LIBERI DI SCEGLIERE
Una proposta di Daniele Fichera per l’istituzione del registro regionale dei “testamenti biologici”
Una proposta di Daniele Fichera per l’istituzione del registro regionale dei “testamenti biologici”
- Scritto da Daniele Fichera
- Pubblicato in Attualità
Dare la possibilità a chiunque ne avverta il bisogno di registrare le proprie volontà relativamente all’essere o meno sottoposto a trattamenti sanitari di sopravvivenza biologica nel caso in cui venga a trovarsi in condizioni di perdita di coscienza definitiva e irreversibile in un registro riservato e accessibile solo in particolari condizioni a fiduciari ed al personale medico.
Questo è l’obiettivo della proposta di legge elaborata con l’associazione Luca Coscioni che ho depositato negli scorsi giorni presso il Consiglio Regionale del Lazio e che presento oggi, insieme a Marco Cappato e Carlo Troilo.
Sappiamo che la materia necessita di una legge nazionale, ma resta il fatto che è oggi possibile depositare queste volontà in forma privata o presso registri istituiti da alcuni comuni senza avere, tuttavia, alcuna garanzia che esse vengano comunicate.
Attraverso l’istituzione del registro regionale delle Dichiarazione Anticipate di Trattamento ed il loro inserimento, con tutte le necessarie cautele di privacy, nelle informazioni contenute nella tessera sanitaria il cittadino può – se vuole - assicurarsi che tali scelte (così come quelle inerenti la donazione degli organi e le modalità di inumazione o cremazione) possano effettivamente essere rese note qualora le circostanze lo richiedano.
In questioni di tale estrema delicatezza si tratta semplicemente di dare alle persone che avvertono questa necessità o desiderio l’elemento di serenità derivante dal sapere che le proprie volontà non rimarranno ignorate. Ciascun cittadino potrà liberamente decidere se utilizzare tale strumento o meno e come utilizzarlo.
Personalmente credo che chiunque abbia il diritto di scegliere se sottrarsi alla eventuale condizione di una sopravvivenza senza comunicazione e coscienza, resa possibile solo da strumentazioni e procedure artificiali, di risparmiare a se stesso e alle persone che ama una condizione in cui pensa di non poter più dare ne ricevere nulla se non sofferenza. Comprendo, e per certi versi invidio, chi ha pensieri, volontà, convinzioni e sentimenti diversi e mai mi sognerei di limitare la sua libertà di aver garantita l’esecuzione delle sue scelte.
Ma vorrei anche che almeno in questo caso le scelte di ogni essere umano fossero sottratte ai compromessi della politica, ai bizantinismi delle burocrazie, all’attesa delle sentenze dei tribunali.
Sapere che vi sarà la possibilità di esprimersi anche qualora non si fosse più in grado di esprimersi, di comunicare anche qualora non si fosse più in grado di comunicare, di far conoscere il proprio pensiero anche quando non si dovesse più essere in grado di pensare è qualcosa che aiuta non solo a morire meglio, ma anche, credo, a vivere più serenamente.
Dati social all'8 febbraio 2016
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Daniele Fichera
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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