Il vento sta cambiando

Il Fertility Day

Letto 9628
Il vento sta cambiando

Il prossimo autorevole sondaggio è certo che segnerà un calo del Movimento Cinque Stelle. Ma potrebbe essere un tracollo. E la base, come si dice, è in fibrillazione. Non per la crisi della giunta Raggi. Perché la base non è più abituata a confrontarsi con notizie vere, riscontrate. Da anni ormai l’attivista grillino saltella da una notizia falsa all’altra, da un sito che mistifica a un altro che deforma. E ritrovarsi improvvisamente di fronte alla verità nuda e cruda, deve essere sconvolgente. Ritrovarsi di fronte a una crisi che corre più veloce della nuova Salerno-Reggio Calabria. Di fronte a un lungo Fertility Day delle dimissioni, che sembra non finire.

Della situazione non risente solo chi si affanna alla ricerca di una linea politica per Roma, ma anche chi soffre di emicrania. Alla Raggi però, dopo lunghe ore trascorse ad oscillare, bisogna riconoscere la coerenza. E’ lei che smentisce i complottisti della prima ora come Di Maio e Imposimato, rivelando che la Raineri non ha accettato una nuova nomina. E’ la Raggi che, in un’intervista al Corriere della Sera, ammette gli errori. E’ la Raggi che chiama prontamente De Dominicis e ne tesse le lodi. E se lo vede silurato dal direttorio in 48 ore. E’ la Raggi che tiene in piedi per settimane una bugia perché, sempre coerentemente, tiene in piedi la (bugia della) Muraro.  

Frana intanto miseramente la leadership di chi si presumeva ne avesse una. Ossia Luigi Di Maio. Che dopo aver lavorato proficuamente per mesi al suo nuovo spirito curiale e un po’ vedovile, scompare dai radar televisivi come un dilettante. Per regalarsi l’ennesimo summit in gran segreto. In cui in pratica la sindacatura Raggi esce mortificata, come sterilizzata. In un anti-Fertility Day (and night). E’ la cura-Pizzarotti. Col movimento che, presunta espressione massima dell’anti-politica, si politicizza e si sgancia dal sindaco. Che ha comunque le sue colpe. Machiavelli diceva che il principe può essere giudicato anche per i suoi uomini di fiducia: che distingueva in eccellentissimi, eccellenti e inutili. Roma non merita di finire in terza fascia.    

Letto 9628

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Ernesto Consolo

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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