I “corpi”
Predicare è facile, razzolare di conseguenza un po’ meno
- Scritto da Emiliano Liberati
- Pubblicato in Sindacato
Fare la morale, si sa, costa molto poco.
E’ uno di quegli ingredienti che condiscono la vita di quelli che la sanno lunga pure quando la raccontano male, attirando l’attenzione di un mondo benpensante schierato quasi sempre da una sola parte. Patinata e paludata come si conviene a chi tutela gli ultimi più per mestiere che per missione, anche se tanto basta a dirsi paladini.
Ma all’interno, tra le altre cose, ti ritrovi con una schiera di figure “in quiescenza” (salvadanaio politico ed economico) anche con redditi non sempre minimi che sottraggono posti, lavoro ed esperienza a qualche giovane per cui dicono di battersi. In quei luoghi socialmente attivi e con delega al seguito che offrono servizi talvolta doppione, iscrizioni e manifestazioni a mo’ di gita contro l’oppressore di turno.
Alcuni li chiamano “corpi intermedi”, imprescindibili negli equilibri del Paese a patto che si autoriformino. E fatalmente chiusi in un mondo declinato al passato come se tutto si fosse fermato alle epoche d’oro, quando un certo tipo di militanza era fondamentale, ma con altri rappresentanti e per altri fini.
Restando all’attuale, qualcuno dei corpi si schiera per il NO. Per presunto amor di Costituzione e contro ogni “polarizzazione” che svilisce la portata di un dettato e della stessa democrazia. Omettendo che sarebbe persino utile offrire un esempio di partecipazione alle istanze di una nazione, composta pure da quelle nuove generazioni (tradotto: futuro) che si intendono difendere soprattutto a parole. Più come mezzo accusatorio nei confronti del leader che non si ama, che come vero sentire a cui l’odiato cambiamento darebbe persino una mano.
Un atto di incoerenza ormai consolidato che equipara il “corpo” ad un qualsiasi partito. In attesa di una cinghia da ripristinare e che per ora vive con la parte residuale della sterile ideologia coltivata per decenni. Con scantonamenti che ammiccano ad un numero preciso di stelle.
E se alla fine ognuno emerge per ciò che è, c’è pure chi si sforza di apparire come il suo contrario. A braccetto col nemico storico che una certa Costituzione non l’avrebbe voluta. A guardar bene una bella contraddizione, che fa male (molto male) a chi se ne fa portatore. E anche ad un Paese che da tempo è abituato a guardare altrove, pensando che le caste non sono solo quelle politiche. Ma pure quelle che dovrebbero consentire – per prime – un’evoluzione a tutela di tutti.
Ma sembra che se ne siano scordate.
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Emiliano Liberati
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Aggiornato al 31 marzo 2018