Serena alienazione

Il combinato disposto

Letto 4998
Serena alienazione

“Il combinato disposto della legge elettorale e della riforma costituzionale porta al regime”. A corto di argomenti e di leadership, il Caimano ripete da settimane ossessivamente questa frase. Prima di tutto per convincere glitagliani, poi per far dimenticare l’iter della riforma stessa e la sua piroetta, nascosta dal Patto del Nazzareno. Che nessuno, tranne i protagonisti, conosce. Per fortuna, il Caimano non sembra nemmeno disperato. Non è più il Caimano fluttuante tra promesse fantascientifiche e rigore di bilancio. Né è quello guizzante su legislazioni ad personam e ultragarantismo. Non può neanche giocare troppo al poliziotto buono con Salvini, che alza il prezzo. Il Caimano pare ormai spiaggiato, privato(si) di qualunque adesione alla realtà: una serena alienazione in cui affogare tra i cliché del leader sudamericano e del moderato anglosassone. Non si e’ nemmeno accorto che la Commissione Europea ha apprezzato la sua ultima riforma pensionistica, anche perché le lodi sono state estese alla legge Fornero. Il mazzo di carte, che il Caimano mischia, assume da tempo sempre la posizione sbagliata.

E lo aspetta una lunga campagna referendaria, in cui urge coinvolgere esperti e statisti, vivi o morti. Anche qui il terreno appare irto di ostacoli: Cossiga diceva che De Gasperi aveva governato bene perché le regioni non erano state istituite. Il Caimano dunque, non può nemmeno citare De Gasperi, proprio quello di cui si e’ sempre proclamato erede. Per metterlo in difficoltà basterebbe avere un minimo di memoria storica. Il suo ostracismo alla riforma costituzionale non nasce da un combinato disposto: solo dal genuino livore per l’elezione di Sergio Mattarella. Indigeribile quel nome, che per sette anni avrebbe ricordato a tutti un Presidente di Regione assassinato, ma anche un delitto irrisolto, presumibilmente non solo di mafia. Il Caimano aveva giocato così la partita del Quirinale: propone a Renzi in contropiede il nome di Giuliano Amato, dicendo di essersi accordato (?!!!!!!) con D’Alema. Risposta secca: Mattarella. Prosit.

Svestiti anche i panni del padre costituente, il Caimano si è così eclissato, rassegnandosi, in nome del principio dei vasi comunicanti con l’elettorato leghista, a ricoprire il ruolo di perpetua di Salvini. Sono state le reti Mediaset e i due quotidiani di riferimento a sancire il nuovo corso, sostituendo a lungo il leader in carne ed ossa, abbandonatosi ormai a interventi spesso solo telefonici. Per chi ha morbidamente definito “giornalismo criminale” quello di Enzo Biagi e accompagnato alla porta Indro Montanelli, i media di riferimento e il ballottaggio di Milano sono l’ultima spiaggia. E il combinato disposto degli articoli di Sallusti e le puntate di Quinta Colonna porta alla depressione, a regime.

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Ernesto Consolo

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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