L’Ipocritum, la legge elettorale perfetta

Ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Fassina da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Bindiani. E ho visto i raggi Bersaniani balenare nel buio vicino alle porte di D’Attorre. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo… come lacrime nella pioggia.
È tempo…di legge elettorale.

Letto 6144
L’Ipocritum, la legge elettorale perfetta

L’opposizione al governo Renzi, tutta targata PD (a dire il vero, l’unica opposizione, visto che gli altri partiti, vuoi per un verso, vuoi per un altro, non rappresentano alcuna seria minaccia, né alternativa all’attuale governo) adesso si concentra sulla battaglia campale per contrastare l’approvazione della legge elettorale.

Una legge in discussione da tempo, cambiata in vari punti, proprio come le minoranze hanno chiesto, di cui sono stati rispettati tutti i passaggi parlamentari, e che rischierebbe, se si dovesse cedere alla linea disfattista della minoranza dem, di essere definitivamente respinta indietro al punto di partenza e proprio nel momento in cui sta tagliando il traguardo.

Inoltre, convincono poco gli appunti di anti-democraticità e derive autoritarie, anche se valutate nel combinato disposto con le riforme istituzionali. In una legge che prevede che solo il partito che raggiunge il 40% al primo turno, o la maggioranza al secondo turno, ha il dovere-diritto di governare, di tutto la si può accusare, tranne che di deriva autoritaria. Inoltre, tutti gli organismi istituzionali verranno eletti con maggioranze qualificate e quindi con il coinvolgimento di gran parte del Parlamento, comunque questo si componga.

Semmai si può dire che privilegia la governabilità alla rappresentanza, ma bisogna anche obiettivamente aggiungere che è proprio la mancanza di governabilità, nella prima come nella seconda repubblica, che ha portato spesso il Paese a crisi politiche-istituzionali producendo governi instabili, rissosi e inconcludenti.

Ma c’è un altro aspetto che merita di esser sottolineato. Quanti contrastano, da sinistra a sentir loro, l’Italicum hanno accusato Renzi di aver distrutto lo spirito dell’Ulivo, mentre gli stessi vogliono lavorare per ricostruirlo.

E qui casca l’asino!

Lo spirito dell’Ulivo, sostanzialmente un cartello di sigle e simboli, alcuni dei quali con percentuali di elettori da assemblea condominiale, che portò a due vittorie Romano Prodi fu lo stesso che provocò anche il suo affossamento, aprendo autostrade per le vittorie di Berlusconi.

I piccoli egoismi partitici, le smanie di protagonismo di alcuni, le battaglie strumentali su questioni secondarie (le 35 ore per Bertinotti, il passaggio di Mastella da forza di Governo all’opposizione nel 2008 per ripicca e la mancata fiducia al Senato anche per il voto contrario del famoso Franco Turigliatto, che dichiarò di votare contro, perché preferiva coltivare le sue rose, piuttosto che stare in Parlamento) sono parte integrante di quell’esaltato spirito dell’Ulivo che aveva prodotto un governo composto da 26 ministri, 10 viceministri e 66 sottosegretari, per un totale di 103 membri.

Le sigle che sostenevano il Governo erano: Democratici di Sinistra e Margherita (poi divenuti PD), Indipendenti nell’Ulivo (cui apparteneva lo stesso Romano Prodi), Socialisti Italiani, Rifondazione Comunista, Rosa nel Pugno, Italia dei valori, Verdi, Udeur, Comunisti Italiani, Lega per l’autonomia Alleanza Lombarda, Democratici Cristiani Uniti, Italia di Mezzo, Movimento Repubblicani Europei, Consumatori Uniti, Unione Democratica, Südtiroler Volkspartei, Autonomie Liberté Démocratie, Associazioni Italiane in Sud America, Movimento Politico dei Cittadini, Sinistra Critica (e vi assicuro che sono dovuta ricorrere alla Navicella, perché pur avendo vissuto quel periodo e godendo di una memoria di ferro, ho difficoltà a ricordare tutti).

E’ questo lo spirito dell’Ulivo cui si vuole tornare?

Penso proprio di sì. Anche perché diversi di quelli che, oggi, anelano un’improbabile età dell’oro dell’Ulivo erano già allora protagonisti del caravanserraglio descritto e contribuirono non poco a far cadere il Governo Prodi.

Il Partito Democratico a vocazione maggioritaria voluto da Veltroni, nacque proprio per evitare una simile inqualificabile babele. E Matteo Renzi, segretario del PD e Presidente del Consiglio, fa più che bene a tenere la barra a dritta e a non cedere a ricatti di chi voterebbe contento solo l’ipocritum, l’unica legge elettorale che gli consentirebbe di ricattare qualsiasi governo e qualsiasi maggioranza.

O sarà Italicum o sarà un tutti a casa.

Inutile cercare improbabili nuove maggioranze di governo tra Brunetta, Fassina, Salvini e Di Maio. Più facile che nevichi a Ferragosto sulle coste della Sicilia.

Basta chiacchiere e inciuci… E’ tempo di legge elettorale.

032 Dati social all'8 febbraio 2016


Letto 6144

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Bianca La Rocca

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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