Palmira e la vita eterna
Il desiderio dell’immortalità
Il desiderio dell’immortalità
- Scritto da Giovanni Rosciglione
- Pubblicato in Attualità
Si è aperto un dibattito con al centro un interrogativo imbarazzante: perché le immagini della distruzione di Ninive, di Mosul, di preziosi reperti di antiche civiltà per mano dei nuovi barbari dell’Isis e di tutti i fondamentalisti musulmani ci impressionano, ci commuovono, ci angosciano più di quelle degli ostaggi sgozzati, delle popolazioni decimate e mutilate?
Può essere mai che diamo più valore ad una statua Assira, a un tempio ellenico, ad un vaso caldeo che non alla vita di un cooperante, di un soldato, di un giornalista?
E’ una domanda retorica, perché la risposta è affermativa: si, ci angosciamo di più!
La sorte di Palmira ci sta più a cuore della testa del prossimo sgozzato e dei resti del prossimo bambino bombardato. E’ così.
Allora il vero quesito è: PERCHE’?
Per ultimo, sul Corriere, Marco del Corona (Palmira ci commuove più delle stragi in Siria?) sostiene che il fenomeno è dovuto al fatto che quelle distruzioni feriscono le nostre radici culturali e la nostra indignazione funziona da “sveglia etica” e, quindi, ci aiuta a difenderci con più forza da quelle folli e assassine ideologie.
C’è del vero in questa tesi. Ma non mi sembra sufficiente.
Mi permetto allora di aggiungere una mia riflessione.
L’umanità, anche senza confessarlo, ha già capito che la “vita eterna”, l’immortalità dell’uomo sono pietose illusioni. Lo vediamo anche in TV che il Paradiso è già occupato come location dalla Lavazza!
Ma in questi millenni l’umanità si è abituata all’idea di immortalità, di un’altra vita dopo questa, di un modo per perpetuare il nostro ricordo. Vogliamo non essere dimenticati.
Allora la spiegazione del si a quella domanda, del nostro indignarci sopra ogni cosa della distruzione dei beni dell’umanità è questa: La conservazione fisica di quei siti di arte e di storia, di quelle memorie dell’anima e dei sentimenti, la possibilità di vederli noi e di farli vedere alle generazioni future, rappresentano la garanzia della nostra “immortalità laica”, della certezza che uomini e donne come noi saranno ricordati in perpetuo dalle future generazioni.
Quella somma indignazione è dunque a difesa della nostra specie.
Un sentimento – meglio: un istinto – più forte di ogni pietà.
La legittima difesa della nostra millenaria cultura.
Giustamente!
Meglio questo nostro Paradiso di marmi e pietre, che quello dove Brignano cerca di allungare le mani sulla miss di turno! O no?
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Giovanni Rosciglione
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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