Riforma PA: un passo verso il futuro; dove il sindacato non vuole proprio entrare. Cosa ne pensa Cantone

Finalmente una riforma che semplifica la vita ai cittadini e alle imprese e non si accanisce contro i lavoratori del settore

Letto 7637
Riforma PA: un passo verso il futuro; dove il sindacato non vuole proprio entrare. Cosa ne pensa Cantone

Con la Riforma della Pubblica Amministrazione approvata dal Parlamento l’Italia si allinea, anche se con ritardo, con le altre grandi democrazie europee, che hanno capito prima di noi che cambiare la Pubblica Amministrazione significa far diventare un Paese non solo più efficiente e competitivo ma soprattutto più giusto e più solidale.

E’ con la Riforma del 2007 che il Governo Francese ha inteso rilanciare il proprio paese ed è con l’ambizioso e moderno programma Direct.Gov. che il Regno Unito ha rivoluzionato il rapporto fra Stato e cittadini.

Su questo solco si colloca l’azione del Governo italiano, anche se attraverso un provvedimento parcellizzato, nel quale si intravede un disegno organico d’intervento che è quello di una generalizzata semplificazione della P.A., almeno quando tutti i decreti attuativi della delega saranno emanati.

Da quello che leggiamo si evince che se tutti i propositi del Governo saranno attuati migliore e più semplice sarà il rapporto con la pubblica amministrazione e questo non può che avere risvolti positivi sulla vita dei cittadini e delle imprese.

Cerchiamo di scendere nel concreto e di capire di cosa stiamo parlando. Tra le misure positive che il Governo ha previsto in questa Legge possiamo annoverare la riduzione delle società partecipate, vero buco nero per i conti dello Stato e degli enti territoriali, l’accesso via web agli atti delle amministrazioni senza dover passare per gli uffici pubblici, il 112 numero unico europeo per le emergenze (tipo il 911 statunitense), oltre che la pubblicazione dei dati sui tempi di attesa per le prestazioni negli ospedali, la razionalizzazione degli uffici e di alcune strutture pubbliche e finalmente, una riforma della dirigenza, vero snodo per la modernizzazione della pubblica amministrazione.

Se si scorre, anche sommariamente, il testo della Legge, non si trovano interventi penalizzanti sui lavoratori pubblici e questo dimostra che è finito il tempo delle campagne contro i “fannulloni” di brunettiana memoria!

In considerazione di quanto detto finora, che è solo un accenno a come cambierà la pubblica amministrazione - per approfondire suggeriamo la visione del video della conferenza stampa (nel quale c’è la significativa affermazione del Presidente del Consiglio: “Noi vogliamo rafforzare lo Stato”), le slide e alcuni articoli dei maggiori quotidiani nazionali e delle agenzie di stampa (ANSA, ADN Kronos, l'Unità, la Repubblica, il Corriere della Sera, il Sole 24 ore) o il testo approvato al Senato - appare incomprensibile l’atteggiamento del sindacato che contrasta in toto questa riforma cercando negatività anche dove non esistono.

Forse il sindacato non la comprende, fermo a quanto si faceva venticinque anni fa, quando c’era Cirino Pomicino come Ministro e le retribuzioni dei dipendenti pubblici erano inferiori a quelle dei privati. I comunicati attuali, infatti, sono la copia di quelli di allora.

Forse il sindacato ha questo atteggiamento perché non capisce termini come SPID, PIN, Freedom Of Information Act, operazioni online, Nome Utente, Password, Data base, White list, Wi-Fi, ecc… Termini che sono ormai entrati a far parte del normale lessico lavorativo per i dipendenti pubblici, ma che sono lontani da quello sindacale.

Per i sindacati l’innovazione è aria fritta, e si comportano come se cercassero di eliminare il colore dalle trasmissioni televisive. Il bianco e nero, sì che era bello!

Forse perché pensa di arginare la perdita di adesioni rincorrendo la peggiore demagogia in stile M5S o Lega o forse, perché non avendo ancora digerito la fine del sindacato ideologico e terrorizzato dalla fine della concertazione, l'unico mezzo che ha per tentare di riconquistare peso è quello di cercare di mettere delle zeppe nel sistema per, una volta tolte, rivendicare la propria indispensabilità.

