Il re è nudo

In Sardegna ribaltato lo scenario politico

Letto 3378
Il re è nudo

Si affanna Di Maio nel tentare di nascondere il significato politico della sconfitta alle elezioni regionali in Sardegna, derubricandolo ad episodio locale, ed aggiungendo improvvidamente che ”alle elezioni amministrative il M5S perderebbe sempre”.

Niente di più falso in questa asserzione: il voto amministrativo, specie quello alle elezioni regionali è stato sempre strettamente connesso per i 5* a quello nazionale e ne ha prefigurato l’andamento.

Così in Sicilia nel novembre del 2017, a quattro mesi dal voto politico del 4 marzo, il candidato pentastellato raggiunse il 35% dei consensi doppiando quello del centro sinistra, fermo al 18%.

Una situazione assai simile perciò a quella che si determinò nelle urne delle elezioni politiche.

Con il m5s, secondo, superato solo dalla larga coalizione di centro destra.

E lo stesso è avvenuto nell’aprile del 2018 in Molise quando si riprodusse in quella regione un analogo risultato: seconda coalizione dopo il centro destra, e voto per il candidato presidente al 31,4%, assai simile al risultato nazionale.

Ad otto mesi dalla formazione del governo nazionale la situazione si è presentata ben diversamente in Abruzzo, dove invece, alle regionali del 4 febbraio, il movimento pentastellato è arrivato terzo col 20% circa, superato di ben dieci punti dallo schieramento di centro sinistra.

Un primo ribaltamento dell’andamento ascensionale di tutto l’anno e mezzo precedente con la perdita di metà di quell’elettorato che era stato acquisito meno di un anno prima alle politiche. E col ribaltamento dell’equilibrio nel governo gialloverde con la Lega diventata il primo partito col 26%.

Per cui altro se le elezioni amministrative non risentono dell’andamento nazionale, vi è una stretta correlazione tra esse e sono largamente anticipatrici degli andamenti politici generali.

Ed in Sardegna si è verificato quello che sembrava impossibile. Il movimento 5* che perde i tre quarti dell’elettorato rispetto al voto nazionale passando dal 42% al 10,5%. Chiamarlo disastro è soltanto un eufemismo che non rende la realtà.

Ed in questo caso neanche la Lega ha compensato la caduta dell’alleato attestandosi anch’essa attorno al 10% dei consensi.

E tutto questo fa sì che in Sardegna le forze che sostengono l’attuale governo oscillino attorno al 20% di consenso.

Erano al 45% in Molise, così come un Abruzzo ma a rapporti interni invertiti mentre in Sardegna arrivano a queste cifre risibili.

Ed il quadro politico è cambiato in questo anno e mezzo, la rottura a sinistra perpetrata attraverso la scissione di LeU non domina più la scena, visto il magro risultato ottenuto il 4 marzo, le mobilitazioni in solitaria anti governo Pd della Cgil, nell’autunno del 2017, sono rifluite nel quadro unitario con Cisl, Uil ed imprese e sono rivolte stavolta contro questo governo.

E così il voto in Sardegna completa il quadro, mette in secondo piano i conflitti del Pd a proposito dell’alleanza coi 5*, visto il loro precipitare nei consensi, per cui ora anche Zingaretti si affretta a negare di averlo mai proposto.

La cronaca dà ragione a Renzi per cui il tentativo di rimuoverlo da un ruolo di direzione del Pd determina l’effetto opposto, quello di far brillare la giustezza della sua decisione politica post 4 marzo ormai largamente compreso da ampi settori della pubblica opinione e della stampa.  

Ed ora la sua presenza domina la scena politica come dimostrano gli interventi al Senato, le presenze nei mass media, il seguito stratosferico nei social e la ascesa del suo libro nella classifica dei libri più letti.

In questa dinamica sembra che si sia ripristinato il bipolarismo tra centro destra e centro sinistra rispetto al quale i cinque stelle appaiono sempre più marginali ed inconsistenti, mentre fino alla formazione del governo ed al successivo avvio ne sembravano i protagonisti assoluti sul fronte “sinistro” attribuito loro dagli scissionisti e da gran parte della stampa e degli opinionisti.

Fatto che comporterà nei prossimi mesi una decisa caduta per la loro attrattività politica.

È cambiato in definitiva molto nel quadro politico, anzi, quasi tutto.

Questo evidenziano con nettezza le elezioni in Sardegna.

Che il governo gialloverde politicamente è ormai un’anatra zoppa.

Letto 3378

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Enzo Pino

Pensionato, commentatore politico per diletto. Collabora con diverse riviste on line. Già responsabile del Centro Studi Ricerche e Fomazione Cgil Sicilia.

www.facebook.com/pino.vincenzo