Roma Tor Sapienza. I luoghi di una comunità che si sente abbandonata dalle istituzioni
Resoconto di una trasmissione televisiva. La politica deve aiutare i cittadini in un percorso virtuoso di cura del bene
- Scritto da Bruno Cecchini
- Pubblicato in Roma
Lunedi 9 ottobre all’interno dei palazzoni dell’ATER di Viale Giorgio Morandi nel Municipio Roma V si è svolta una puntata del programma Quinta Colonna. Il cortile delle case popolari si presentava in modo nuovo e non c’era il classico coprifuoco serale. Le luci dello studio producevano uno strano effetto sul grigiore dei palazzoni. Famiglie, ragazzi, lavoratori e anziani sono scesi per raccontare storie. Storie di persone che non si rassegnano che non vogliono accettare la condizione in cui versano le loro strade, le loro case, i loro parchi, le loro vite! La puntata era dedicata al “degrado delle periferie”.
Dopo la diretta dallo studio alle 22,30 la troupe si è spostata nel cortile dei palazzi con gli ospiti: Floriana Secondi, On.le Massimiliano Fedriga Lega Nord, On.le Gabriella Giammarco Forza Italia, On.le Alessia Rotta Partito Democratico, Alessandro Mustillo resp.le stampa del Partito Comunista e Luca Toscano dei Comitati di lotta per la casa Firenze.
Paolo del Debbio, (il conduttore) ha esordito con un confronto: “I luoghi sono degradati, le persone che ci vivono non lo sono e a loro piace vivere nei loro quartieri anzi hanno una marcia in più perché affrontano la vita in territori non semplici”.
Tra il pubblico erano presenti: il Comitato di Quartiere Tor Sapienza, il comitato di viale Morandi, il Centro Anziani viale Morandi, i Lavoratori del Centro Carni di Viale Palmiro Togliatti, e molti altri. Diversi sono i temi di cui si è parlato, tutti fatti che hanno pesanti risvolti sulla vita della comunità e dei singoli.
Si è affrontato il problema dei conflitti sociali e di come in questi luoghi i residenti sentano la pressione dovuta alla forte presenza di migranti (3 edifici occupati a Tor Sapienza per l’accoglienza dei rifugiati politici), una signora racconta come questi nei parchi non si comportino sempre in modo corretto. Oppure per la prostituzione di strada che avviene nell’arco delle 24 ore - racconta Giuliano: “mi vergogno di rientrare a casa in macchina con i giovani nipoti e faccio un giro lunghissimo per non mostrare loro gli atti osceni”.
Rosalba che vi abita dal 79 ricorda il grande lavoro del sindaco Petroselli: “dopo di lui l’abbandono, la mancanza di controlli, le occupazioni abusive che hanno riguardato gli edifici centrali dei palazzoni - all’inizio questi erano una farmacia, la biblioteca ed il consultorio poi sono andati via per l’aumento sconsiderato del canone da parte dell’ATER e qui non c’è più nulla. Ora se chiami l’ente non ti risponde, c’è una fogna che sotto gli scantinati disperde liquami da mesi”.
Un territorio privo di luoghi per la socializzazione. Il Centro Anziani –racconta Filippo il presidente: “la sera quando fa buio non viene frequentato perché le persone non si sentono sicure e le strade sono buie”.
Tor Sapienza - racconta Roberto Presidente del comitato di quartiere – un quartiere dove il treno della ferrovia urbana FR2 (la linea Tivoli – Tiburtina), non è percepita come un mezzo di trasporto perché non ha un interscambio efficace con i mezzi di superfice e le stazioni sono vandalizzate. Inefficienza, degrado, insicurezza e sottoutilizzo determinano gravi danni alla collettività.
I rappresentanti dei lavoratori del centro carni di Viale Palmiro Togliatti parlano dell’assenza della Sindaca Raggi e dell’assessore Meloni rispetto alle politiche industriali e di rilancio del sito che: “se fosse allargato al mercato ittico potrebbe portare lavoro per almeno altre 500 persone ed invece è sempre sotto attacco per il continuo tentativo di utilizzare l’area (produttiva e così importante per la garanzia del prodotto - il centro carni ha all’interno l’ufficio d’igiene!) per costruire altre palazzine”.
Elena racconta della difficoltà di arrivare a fine mese lei ed il marito, entrambi gravemente malati e che vivono in uno dei locali abusivi all’interno del comprensorio con una misera pensione di 290 euro per invalidità senza poter avere il necessario aiuto da parte dei servizi sociali del comune.
