Reinventarsi il modo di essere e di fare sindacato

C'è una crisi di rappresentanza epocale di tutte le forme di organizzazione politica e sociale, a partire dai sindacati

Letto 6250
Reinventarsi il modo di essere e di fare sindacato

Lo scontro tra governo e sindacati sulla scuola è uno scontro di "poteri", ed è lo stesso scontro alla base dello scarso entusiasmo con cui i sindacati hanno accolto gli 80 euro mensili.

I sindacati non vogliono che i premi, che sono una componente importante del salario, siano legati ad una valutazione di un organo terzo, in questo modo esautorando la contrattazione sindacale su questa componente del salario.

Mi direte: tutto legittimo, persino giusto. Il sindacato difende il suo ruolo nella contrattazione. Me lo sono sentito dire spesso anche su facebook.

Si, sarebbe tutto legittimo se non fosse che questa idea e questo modello di relazioni sindacali sia in crisi drammatica, e che l'"istituzionalizzazione" del sindacato attraverso la concertazione, che il sindacato rimpiange, abbia portato ad una crisi drammatica di rappresentanza.

Ci siamo già dimenticati che nel febbraio 2013 Grillo ha preso il 30% del voto operaio (primo partito operaio), facendo una campagna elettorale tutta contro i sindacati, arrivando a dire che i sindacati andavano aboliti. E nonostante questo, primo partito operaio.

Viviamo nel tempo dell'"istantaneo" - un tratto della modernità, questo sì, che potremmo limitare, dato che il nostro cervello è dotato di memoria - per cui oggi Grillo strumentalmente rincorre la Fiom di Landini, più i suoi che lui a dire il vero.

Ma era solo febbraio 2013. Renzi ha recuperato molto di quel voto, nonostante gli scontri con la Cgil. Vorrà dire qualcosa questo? Possibile che ormai non ci sforziamo più di fare analisi della realtà?

C'è una crisi di rappresentanza epocale di tutte le forme di organizzazione politica e sociale, a partire dai sindacati.

Crisi dalla quale non usciranno rimpiangendo il bel tempo che fu, ma reinventando il modo di essere e di fare sindacato, facendo i conti con la "disintermediazione" dei rapporti sociali, brutta espressione con cui si descrive semplicemente il fatto che i cittadini sono molto meno disponibili a delegare a chiunque la tutela dei propri interessi. E cioè quindi costruendo forme di partecipazione più diretta.

Mentre del sindacato di un tempo, sarebbe da riscoprire la vocazione a farsi carico sempre dell'interesse generale. E quindi riflettere sul fatto che il cambiamento della scuola è una sfida che riguarda non solo gli insegnanti e nemmeno solo le famiglie degli alunni e degli studenti, ma l'intero Paese.

038 Dati social all'8 febbraio 2016


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Andrea Catena

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Aggiornato al 31 marzo 2018

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