Bertolaso, Meloni e No Triv: non è un paese per donne
Si attende, a breve, un iconico treno ad alta velocità colto mentre si infila con maschia violenza nella galleria-vagina della grande madre, la montagna valdostana stuprata dal capitale
Si attende, a breve, un iconico treno ad alta velocità colto mentre si infila con maschia violenza nella galleria-vagina della grande madre, la montagna valdostana stuprata dal capitale
- Scritto da Giorgio Cavagnaro
- Pubblicato in Attualità
In tempi disgraziati come quelli che stiamo vivendo, tempi di gazebarie e cliccarie, per intenderci, oltre che di bufale sesquipedali raccontate al colto e all’inclita nella più totale assenza di pudore, la lotta per il potere sta assumendo (mi viene da dire inevitabilmente) contorni da farsa. Ho visto la clip originale di Guido Bertolaso, quella in cui invita Giorgia Meloni a togliersi di torno per le elezioni romane. E' perfetta. Rappresenta il suo elettorato in modo straordinariamente fedele, nella sua visione quasi ottocentesca della femmina, alla quale è prospettato il solito bivio: o mamma felice, angelo cristallizzato nel momento più magico e irripetibile della sua esistenza, o puttana da casino per il sollazzo del candidato vero, il maschio che sa bene dove sfogare, all’occorrenza, i propri istinti animali. E’ quello che gli inconsolabili vedovi di Berlusconi volevano udire e che non sentivano più da tanto tempo. Le buone cose di pessimo gusto, gli aforismi perduti da troppo tempo, utilissimi per mettere una pietra tombale catartica anche sull’infame colpa della rea, autodichiaratasi mamma e puttana allo stesso tempo, paladina della famiglia e della tradizione ma gravida fuori dal santissimo sacramento. Intollerabile.
Altrettanto emblematica, la campagna no triv, che usa "da sinistra" la donna, violandola addirittura nella sacralità sororale, prona e minacciata da una trivella fallomorfa, immolata al turpe progresso delle multinazionali. La fazione degli altri primitivi, incurante di tonnellate di articoli e considerazioni (ben fondate) sul merito vero della questione referendaria, espresse da tecnici di ogni colore politico, partorisce una contorsione mediatica da Guinness dei primati. Loro, i pubblicitari, hanno sicuramente centrato l’obiettivo commerciale, dal momento che sui socialnetwork si parla solo dell’orrenda immaginetta. Si attende, a breve, un iconico treno ad alta velocità colto mentre si infila con maschia violenza nella galleria-vagina della grande madre, la montagna valdostana stuprata dal capitale.
Agli italiani, spero migliori di quanto confidino questi maestri della comunicazione, l'arduo compito di spazzare via per sempre gli uni e gli altri.
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Giorgio Cavagnaro
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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