Si è parlato del disagio del quartiere per la presenza del campo Rom di via Salviati - ridotto in uno stato miserrimo dove vivono persone in condizioni vergognose. Si è parlato dei parchi abbandonati, delle discariche abusive, degli incendi con i roghi e i fumi tossici, degli edifici abusivamente occupati, dei giovani senza grandi prospettive e del lavoro che manca.
I contributi vari, raccontati per storia vissuta direttamente dai cittadini, rappresentano tutti i temi di un quartiere che gli stessi protagonisti non hanno difficoltà a definire: “una parte di città colpevolmente abbandonata dalla politica”.
A tutti questi temi hanno tentato di dare delle risposte gli ospiti seduti. La cosa non è stata semplice per i tanti argomenti trattati.
Brevemente:
Luca Toscano – ricorda come si siano dati i soldi alle banche ma non si abbassino gli affitti. “Invece di fare opere inutili come la TAV si dovrebbero fare le case popolari per tutti siano essi italiani che stranieri”;
Massimiliano Fedriga - ritiene che opere come la TAV oltre ad esser importanti portino lavoro e dichiara che con la legge di bilancio si potrebbero aumentare gli assegni di 280 euro ai disabili. Afferma che gli enti gestori le case comunali di Roma dovrebbero migliorare le modalità amministrative e dovrebbe esserci una priorità per le assegnazioni agli italiani.
Gabriella Giammarco – ritiene che l’istituzione dei Municipi dovrebbe essere più presente. Parla di risorse male investite e della metro C ancora non conclusa. Secondo lei a Roma manca l’assessorato alle periferie.
Alessandro Mustillo - ricorda come in Italia la ricchezza sia concentrata nelle mani di poche “famiglie”. Per garantire la sicurezza in periferia è favorevole che le forze di polizia possano meglio presidiare i territori “evitando invece di impiegarle negli sgombri come avvenuto per via Curtatone”. Parla della speculazione immobiliare, delle case sfitte e dell’errore di rifinanziare le missioni internazionale “quei soldi potrebbero essere usati per costruire nuove case”.
Alessia Rotta – “I problemi di questa portata non si affrontano in 48 ore ma le persone devono essere aiutate da subito poi - i soldi ci sono, il governo ha stanziato 2 mld per l’emergenza abitativa, 190 per il comune di Roma e 40 milioni disponibili da subito - come mai la Sindaca Raggi non li utilizza?”
In conclusione
Gli argomenti messi in campo sono importanti per poter essere trattai durante una trasmissione televisiva, troppe volte in questo luogo si sono accesi i riflettori ma poi nulla è cambiato.
I cittadini sono disincantati ma non hanno perso la voglia di battersi per le cose importanti anche con un impegno diretto. La nostra è una comunità in un tessuto sociale fatto di relazioni personali e rafforzato dalla presenza delle scuole, della parrocchia, delle associazioni, del volontariato, del piccolo commercio e delle attività artigianale ma questo non può bastare. La mediazione dei conflitti, i problemi delle persone, la cura del territorio, devono essere coordinati dalla politica che oggi manca di una visione progettuale per Roma.
L’amministrazione comunale non era presente così come assente era il Municipio V ma certamente gli amministratori cittadini dovrebbero assumersi la responsabilità di coordinare un lavoro ampio ed inclusivo per aiutare da subito le persone in difficoltà e riconsegnare alla periferia un ruolo centrale.
Negli anni si sono viste proposte di riqualificazione che hanno fatto sognare le persone ma che poi sono rimaste nei cassetti dei vari uffici. Il fatto che rattrista è che spesso i grandi progetti avrebbero avuto anche la possibilità di accedere a stanziamenti e fondi europei ma poi nessuno è stato capace di procedere. Un esempio che mi piace ricordare è “Re-Block” un progetto di sostenibilità e riqualificazione, nato con i cittadini, che con attenzione al contesto sociale metteva in campo interventi strutturali di riabilitazione urbana come la riqualificazione del Complesso Morandi e della Scuola Vittorini.
Ecco la politica di questo si dovrebbe preoccupare. Dovrebbe aiutare i cittadini in un percorso virtuoso di cura del bene, per i singoli e per la collettività. Oggi questa visione a Roma è completamente assente per colpa dell’attuale amministrazione. Il Partito Democratico a Roma si sta riorganizzando e nel nostro Municipio (V) queste saranno le nostre priorità.
Tor Sapienza pazientemente aspetta.
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Bruno Cecchini
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Aggiornato al 31 marzo 2018