Referendum ed astensione: gli scandalizzati ad intermittenza

In vista del prossimo referendum i soliti mestatori alzano il ditino contro chi decide, legittimamente, di astenersi ma evitano di farlo quando un referendum del 1995 non è attuato

Letto 4969
Referendum ed astensione: gli scandalizzati ad intermittenza

I referendum hanno caratterizzato la scena politica del nostro Paese. Basti pensare alle scelte epocali su Divorzio e Aborto. Poi, piano piano, sono divenuti uno strumento monco, perché utilizzato per questioni residuali, per nulla dirimenti. Come per il prossimo referendum “Anti trivelle”. (QUI l’articolo che approfondisce i motivi dell’astensione).

E gli italiani rispondono, astenendosi, a questo inutile dispendio di fondi ed energie come prevede la nostra Costituzione all’art. 75 “La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.”

Quindi l’astensione è una scelta politica legittima.

Solo nei totalitarismi c’è l’obbligo del voto. Forse i soliti scandalizzati fanno riferimento a tale modello.

Sono gli stessi scandalizzati che nel giugno del 1991 contestarono a Craxi l’invito ad “andare al mare” in occasione del referendum sulla legge elettorale. Invece il 62,5% degli elettori si presentò al seggio e furono abrogate le preferenze (con il 95,6% dei voti favorevoli). Oggi, la stessa specie di scandalizzati chiede la reintroduzione delle preferenze

Sono gli stessi che nei referendum del giugno 2003 indicarono l’astensione come scelta legittima. E vinsero, perché andò al seggio solo il 25,5% degli aventi diritto e la consultazione fu dichiarata non valida.

refe non ds

La coerenza non è, purtroppo, obbligatoria e così pure l'onestà intellettuale.

Onestà intellettuale che dovrebbe essere utilizzata per scandalizzarsi per uno dei referendum del giugno 1995 che con il 56,2% (sul 57,3% di votanti) abrogò la norma che imponeva la contribuzione sindacale automatica ai lavoratori, perché mai applicata.

A venti anni di distanza, nei quali hanno governato sia Berlusconi che il centrosinistra, nessuno ha attuato la volontà popolare.

Il lavoratore che si iscrive al sindacato, con trattenuta mensile direttamente in busta paga, aderisce a vita (almeno nel pubblico impiego) finché non si dimette compilando un modello cartaceo che dovrebbe chiedere al sindacalista che lo fece iscrivere. Modello che non si trova in alcun sito sindacale e che va inviato, con raccomandata postale, ad un ufficio, nel quale lavorano sindacalisti, per seguire una procedura burocratica vecchia maniera.

In 20 anni nessuno degli scandalizzati di professione ha alzato il ditino!...

E’ la dimostrazione che i referendum negli ultimi anni sono stati strumentalizzati per motivi politici, lontani dall’approfondire il quesito. Ed è quello che sta accadendo su quello del 17 aprile che i renzifobici vorrebbero trasformare in una battaglia contro il Governo.

Ho così due motivi per riandare al mare.

Letto 4969

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Manrico Macilenti

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Aggiornato al 31 marzo 2018

 

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