Voucher, Minzolini e assenze in aula del lunedì. Ormai la politica italiana non discute più della sostanza
Le priorità delle discussioni pubbliche non hanno più alcun vincolo oggettivo. Sono priorità le cose che più possono aizzare gli animi. Per cui non si parla della riforma del processo penale approvata, dei contenuti della legge sul testamento biologico arrivata ormai ad un attimo dalla approvazione dopo una lunghissima gestazione, della partenza dell’assegno di ricollocazione, vera rivoluzione del Jobs act. Si parla e si urla su Minzolini, i voucher e sulle assenze del lunedì in aula
E’ difficilissimo ormai parlare di politica con un minimo di oggettività e soprattutto dimensionando e dando la giusta importanza ai singoli episodi.
Ogni episodio è utilizzato per la polemica quotidiana e a questo fine viene ampliato a dismisura il suo reale significato.
Negli ultimi giorni abbiamo avuto la prova di questo su 3 questioni che hanno assunto la supremazia mediatica, sui giornali e soprattutto sui social, oscurando cose ben più importanti ed a mio avviso meritorie di essere segnalate.
1) Per mesi la Commissione competente della Camera ha lavorato giorno e notte per trovare un accordo (poi trovato) su una legge civile riguardante il testamento biologico. Ore ed ore di approfondimenti, audizioni e discussioni, con un ostruzionismo pesantissimo delle destre e dei cinque stelle. Per mesi la grande stampa ed i social hanno ignorato questo preziosissimo lavoro che, dopo le Unioni civili, dovrebbe dare al nostro paese diritti finora ignorati.
E’ bastato che il giorno della presentazione della legge in plenaria fossero presenti, come il lunedì avviene da decenni e per un accordo tra i gruppi (infatti non c’erano tutti i gruppi), solo i deputati strettamente interessati (relatore e chi entro il giorno prima aveva chiesto di parlare) per scatenare l’inferno.
E tutti, anche persone normalmente ragionevoli e pacate, invece di guardare la luna (la fine di un percorso che finalmente dovrebbe dotarci di una buona legge) guardano il dito.
E tutto questo qualunquismo gratuito mentre veniva approvata la Riforma del processo penale, altro provvedimento su cui il Parlamento, di concerto con i governi Renzi ed ora Gentiloni, hanno lavorato con intensità.
Io credo che un Parlamento debba essere giudicato dalla quantità di leggi che discute ed approva e di Riforme che è in grado di fare. E piuttosto che strumentalizzare la non presenza del lunedì forse bisognerebbe avere l’onestà intellettuale di dire che l’attuale Parlamento è stato sicuramente uno dei più prolifici e produttivi Parlamenti della storia della Repubblica.
2) I voucher rappresentano soltanto lo 0,23% del costo del lavoro complessivo italiano. Sono uno strumento nato molti anni fa con la legge Biagi ed utilizzato soltanto per lavoretti occasionali. Furono i governi Monti e Letta, con il sostegno degli attuali scissionisti e senza nessuna forte opposizione della CGIL (che anzi poi li ha utilizzati a piene mani usando una doppia morale, come per le pensioni d’oro dei dirigenti sindacali) a liberalizzarli e ad estendere il loro utilizzo.
Gli stessi che li hanno creati e liberalizzati hanno di recente dato sostegno al referendum abrogativo chiesto dalla CGIL. Un tentativo di fare il 4 dicembre bis.
Ed in questa campagna hanno coinvolto il governo Renzi ed il Jobs act che con i voucher non c’entrano nulla. Semmai ci hanno messo bocca, lo hanno fatto per dare loro la tracciabilità che ne hanno limitato l’uso.
Giusta o sbagliata che sia governo e maggioranza di governo hanno preso la decisione di togliere del tutto l’uso dei voucher. E coloro i quali erano pronti nel caso di una modifica parziale a far partire una campagna contro il PD che voleva far saltare il referendum facendo il gioco delle 3 carte, adesso, trovandosi spiazzati, accusano il PD di aver esagerato. E di essere scappato per paura. Ma le battaglie all’ultimo sangue impegnando nello scontro tutte le proprie energie si fanno quando ne vale la pena non per lo 0,23% del totale complessivo del costo del lavoro in Italia.
Naturalmente la polemica politica sui voucher mette la sordina a quella che invece, secondo me, parlando sempre di mercato del lavoro è una notizia importantissima e cioè l’invio delle prime 30.000 lettere inerenti l’assegno di ricollocazione, uno dei provvedimenti più importanti previsti dal Jobs act (altro che articolo 18!!) e che finalmente fa fare l’ingresso anche in Italia alle politiche attive del lavoro.
Ed è sinceramente patetica la Camusso che di fronte alla abolizione totale dei voucher esulta neanche fossimo alla conquista del Palazzo d’inverno.
3) Altra questione raccontata male e che ha oscurato notizie più importanti riguarda il caso Minzolini. Diciannove senatori del PD (appartenenti a tutte le aree, anche a quelle più di sinistra) hanno votato per la non decadenza di Minzolini, ai sensi della Severino, dopo la condanna in secondo grado (nel primo grado era stato assolto).
Le ricostruzioni superficiali che vanno per la maggiore parlano di un accordo sottobanco tra Forza Italia e PD, accordo che in cambio della salvezza di Lotti prevedeva questo voto per Minzolini.
Ricostruzioni infamanti che usano i soliti cliché.
E che a mio avviso sono smentite alla radice da due punti inequivocabili: 1) Il voto al Senato ha visto la mozione di sfiducia contro Lotti avere la maggioranza assoluta rendendo inutile l’uscita dall’aula dei senatori di Forza Italia 2) basta scorrere l’elenco dei 19 senatori del PD per capire subito che non c’è stato nessuno scambio. A meno che non si pensi che si siano sottoposti a questo scambio senatori come la Rosaria Capacchione, giornalista anticamorra, non certo una renziana convinta e che ha sempre votato senza farsi condizionare da nessuno, oppure del senatore Luigi Manconi di cui è nota la dirittura morale e le sue battaglie garantiste (oltre ad essere il marito di Bianca Berlinguer che in questo periodo non ama certo il PD), per non parlare del filosofo Mario Tronti sulla cui onestà intellettuale non credo qualcuno possa avere dei dubbi o anche il senatore Massimo Mucchetti, antirenziano ed amico di Pierluigi Bersani.
La loro presenza nella pattuglia dei 19 certifica che si è trattato di un vero voto di coscienza e le motivazioni le ha fornite lucidamente QUI Rosaria Capacchione.
Le cose sono più complicate di solito di come le si rappresenta ed il riduzionismo mediatico aiuta solo populismo e grillofascismo, quello stesso che con questa vicenda si è evidenziato nelle parole di Di Maio il quale riferendosi alla vicenda Minzolini nel giorno dell’anniversario del rapimento di Moro e dell’uccisione della sua scorta ha giustificato la violenza politica a suo dire legittimata da decisioni come quella su Minzolini. Una frase gravissima per il vicepresidente della Camera.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Enzo Puro
117 articoli pubblicati per un totale di 760'539 letture
Aggiornato al 31 marzo 2018
www.facebook.com/pensieropuro
Articoli correlati da tag
- L’offensiva contro Italia Viva si è rivelata un disastro
- Perché nella lotta alla corruzione nessuno può insegnare nulla a Matteo Renzi
- Maestri d'arte e giocolieri. Il cortocircuito improvvisazione/bugia tra politici e giornalisti.
- Interpretare male l’esito di uno scontro può portare a perdere le battaglie
- Riflessioni sullo schianto