Che ci piaccia o no…una semplice opinione scritta con il sorriso
Una serena risposta ai professionisti del ditino alzato che si adombrano per alcune immagini propagandate da fan renziani su Facebook
Una serena risposta ai professionisti del ditino alzato che si adombrano per alcune immagini propagandate da fan renziani su Facebook
- Scritto da Emiliano Liberati
- Pubblicato in Attualità
Un tempo era così: le cose si dicevano solo in un certo modo, ammantandole di altezze inverosimili utili ad una cerchia molto ristretta. Mentre gli altri venivano sorvolati da un qualcosa che non potevano né, soprattutto, dovevano capire, pena la scoperta di semplici verità che magari avrebbero ridimensionato quelli bravi per definizione.
I tempi evidentemente sono cambiati. E l’impianto “alto” e tutto uguale ha finito con l’implodere rispetto ad una comunicazione che richiede diverse capacità di interlocuzione. Tralasciando per un istante la polemica tutta interna che coinvolge chi si ritiene detentore delle sapienze per diritto naturale. Su uno “strumento” che non basta definire come valore e come politica, ma che deve – proprio per questo – modularsi sulle caratteristiche di una comunità dalle molteplici sfaccettature culturali.
Ora, immaginando con certezza che nessuno voglia scadere nel becero-grillismo che aizza la pancia delle persone con un messaggio che corrisponde a ciò che ciascuno vuol sentirsi dire, è del tutto evidente che livellarsi su un’altezza più fruibile anche in termini di organizzazione delle informazioni, potrebbe essere un’occasione da valorizzare. Diversificando, come sta accadendo, gli stili comunicativi (Matteo Renzi News, la App Renzi, la piattaforma Bob ed In Cammino) per raggiungere interlocutori diversi ma da coinvolgere nel medesimo percorso di consapevole cambiamento.
Del resto “vocazione maggioritaria” significa pure questo. Essere capaci di interpretare e rappresentare le caratteristiche di una comunità molto ampia e ricca di sfumature. A cui affidare il compito di assimilare e trasmettere i valori di cui siamo portatori, con il gusto di metterci del proprio in una visione che in primo luogo è pensante anche nei suoi singoli estimatori.
Non cogliere questa opportunità significherà consegnarsi all’incomprensione tipica di chi un tempo si parlava addosso. Nel compiacimento di platee sempre identiche che tuttavia vanno allargate. Perché quello che fai e che intendi fare, se non lo fai conoscere è quasi come se non l’avessi fatto.
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Emiliano Liberati
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Aggiornato al 31 marzo 2018