Il lato oscuro del sindacato

Negli ultimi 20 anni il Sindacato dov’è stato, dov’era e, soprattutto, se non quelli dei lavoratori, quali interessi ha realmente rappresentato?

Letto 5315
Il lato oscuro del sindacato

L’articolo 16 comma 2 del DDL sulla Concorrenza, in corso di esame in commissione al Senato (AS.2085; http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/46060.htm), prevede la convocazione di un tavolo tecnico per il rilancio, imprescindibile, della previdenza complementare in Italia. A tal fine, il 2 dicembre scorso, le sigle sindacali CGIL CISL E UIL hanno presentato quella che una volta si sarebbe definita piattaforma di programma, i cui punti essenziali sono brevemente ma efficacemente riassunti nel testo, condiviso da CGIL e CISL, della relazione del segretario confederale della UIL.

In argomento, com’è ormai fin troppo evidente anche ai non addetti ai lavori, il problema è rappresentato dallo scarso numero di adesioni al sistema, così come istituito a partire dal decreto legislativo n. 124/93, e quindi un problema annoso, relativo ad un totale complessivo di lavoratori iscritti, ancora oggi pari, purtroppo, a soltanto 1 su 4.

Quali le colpe o cause di questa lacuna?

A giudizio del “Sindacato” (così autodefinitosi nel testo della relazione): “la grave crisi economica … ma soprattutto la disinformazione, le scelte e i comportamenti della politica e delle istituzioni”.

E, tra le istituzioni, anche “il Sindacato”?

Non sembrerebbe, a leggere ancora il testo, perché “invece, (esso ha) dovuto lottare, negli ultimi anni, contro una continua e reiterata campagna di disinformazione e di vero e proprio depistaggio …”.

Negli ultimi anni, quali?

Mediante sempre il virgolettato del testo, quelli di:

  1.  “ripetuti tentativi di abolizione della COVIP”: ma non è chiaro quale sia il legame tra authority di settore e convenienza dell’adesione per i lavoratori;
  2.  “aumento della tassazione dei rendimenti dall’11% al 20%”: disposta con la Legge di Stabilità di un anno fa;
  3.  “TFR in busta paga”: ma anche in tal caso, e peraltro in forma sperimentale, si tratta di una misura disposta solo con la stessa Legge di Stabilità dell’anno scorso;
  4.  “non meglio precisate e ripetute proposte del Governo di indirizzare gli investimenti dei fondi nell’economia italiana”: quali proposte? Delle quali, peraltro, non abbiamo sentito affatto discutere seriamente né dall’una né dall’altra parte. E ancora, di quale “Governo”? L’ultimo? In carica, tuttavia, da neanche due anni?

E quindi, anche se appare fin troppo e altrettanto evidente: per i restanti venti anni, dal 2013 al 1993, per lunghi venti anni, il Sindacato dov’è stato, dov’era e, soprattutto, se non quelli dei lavoratori, quali interessi ha realmente rappresentato?

Articolo originale apparso qui

131 Dati social all'8 febbraio 2016


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Angelo Giubileo

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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