Biobuste: lo schifo delle bufale elettorali

La strumentalizzazione sui sacchetti biodegradabili

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Biobuste: lo schifo delle bufale elettorali

Mi dicono che devo smettere di parlare dei sacchetti.

Ma non posso farlo.

Ciò che abbiamo dimostrato con questa polemica incredibile, è che non possediamo i contrappesi, prima di tutto non esiste più una stampa equilibrata, e non esiste un’opinione pubblica in grado di giudicare, senza arrivare all'immancabile scontro all'arma bianca, anche se decisamente in stile armata Brancaleone.

Eppure la questione era semplicissima: rispondiamo come sempre in ritardo ad una direttiva europea, legata al fatto che con il pagamento di quei pochi centesimi, i cittadini siano invogliati a non sprecare, e a utilizzare le buste solo quando realmente necessario, ma che in ogni caso anche abusandone la loro dispersione nell'ambiente non crei i danni che oggi si possono riscontrare.

L'impatto della plastica nell'ambiente è infatti abbastanza devastante, in modo particolare in quello marino, dove il principale rifiuto, pare intorno al 60%, è proprio la plastica. 115 specie di mammiferi sono a rischio intrappolamento, 700.000 uccelli marini rimangono uccisi ogni anno per soffocamento, e non si tarderà a scoprire che le conseguenze di questo inquinamento arriveranno alla fine attraverso la catena alimentare anche all'uomo.

Basta quindi leggere questi dati, per capire che le polemiche per quel centesimo in più sono non solo strumentali, ma anche abbastanza vergognose.

Non posso fare a meno poi di parlare dell'"amica di Renzi", perché questo è il punto su cui hanno costruito giornate intere di idiozie. Catia Bastioli infatti non è un’amica di Renzi, ma dovrebbe essere considerata un’amica dell'Italia. Nominata cavaliere al merito della Repubblica italiana, è una delle protagoniste della trasformazione industriale in Italia.

Ha infatti depositato 90 brevetti base e 900 brevetti internazionali, tra cui il Mater-Bi, il materiale di origine vegetale innovativo che sta rivoluzionando il mondo. Il fatto che sia un’italiana, e un’azienda italiana ad aver creato innovazioni a favore dell’ambiente, dovrebbe riempirci di orgoglio, invece c'è un passaggio che molti evidentemente considerano essenziale. Catia Bastioli è stata ospite della Leopolda nel 2011, e li ha parlato dei suoi progetti.

Qui si svela la pazzia di questo Paese, cioè un imprenditore che ha ritenuto normale andare in un convegno in cui si parlava di innovazione, e che probabilmente non deve aver mai considerato Renzi il peggior delinquente della storia, ora dovrà scontare tutta la vita quel gesto anche se dovesse vincere un premio Nobel.

E sono circa 150 le aziende che fabbricano sacchetti prodotti da materiale naturali e non da petrolio. Hanno quattromila dipendenti e circa 350 milioni di fatturato.

Ecco il motivo per cui io insisto, perché il modo vergognoso in cui questa notizia è stata diffusa e veicolata ci dovrebbe mettere in allarme, e non dovremmo più permetterlo.

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Marcella Bordigoni

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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