Ma Camusso e Bersani non potevano tirare fuori questo loro istinto barricadero ai tempi di Monti e Letta?

Perché la Camusso tacque allora e strepita oggi? Perché il PD di Bersani allora votò, tutta la macelleria sociale di Monti senza profferire parola? Fu lì che si cominciò a perdere la connessione sentimentale con il nostro popolo, altro che Renzi!! Fu nel 2013 che si persero oltre 3 milioni di voti!!!
Ha veramente dell’incredibile che questa sinistra sindacale e politica si scagli contro un governo che (in continuità con il precedente) finalmente non chiede sacrifici agli italiani anzi mette risorse per la crescita, per l’occupazione giovanile, per il rinnovo dei contratti pubblici, per gli investimenti pubblici, per l’aumento del fondo contro la povertà.

Letto 11839
Ma Camusso e Bersani non potevano tirare fuori questo loro istinto barricadero ai tempi di Monti e Letta?

Che le opposizioni si scaglino contro la legge di bilancio ci sta tutto. Fra qualche mese si vota e le critiche delle opposizioni si fanno più nette.

Non ci sta per nulla invece l’atteggiamento barricadero di certa sinistra politica e sindacale.

Parliamo di quella sinistra politica che dal 2011 al 2014 (prima dell’era Renzi)  approvò dapprima la macelleria sociale di Monti, i suoi tagli selvaggi allo Stato sociale ed agli investimenti e poi l’esangue ed inutile governo Letta che continuò in versione light la politica di rigore selvaggio di Monti (la continuità è data soprattutto dalla riproposta delle clausole di salvaguardia messe sul futuro che hanno costretto il povero Padoan in questi anni a trovare decine e decine di miliardi al fine di evitare gli aumenti dell’IVA, sottraendole agli investimenti ed al sociale, vere e proprie tagliole in automatico messe dai due governi precedenti sulla strada del futuro).

All’epoca questa sinistra politica tacque ed oggi scopre una incredibile natura barricadera, togliendo la fiducia ad un governo che è il contrario del lacrime e sangue di quello Monti.

Parliamo pure di quella sinistra sindacale (la CGIL) che all’epoca di Monti borbottava ma non indisse mai uno sciopero generale (come quello che la Camusso minaccia contro Gentiloni) anzi con l’allora premier e l’allora segretario del PD (oggi novello subcomandante Marcos) ci andava sorridente a sbevazzare.

Quella sinistra politica e sindacale che in questi anni non ha sostenuto (anzi le ha irrise) le battaglie di Matteo Renzi in Europa, battaglie grazie alle quali si è ottenuta quella flessibilità di bilancio che ha consentito di non fare tagli ma di investire in crescita sia dal lato degli investimenti pubblici e di sostegno a quelli privati (non solo il superammortamento) sia dal lato dell’intervento sulle diseguaglianze sociali ed economiche (non solo gli 80 euro ma anche il finanziamento, ribadito in questa legge di bilancio, del piano contro la povertà, i bandi sulle periferie e tanto altro ancora).

Ha veramente dell’incredibile (io che vengo da quella storia faccio fatica a crederci) che questa sinistra sindacale e politica si scagli contro un governo che (in continuità con il precedente) finalmente non chiede sacrifici agli italiani anzi mette risorse per la crescita, per l’occupazione giovanile, per il rinnovo dei contratti pubblici, per gli investimenti pubblici, per l’aumento del fondo contro la povertà.

Io sento gli appelli per l’unità della sinistra ma mi chiedo: che unità è mai possibile con questa gente?

Alla Camusso secondo cui “questa manovra non dà nessuna prospettiva di cambiamento ed è solo (solo?...sic!!) una sterilizzazione dell’aumento dell’Iva” ha risposto secco il ministro Piercarlo Padoan  che si è domandato quale legge di bilancio avesse visto la segretaria della CGIL, non certo quella del governo, rivendicando puntigliosamente di aver “messo risorse per gli investimenti pubblici aggiuntivi. Abbiamo messo risorse di sostegno agli investimenti privati e per l’occupazione giovanile, quindi stiamo dando una scossa alla crescita”. Aggiungendo: “stiamo togliendo di mezzo il rischio che le imposte aumentino con le clausole di salvaguardia e stiamo riducendo le tasse sul lavoro dei giovani”.

Sul capitolo pensioni poi Padoan ha detto che: “non è vero che non siamo intervenuti sul tema. Ci sono misure come l’ape sociale e l’ape donna che introducono elementi per le persone che ne hanno più bisogno e ci sono anche molti meccanismi per i lavoratori usuranti che hanno diritto ad andare in pensione prima”.

La sterilizzazione degli aumenti IVA (che la Camusso quasi irride) è una misura obbligatoria per bloccare quell’automatismo di due punti in più dell’IVA inventato da Monti e confermato da Letta (governi gestori pieni di una politica di austerità contro cui, ripetiamo, la CGIL non ha indetto neanche un’ora di sciopero).

Questi governi invece di battersi in Europa per uno stop alle politiche di austerità (che, come ormai dicono molti economisti e come predicava invano Barak Obama, applicate in un periodo di crisi profonda hanno rischiato di ammazzare definitivamente l’economia del continente) hanno inzeppato le loro leggi finanziarie di clausole di salvaguardia per i governi  degli anni successivi costringendo il povero Padoan ogni anno, lo dicevamo prima, dal 2014 ad oggi, a impiegare decine e decine di miliardi per impedire l’automatico aumento dell’IVA di 2 punti e naturalmente, viste che le risorse sono scarse, sottraendole agli investimenti ed al sociale.

Ma malgrado i governi Renzi e Gentiloni abbiano dovuto trovare in questi anni decine e decine di miliardi per non scaricare sui consumatori più deboli l’aumento dell’IVA sono stati però anche capaci, prima nei 1000 giorni di Renzi ed adesso nella esperienza di Gentiloni, non solo di interrompere i tagli selvaggi ai servizi essenziali (intervenendo con una spending review più mirata, certamente più lenta ma che evitava la macelleria sociale) ma anche di rilanciare gli investimenti, finanziare ex novo alcuni capitoli di spesa sociale.

La creazione di nuovo lavoro, il rilancio di un welfare nuovo e generativo, la difesa dei diritti e la creazione di nuovi dipendono essenzialmente dalla capacità del nostro sistema paese di creare crescita economica.

E fa impressione ascoltare questa sinistra sindacale e politica che balbettava di fronte ai diktat della troyka e che oggi identifica come nemico gli unici governi che hanno favorito la crescita economica, l’aumento della produzione, l’aumento della occupazione (il 60% a tempo indeterminato), la diminuzione delle ore della cassa integrazione, l’aumento del nostro export), fa impressione ripeto sentirla ripetere i vecchi slogan e le vecchie parole d’ordine come se si fosse di fronte ad un governo di massacratori sociali. E capisci che il loro è solo rancore.

Comprendiamo i sensi di colpa di questa sinistra politica e sindacale per aver taciuto quando invece doveva gridare ma non è credibile questo suo atteggiamento barricadero di fronte a chi le cose ha cominciato a farle con i risultati che si cominciano (siamo solo all’inizio) ad intravedere.

Letto 11839

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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