella civile che quella penale. Il governo Renzi ed il ministro Orlando hanno cominciato ad andare in questa direzione con tante riforme, bisognerà completarle e rilanciarle più radicalmente. E neanche questo obiettivo può essere classificato di destra o di sinistra.
E’ necessario digitalizzare il nostro paese, nel pubblico e nel privato, facendo arrivare ovunque la banda larga. Il governo Renzi ha iniziato affidando ad Enel la banda larga ed al Team diretto pro bono da Diego Piacentini l’impostazione della struttura digitale di tutta la pubblica amministrazione. Come si fa a classificare di destra o di sinistra questo obiettivo?
E’ necessario da un lato ridurre le tasse, quelle sul lavoro e quelle sulle persone fisiche e dall’altro combattere l’evasione fiscale. Il Governo Renzi aveva iniziato a farlo eliminando molte tasse e arrivando al record del recupero dalla evasione nel 2016. Anche questo obiettivo non è di destra né di sinistra.
Mi fermo qui. Molte altre sono le cose né di destra né di sinistra che sono necessarie per il nostro paese.
Per ora basta ed avanzano le riforme sopra citate: riforma della PA, riforma della giustizia penale e civile, banda larga e digitalizzazione della PA, abbattimento delle tasse e lotta alla evasione fiscale.
Qualsiasi governo di sinistra che non fa queste riforme (che sono necessarie e non etichettabili politicamente) si priva della possibilità di fare riforme di sinistra.
Non è uno scioglilingua.
Significa che ridisegnare il welfare in maniera inclusiva, protettiva e motivante per l’individuo non può essere fatto se l’intero sistema economico non si rimette in movimento. E per rimettere in movimento il sistema stimolando gli investimenti sono necessarie quelle riforme che ho elencato prima e che, ripeto, non hanno colorazione politica.
Significa che per creare nuovi posti di lavoro (e molti di più di quei 600.000 creati grazie agli incentivi ed al Jobs act) è necessario che gli investitori (coloro che creano il lavoro) sappiano di avere certezze dal sistema Italia e non regole che cambiano a seconda del territorio o di un giudice amministrativo al posto di un altro.
Significa che per rendere concreti gli interventi (sociali e strutturali) nelle periferie è necessario che la PA, che quegli interventi li deve attuare, sia messa in grado di assumere decisioni veloci e certe.
Significa più in generale che per battersi contro il Fiscal compact, il neoliberismo, la potenza condizionatrice del capitalismo finanziario globale bisogna dotarsi di un sistema che funziona e che sia in grado di prendere rapidamente, con efficacia ed efficienza, le decisioni.
Quindi nessuna politica di sinistra può essere fatta se non si mette mano a quelle riforme strutturali che invece non sono né di sinistra né di destra.
Chi non capisce questo (Renzi lo ha capito, i suoi oppositori no) si limita soltanto a fare proclami ideologici senza potere poi, una volta arrivati al governo, realizzare alcunché.
La storia della sinistra italiana è piena di proclami mai realizzatesi sul welfare inclusivo, sulla creazione di lavoro, sugli interventi nelle periferie, che sono rimasti proclami perché la sinistra (dobbiamo dircelo noi che veniamo da quella storia) non ha mai voluto mettere le mani per smontare un sistema Italia che (ai tempi del consociativismo con la DC ed anche poi nella seconda Repubblica) ha fatto elettoralmente comodo a tutti.
La sinistra deve capirlo. E’ duro fare tutto questo perché rischia di inimicarsi pezzi della sua base sociale storica cresciuta in quelle contraddizioni che paralizzano l’Italia. E’ duro, difficile ma necessario.
(e soprattutto bisogna farla finita con le ipocrisie tipo quelle del Sindacato che a parole si batteva contro il precariato e poi aveva già pronte le società di body rental per gestire il lavoro interinale)
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Enzo Puro
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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