Tranne la paleontologia, tutto il resto sono solo opinioni

Parafrasando l’intramontabile Fantozzi, possiamo dire che Travaglio, Saviano, Strada, qualche volta, affermano delle cagate pazzesche. Meritandoci i novantacinque minuti di applausi

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Tranne la paleontologia, tutto il resto sono solo opinioni

Nell’immaginifico Paese che è l’Italia, è cresciuta in modo preoccupante, soprattutto tra l’opinione pubblica che si professa di sinistra, la setta dei difensori dell’intellettuale impegnato. Come tutte le sette seguono la propria dottrina con fede cieca, anche quando cozza con la realtà dei fatti. Guai sicuri se ti permetti di criticare i beniamini senza macchia e senza paura che tengono viva la fiamma dell’indignazione popolare, l’anatema nei tuoi confronti e dei familiari più stretti ti colpirà implacabile.

I nomi sono noti, Roberto Saviano, Marco Travaglio, Gino Strada, Stefano Rodotà, Della Valle – che già letti di seguito danno il senso di qualcosa di meno serio di un’armata Brancaleone – cui, a volte, si uniscono qualche anima errante del villaggio globale, Gassman figlio, Moni Ovadia, Adriano Celentano. Un comico, al secolo Beppe Grillo, della setta coltivata e cresciuta a propria immagine e somiglianza è riuscito a farne addirittura un partito, democratico come quello di Kim Jong Un, e con un programma utile per il pianeta Naboo per mediare la disputa tra la Repubblica Galattica e la corrotta Federazione dei Mercanti.

I nostri eroi usano l’arma tagliente della parola. Semplice, ma efficace. Basta avere un PC, digitare in modo parziale una qualsiasi notizia, intramezzare il tutto con alcune parole ad hoc, come vergognoso, ignobile, turpe, indegno, indicibile, spregevole. Porre la propria firma, lanciarlo nell’etere e i membri della setta faranno il lavoro sporco di propagare il Verbo. A quel punto, non c’è trasmissione che non li abbia come ospiti di onore. Non c’è giornale o settimanale che non si contenda la prestigiosa firma o l’intervista esclusiva.

Vengono chiamati ad intervenire su tutto, dalla vera interpretazione della Costituzione e quali furono le ultime parole di De Gasperi sul letto di morte, alla condizione delle donne nel Burundi cui è vietato l’uso dell’assorbente igienico, fino agli utili consigli per riparare lo sciacquone del bagno.

Saviano è lo scrittore perfetto. La Repubblica gli ha concesso due pagine per rispondere alle critiche di una rivista americana che lo accusa di scopiazzare brani di altri autori. Come se fosse una novità. Che Saviano copi frasi e considerazioni di altri lo sanno bene da tempo tutti quelli che, per professione o passione, si dedicano allo studio della criminalità organizzata. Lo è stato per Gomorra, e lo è per i suoi libri successivi. Ed anche lui, nelle due pagine di replica del primo quotidiano nazionale, lo ammette candidamente, autoassolvendosi da ogni ombra. Copiare per il nostro eroe, paladino di tutte le virtù, è solo Arte.

Se ne deduce che Saviano, oltre all’invidiabile dote di scrivere bene, possiede anche lo straordinario talento di farsi passare sempre per la vittima, anche quando dovrebbe chiedere semplicemente scusa.

Nello specifico, posso solo aggiungere – con umiltà per non urtare il suo animo nobile e la sua vena creativa - che ben due anni prima di Zero, zero, zero è uscito Cocaina SpA (Pellegrini editore) del giornalista Vincenzo Spagnolo. A mio modesto parere è scritto molto meglio del saggio-romanzo di Saviano. Contiene una serie di notizie interessanti per chi ama questo genere di saggistica, cita tutte le fonti da cui ha raccolto dati ed informazioni, dimostrando che serietà e correttezza non sono qualità così difficili da praticare. Certo, nessuno lo contatterà per avere un’opinione su Miss Italia o sull’ultimo film di Quentin Tarantino, ma questo depone sicuramente a suo favore.

L’altro Don Chisciotte, spesso osannato da ragazzine scapigliate e ragazzotti finto-centri sociali, è Marco Travaglio. La sua peculiarità è sedersi in una poltrona in uno studio TV ed essere contro.

