Balzac, i giornali ed i giornalisti. Non è cambiato nulla.

Enzo Puro pubblica un brano di inizio 800 in cui Balzac parla dei giornali e dei giornalisti. Un brano di una attualità impressionante. E riguarda a mio avviso tutti, si chiamino Sallusti o Travaglio o Annunziata, Porro o Giannini

Letto 6068
Balzac, i giornali ed i giornalisti. Non è cambiato nulla.

La casta dei giornalisti, siano essi di destra o di sinistra, si chiamino Sallusti o Travaglio o Annunziata, Porro o Giannini possono in maniera diretta o costruendo una narrazione allusiva infangare una persona per bene, sbattere un mostro in prima pagina, distorcere la verità per piegarla ad una loro tesi precostituita, possono influenzare con bugie e falsità l’opinione della gente.

Possono fare tutto questo e lo fanno.

Se qualcuno però, sfruttando la libertà di parola di cui tutti siamo titolari, si incazza e li critica allora tutta la categoria (senza distinzioni di appartenenza politica) comincia a starnazzare di attentato alla libertà di stampa, e ricordare gli editti bulgari di Berlusconi o peggio l’EIAR mussoliniana.

E ci manca solo che lancino un appello agli intellettuali francesi per un manifesto contro la repressione in Italia, simile a quello lanciato dai filosofi Deleuze e Guattari negli anni 70 contro la repressione voluta dal PCI di Berlinguer.

A scanso di equivoci voglio dire che io sono per la libertà assoluta di Travaglio, Sallusti, Porro o Giannini di dire o scrivere tutte le loro porcate e se qualcuno volesse impedirglielo sarei al loro fianco anche armi alla mano.

Ma la smettessero di fare le verginelle. E consentissero anche a chi non è d’accordo con loro di poter esprimere liberamente le loro critiche nei modi e nelle forme che ognuno di noi giudica giusti.

Ma che i giornalisti fossero una razza particolare e piena di difetti lo descrisse con parole di fuoco nella prima metà dell’800 il grande Balzac nelle “Illusioni perdute”.

Leggetene uno stralcio ed ammiratene la modernità e l’attualità.

 “Il giornalismo da strumento è diventato commercio, e come tutti i commerci è senza fede né leggi. Ogni giornale è […] una bottega dove si vendono al pubblico le parole del colore che vuole.

Se esistesse un giornale dei gobbi, dimostrerebbe sera e mattina la bellezza, la bontà, la necessità dei gobbi.

Un giornale non cerca di chiarire, ma solo di lusingare le opinioni.

E così entro un dato tempo tutti i giornali saranno vili, ipocriti infami, mentitori, assassini; uccideranno le idee, i sistemi, gli uomini, e fioriranno proprio per questa ragione.

Avranno la scappatoia di tutti gli esseri ragionevoli: il male sarà fatto senza che nessuno sia colpevole. […] Napoleone ha spiegato questo fenomeno morale o immorale, come vi piace, con una frase sublime che gli hanno dettato i suoi studi sulla Convenzione: nessuno è responsabile dei delitti collettivi. Il giornale può permettersi la condotta più atroce, nessuno si ritiene personalmente macchiato.

[…]  Se il giornale inventa una infame calunnia, gliel’hanno riferita.

Con l’individuo che si lamenta, se la caverà chiedendo scusa della eccessiva libertà. Se viene trascinato davanti ai tribunali, si lamenterà che non si sia andati a chiedere una rettifica; gliela chiedete? la rifiuta ridendo e considera la sua colpa una bagattella. Infine, se la sua vittima trionfa, la dileggia.

Se è condannato, se l’ammenda che deve pagare è troppo forte, additerà nel querelante un nemico della libertà, del paese, del progresso.

Dirà che il signor Tal dei Tali è un ladro, spiegando come egli sia l’uomo più onesto del regno. Così le sue colpe sono tutte bagattelle, i suoi aggressori dei mostri, ed esso riesce in un dato tempo a far credere quello che vuole a coloro che lo leggono tutti i giorni.

E poi nulla di quello che gli dispiace sarà patriottico, egli non avrà mai torto.

Si servirà della religione contro la religione, della carta costituzionale contro il re; si farà beffe della magistratura quando la magistratura lo contrasterà; la loderà quando avrà servito alle […] alle passioni popolari.

Per ottenere degli abbonati inventerà le fole più commoventi, farà il ciarlatano […]. Servirebbe il proprio padre crudo e condito col sale delle sue piacevolezze piuttosto che rinunciare a interessare o a divertire il suo pubblico. Sarà come l’attore che mette le ceneri del proprio figlio nell’urna per poter piangere più efficacemente, l’amante che sacrifica tutto al suo amico.”

090 Dati social all'8 febbraio 2016


Letto 6068

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Enzo Puro

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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