E' una logica prevaricatrice e fuori tempo che viene utilizzata da gruppi di sindacalisti avviati alla sconfitta e i cui riferimenti sono una base irresponsabile e complice o ostaggio di ricatti o vittima dell’abuso di fiducia.

Questo comportamento pregiudiziale e miope non tiene in assoluta considerazione che gli stessi aderenti al sindacato troveranno giovamento dalla modernizzazione. Sia come cittadini che come lavoratori di una amministrazione pubblica più semplice e più rispettata.

Ognuno potrà trarre le proprie valutazioni e farsi un’idea della situazione leggendo le reazioni astiose dei sindacati visitando i loro siti istituzionali.

La mia personale idea coincide con quanto scritto nel suo libro Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Anticorruzione “ …..l’altro elemento che nel corso degli anni ha assunto sempre più peso è il ruolo del sindacato nella pubblica amministrazione: un altro paradosso tutto italiano. Le fabbriche chiudono una dietro l’altra e nel settore privato il sindacato è in arretramento, mentre nel pubblico – dove la crisi ha colpito in modo limitato – le rappresentanze hanno un’influenza enorme. Una circostanza positiva, perché riconosco il grande lavoro che i sindacati hanno svolto e possono ancora svolgere nel nostro Paese, ma nella pubblica amministrazione hanno seguito una logica corporativa che li ha resi custodi della peggiore burocrazia: sono tantissime le sigle sindacali che spesso provano a influire sulle carriere dei loro protetti e a tutelare i loro iscritti senza se e senza ma, a prescindere dai fatti, con conseguenze quasi sempre negative

Sul fronte della lotta alla mafia, il sindacato è stato molto determinato e il suo apporto si è rivelato utilissimo per i risultati ottenuti nelle attività di contrasto. Dapprima in Sicilia ci sono stati episodi infelici: i magistrati che sequestravano le aziende degli imprenditori collusi venivano presi di mira perché accusati di gettare sul lastrico gli operai. Superata questa fase iniziale, la mobilitazione sindacale contro la criminalità è stata massiccia. Nel contrasto della corruzione, invece, non si percepisce ancora la stessa sensibilità. Questo perché i sindacati tendono a difendere gli interessi individuali dei lavoratori in modo assoluto. In qualche caso si sono persino schierati dalla parte di dipendenti accusati di furti, spesso sorpresi in flagranza di reato e poi reintegrati in servizio in attesa della sentenza definitiva. Questa linea ha finito per favorire, seppur in modo indiretto e involontario, corruzione, illegalità e malaffare

L’impressione è che il sindacato tenda ad ostacolare tutte le riforme del settore pubblico, che invece dovrebbe rimettersi in pari con gli standard europei, soprattutto sulle norme per la prevenzione del malaffare.”

Queste considerazioni non vogliono affermare che il Sindacato non serve ma che questo sindacato non serve! Finché non dimostrerà di essere al passo con i tempi. Finché non si rimetterà in pari con gli standard europei, soprattutto sulle norme per la prevenzione del malaffare. Finché nella amministrazione pubblica non seguirà più la logica corporativa che lo ha reso custode della peggiore burocrazia: troppe volte abbiamo visto sindacati difendere i dipendenti a prescindere dalle mancanze contestate e, magari, chi tali mancanze le aveva fatte emergere si è trovato emarginato. Fin quando tutto questo non accadrà, che vuol dire fin quando anche il sindacato non verrà riformato o non si riformerà seriamente. Fin quando non sarà capace di tornare a svolgere la propria funzione di difesa dei lavoratori proponendosi come portatore di idee concrete volte ad un cambiamento reale, rimarrà un sindacato inadeguato e inascoltato.

Quindi cosa fare? Innanzitutto i lavoratori pubblici raccolgano la sfida ed assecondino il processo rinnovatore non facendo riferimento a chi li vuole sfruttare solo per interesse di casta; e si organizzino in maniera alternativa per far ascoltare le proprie proposte migliorative.

Il nostro blog, per continuare nell’azione di corretta informazione, seguirà con impegno, passo per passo, tutta la fase attuativa della riforma, per spiegarla e analizzarla con documenti, articoli, slides, dando spazio a chiunque voglia intervenire sul tema. Compilare il modulo contattami del blog è le modalità per rappresentare proposte, opinioni e critiche.

073 Dati social all'8 febbraio 2016


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Manrico Macilenti

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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