Lettera a Matteo Renzi

Un altro PD motore di un Partito Democratico Europeo

Letto 10118
Lettera a Matteo Renzi

Caro Matteo,

ormai sembra abbastanza evidente come il PD abbia esaurito la sua funzione storica. La differenza di visione dell'Italia, dell'Europa e del mondo, in una sintesi un po' rozza ma efficace, la possiamo riassumere nella dicotomia tra nuova sinistra e vecchia sinistra. Tale dicotomia fino a qualche settimana fa capace di manifestarsi solo tramite l'odio e il rancore di un pezzo del partito, la vecchia sinistra appunto, contro chi ha dato una sterzata significativa alle politiche di sinistra partendo dai problemi reali del Paese e cercando di dare ad essi una soluzione, si è ora appalesata, in maniera ancora più chiara, durante la scorsa Assemblea nazionale, delineando due linee politiche inconciliabili.

Una che ritiene che i 5Stelle siano anche una costola della sinistra e, quindi, con essi bisogna allearsi contro la destra, l'altra che ritiene che i 5Stelle siano una moderna forma di destra che unisce qualunquismo, egualitarismo cialtrone e sfascismo, in grado di sfruttare le peggiori pulsioni populiste. Queste due linee politiche sono inconciliabili e la prima è morta sul nascere: difficilmente potrà disegnare un futuro. La seconda, però, ha bisogno di affermarsi e di uscire dall'arena dello scontro interno: non possiamo rimanere in attesa di chissà quale affermazione interna, su cui possiamo anche formulare auspici con una qualche certezza di successo, ma che sfiancherebbe coloro i quali credono che questa nuova sinistra debba dispiegarsi nella società, nel paese, in Europa e nel mondo.

Bisogna uscire, capisco le difficoltà ideali, capisco i problemi economici, capisco la paura di un nuovo percorso, ma non possiamo rimanere in attesa perché corriamo il rischio che il nostro futuro lo scrivano quelli che vogliono riportarci indietro nei secoli. Dobbiamo essere alternativa credibile se vogliamo ridiventare governo della realtà e stare in questo PD non ci dà nessuna credibilità.

Credo che occorra uscire, alla prossima assemblea, dare vita ad una nuova formazione politica che deve avere alla Leopolda la sua consacrazione.

Bisogna dare fiato, speranza e possibilità di inveramento storico ad un nuovo sol dell’avvenire che unisca alle tradizioni socialista, socialdemocratica, azionista, liberale e cattolico democratica una visione al futuro, l’Europa, la società aperta contro quella chiusa, la globalizzazione dei diritti e la riduzione delle diseguaglianze, la politica come strumento di risoluzione delle controversie internazionali e la pace come obiettivo globale.

L’affiorare dei sovranismi in Europa ridarà vigore alle politiche di potenza nazionali che hanno incendiato il nostro continente negli ultimi secoli e l’affermazione di queste forze centrifughe potrà condurre nell’arco di pochi anni a nuove guerre nel nostro continente, più o meno appoggiate, più o meno favorite da altre potenze in gioco nello scenario internazionale.

A questo, ai nazionalismi, ai sovranismi, ai nuovi fascismi, ancora striscianti, occorre opporre una politica che sia in grado di dare un’altra visione e altre prospettive, a livello nazionale, a livello europeo ed anche a livello globale.

A livello nazionale, una nuova formazione politica sarà in grado di attrarre, oltre a tutti coloro i quali hanno riconosciuto nella tua leadership il perseguimento di questa azione politica, di questa nuova sinistra, anche coloro i quali comprenderanno i rischi che le politiche populiste e sovraniste potranno comportare per il Paese. Duole dirlo, ma il PD, questo PD, non è più in grado di svolgere alcuna funzione in questa direzione.

Una nuova formazione politica in un colpo può liberarsi dei metodi, dei riti e delle liturgie di una sinistra vecchia, puntando su una selezione della classe dirigente più vicina al “sentiment” della gente comune, più in grado di rappresentare questa nuova sinistra, più attrattiva e, in definitiva, più efficace nel perseguimento di politiche nuove richieste da questi tempi.

La Leopolda potrebbe essere la consacrazione di questa nuova formazione politica, alla quale invitare il gotha dei progressisti a livello europeo e mondiale, Obama, Trudeau, i socialisti e socialdemocratici europei (escluderei Corbyn e affini che danno da sinistra risposte di destra), ma anche progressisti liberali e popolari (Macron, per esempio) per gettare il seme, specie in vista delle europee, di un grande “schieramento europeista” con l’obiettivo di creare un fronte unico nel prossimo parlamento europeo: l’idea è quella di far nascere un Partito Democratico Europeo che unisca il PSE, pezzi del PPE, l’ALDE, i macroniani e chi voglia starci per “sterzare” sulle politiche europee, governando la Commissione e con la maggioranza nel Parlamento europeo. Questo potrebbe ritagliare un importante ruolo anche per chi di questa idea è stato genitore.

Siamo abituati a pensare al futuro sulla base del passato. È arrivato il momento di inventarci un futuro per sorti che se non saranno meravigliose siano almeno progressive.

Letto 10118

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