Non c’è argomento dello scibile umano o creatura vivente in terra che non sia oggetto delle sue reprimende. Prima di tutto sono personaggi pessimi tutti i giornalisti e gli scrittori che non hanno un cognome che comincia con Tra e termina con vaglio. Repellenti gli imprenditori italiani e i sindacalisti. Nauseanti i Capi di governo di tutto il mondo, i generali dell’esercito, i Papi dal Concilio di Nicea in poi, gli attori e i cantanti rock, i chirurghi e i pescatori di Chioggia, i generali dell’esercito e i rappresentanti della Folletto, i negozi di scarpe e i ristoranti abruzzesi, le saghe della castagna e la medicina alternativa, il cinema neorealista e il romanticismo tedesco… …

Ma il peggio del peggio, per il Cyrano de Bergerac pasciuto dai Salesiani tra le nebbie torinesi, è rappresentato dai politici italiani e qui, bisogna ammetterlo, gioca facile. Nei suoi editoriali e pamphlet ne ha per tutti, destra, sinistra, centro, sopra, sotto, di lato.

Lungi dal raggiungere il lirismo dello spadaccino francese, però riesce a colpire l’immaginazione dei suoi fan, pronti a giurare di essere stati testimoni diretti di tutte le nefandezze da lui così ben rivelate al popolo bue.

Certo, ad un uditore o lettore un po’ più accorto il livore travagliano fa nascere anche il sospetto che quell’essere contro sia solo una banale professione (sempre meglio che lavorare), nel suo caso anche ben remunerata. Personalmente, me lo immagino nel privato, quando è sceso dal piedistallo, chiuso nel suo triste studiolo, con addosso il pigiama con l’elastico sbrindellato e ai piedi le pantofole sformate, intento a costruirsi faticosamente una propria normalità di errori ed imperfezioni.

Ci vuole niente, basta non paragonarsi a Dio, consci del fatto che anche Dio può sbagliare, come ci ha spiegato l’indimenticabile e amato Massimo Troisi: Eh, a parte il fatto ca tu pure he’ fatto ‘e sbaglie tuoie eh? … Cioè secondo te l’ippopotamo è bello?... iammo, l’he’ cumbinato ‘e chella manera, all’ippopotamo… ma lascia sta’…

E visto che abbiamo scomodato anche Dio, tanto vale disturbare anche Gino Strada (e family), le cui affermazioni, per la setta sostenitrice, sono una verità evangelica. Certo nulla da ridire sulla lodevole attività dell’equipe medica che lo segue, ma vogliamo aggiungere anche, a completezza dell’informazione, che Emergency per potere operare in queste zone deve intrattenere rapporti con personaggi corrotti e sanguinari? Certo, non è un male in assoluto, soprattutto se l’obiettivo primario è salvare vite umane. Ma, mi spiace per il noto dottore, continuo a pensare sia molto più grave, dal punto di vista etico e non solo, curare terroristi spietati, senza consegnarli alle autorità di polizia internazionali, ma lasciandoli liberi di andarsene una volta guariti, che un provvedimento di un Ministro che sta solo tentando, con fatica e su richiesta degli stessi medici e Presidenti di Regione, di mettere un argine al buco senza fondo che è la sanità italiana.

Se Strada frequentasse meno gli ospedali in Afghanistan e più la ASL di Locri si accorgerebbe che, forse, il Ministro non ha tutti i torti. Senza contare che i malati di Locri sono comunque molto meglio assistiti e curati di quelli di Kabul, e i medici al massimo rischiano una causa, e non di saltare su una mina anti-uomo.

Insomma, dal momento che nessuno di loro ha alle sue dipendenze dodici discepoli, resuscitato Lazzaro, camminato sulle acque, ne verrà consegnato al martirio per la salvezza dell’umanità, non c’è alcun bisogno di farne dei santini da venerare, portatori della verità rivelata. Possono benissimo essere considerati fallibili come ogni umano. Liberi di esprimere un proprio giudizio, imparando ad accettare, molto laicamente, che qualcuno la pensi in maniera diametralmente opposta. E, magari, scoprire che possono anche avere torto.

L’esperienza ci ha insegnato due cose: l’unica scienza in grado di ricostruire una verità storica è la paleontologia, tutto il resto sono solo opinioni; e i novantacinque minuti di applausi vengono tributati solo a Fantozzi e alla corazzata Potëmkin, proprio quando ci si accorge che è una cagata pazzesca.

087Dati social all'8 febbraio 2016


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Bianca La Rocca

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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