Ma Settis è davvero intelligente?
I discorsi da bar dell’esimio luminare che quando parla della Riforma Costituzionale mi dà l’impressione, scusate se oso, di non essere persona molto intelligente. A meno che non racconti bugie consapevolmente. Tre esempi tre di questa sua caratteristica. Mi inchino all’archeologo ma gli do dell’asino in Politica ed in matematica
Faccio fatica a pensare che il professor Settis sia una persona intelligente.
Lo so, il mio è un pensiero troppo forte per uno che è tra i massimi archeologi italiani e che insegna Archeologia classica presso la Normale di Pisa dal 1985, che ha diretto il Getty Center for the History of Art and the Humanities di Los Angeles dal 1994 al 1999, che è stato eletto direttore della Normale dal 1999 al 2010.
Un luminare che è membro del Deutsches Archäologisches Institut, della American Academy of Arts and Sciences, dell'Accademia Nazionale dei Lincei, dell'Accademia delle Arti del Disegno e del Comitato scientifico dell'European Research Council e che dal 2010 è Presidente Onorario dell'Associazione Culturale Silvia Dell'Orso.
Un luminare che è una grande autorità nel suo campo ma che scivola in discorsi da bar quando si occupa di politica e soprattutto, come fa nell’ultimo periodo, di Riforma Costituzionale.
Ed è questo che mi fa dubitare della sua intelligenza.
Non tanto perché voterà NO.
Ci sono tante persone intelligenti che conosco che voteranno NO. Ma per la qualità delle sue affermazioni che lasciano disarmati, affermazioni a volte aleatorie altre volte completamente false.
In un suo recentissimo articolo sull’Huffington post (ampiamente sottolineato da quel giornale on line di cui è direttrice la signora Annunziata che da lanciatrice di sampietrini contro Luciano Lama all’università nel 77 è passata ad accomodarsi in postazioni di potere mediatico rilevanti, è stata oltre che inutile e dimenticata Presidente Rai anche Direttrice responsabile della rivista ASPEN, gruppo Bilderberg) dicevo che in suo recentissimo articolo l’esimio Professore da un esempio lampante di cosa sia la scarsa intelligenza.
Guardiamo le sue affermazioni:
“La differenza più sostanziale è che alla Camera dei deputati resta un meccanismo elettivo, sia pure con un alto numero di "nominati", mentre al Senato si accede per nomina dei Consigli regionali e non per elezione: e questo ormai lo sanno tutti. “
Non è così. I Senatori li sceglieranno i cittadini di ogni regione quando si voterà per l’elezione dei consigli regionali. Lo dice il nuovo articolo 57 che così recita: “ La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in CONFORMITA’ ALLE SCELTE ESPRESSE DAGLI ELETTORI per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge di cui al sesto comma”.
E come per le modalità di elezione della Camera la Costituzione, da sempre, demanda ad una legge ordinaria così è anche per i futuri Senatori. Legge ordinaria che già è stata scritta e che prende il nome da due senatori del PD non propriamente renziani, Chiti e Fornaro e che non può essere discussa prima che il nuovo Senato venga formalmente istituito dopo il Referendum.
L’esimio Settis non può permettersi, malgrado il luminoso curriculum, di raccontare frottole approfittando della chiara fama conquistata nella sua professione.
La seconda obiezione poi è tipica di un professore aduso a dare i voti ed a giudicare gli altri. Scrive Settis:
“Meno noto è il fatto che per essere deputati bisogna avere almeno 25 anni (art. 56), mentre per essere senatori, secondo la nuova Costituzione se approvata, ne bastano 18 (l'art. 58 della Costituzione vigente, che fissava il limite di 40 anni, è integralmente abrogato).”
E qui spunta il grande intellettuale della magnagrecia che ci delizia con la sua sublime cultura:
“Viene così demolita dopo 2500 anni l'etimologia della parola "Senato", che viene dal Senatus romano, e vuol dire "assemblea dei senes", gli "anziani".
Semplicemente, i neo-padri della Costituzione (e della Patria) non si sono ricordati che, se senatore può diventare un consigliere regionale o un sindaco, per queste cariche il limite è a 18 anni. Nessun complotto dunque, solo un po' di sciatteria.”
Obiezione davvero ridicola che non meritava l’esibizione di tanta scienza.
Il nuovo Senato, semplicemente, è un'altra cosa.
E’ una Camera delle Istituzioni e nella riforma originale doveva essere chiamata così, poi in Parlamento, qualche esimio latinista o qualche collega del Settis ha fatto approvare un emendamento per mantenere il vecchio nome. Punto. Dove sta la sciatteria? Vuol dire che col tempo (così funzionano le lingue) la parola Senato assumerà una connotazione in più. Signore mio quanta pazienza.
Stessa debolezza cattedratica l’obiezione seguente, che non commento perché incommentabile per la sua superficialità, e che riguarda il fatto che solo i membri della Camera rappresentino la Nazione.
L’esplosione quasi comica del professor Settis è riservata però all’argomento principe della elezione del Presidente della Repubblica.
E qui si fa aiutare da un altro archeologo più giovane, un piccolo luminare, il professore suo allievo Tommaso Montanari, quello che D’Alema incitò a fare l’assessore con la Raggi e che ha collaborato al bel libro di Settis Costituzione incompiuta. Arte, paesaggio, ambiente scritto assieme a Paolo Maddalena, giurista e magistrato italiano già membro della Corte costituzionale, e ad Alice Leone figlia di Susanna Camusso.
Il vecchio ed il giovane archeologo, per farla breve sostengono che con la nuova Costituzione la maggioranza di governo può eleggersi il proprio Presidente della Repubblica.
Anzi il duo di esimi tenta gaglioffamente e pateticamente di dimostrare che il Presidente della Repubblica può essere eletto con le nuove norme da una minoranza del Parlamento.
E questo perché viene previsto dal settimo scrutinio in poi che il Presidente della Repubblica venga eletto con i 3/5 dei votanti.
Faccio fatica a seguire il ragionamento dei due che sicuramente sono maestri nella loro materia ma peccano sia in aritmetica che in Politica.
Per verificarsi quello che dicono loro dovrebbe accadere che l’opposizione, pur avendo inviso un nome fatto dalla maggioranza, si ritiri sull’Aventino lasciando campo libero alla elezione di un Presidente inviso.
E perché mai l’opposizione dovrebbe fare un gesto simile quando sa che con le norme della nuova Costituzione o la maggioranza si accorda su un nome potabile oppure non gliene faranno passare nessuno?
Una sola cosa è chiara.
Con i 3/5 dei votanti in futuro non si potrà più eleggere un Presidente solo da parte della maggioranza di governo come invece era possibile con la vecchia norma e come è stato per Mattarella (con la nuova norma Mattarella non sarebbe stato mai eletto.
Cioè è il contrario di quello che dicono il duo Settis Montanari. L’esatto contrario!!!!
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Enzo Puro
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Aggiornato al 31 marzo 2018
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